sabato 25 dicembre 2010

Sono ancora in tempo per gli auguri?

Dalla Cantata BWV 156, Flavio Venturini ebbe la buona idea di ricavare questa versione che mi sembra sufficientemente adatta al clima natalizio. Magari facciamo anche nevicare! Un abbraccio a tutti!

mercoledì 22 dicembre 2010

Coincidenze natalizie.

Proprio come l’anno scorso, anche oggi, sotto le feste, mi si inchioda in testa una canzone firmata da Ze Miguel Wisnik.
Marcelo Jeneci (che con Wisnik e Paulo Neves compone il pezzo) ha inserito il brano nel suo recente omonimo CD. Se lo preferite dal vivo, eccolo qui.

 

mercoledì 15 dicembre 2010

Nove minuti che passano in fretta come pochi (Also Sprach Zarathustra)


Eumir Deodato è uno che ha messo le mani nella produzione di qualcosa come 500 dischi, da Jobim a Björk, oltre ad aver realizzato di persona alcuni grandi successi come questa "planetaria" ASZ. Per quanto poi si sforzi di fondere e mischiare la sua vena brasiliana viene, inequivocabilmente, fuori. Non vedo l'ora di spararmela nelle orecchie per vedere quanta strada mi portano a correre questi nove minuti in cui la fanfara di Strauss incontra il funk di Eumir.


mercoledì 8 dicembre 2010

Lalà







“No Rancho fundo” è un pezzo storico che ascolto sempre con piacere.
Il brano è frutto di una parceria tra due autori, uno molto noto come Ary Barroso, ed un certo Lamartine Babo a me colpevolmente ignoto. Colmo la lacuna leggendo della collana “Raizes da Musica Popular Brasileira” uscita da marzo nelle edicole brasiliane come iniziativa multimedia del quotidiano Folha. 25 cofanetti con libro e CD dedicati alle origini della MPB, ottimamente presentati su questo sito, dove si possono trovare diverse informazioni su questi 25 autori. Nella prima uscita doppio appuntamento con i classici di Noel Rosa (la cui Conversa de Botequim fa da jingle nel lancio tv della collana) e con Lamartine Babo appunto.



Quello che colpisce subito, inutile negarlo, è l’aspetto non proprio affascinante di Lamartine Babo, fisico magrissimo, un testone sproporzionato e una fronte che sembra tirata con Photoshop. Leggo come il nostro Lamartine, detto Lalà, prendesse la cosa con disinvoltura, come conferma questa sua affermazione: “Pensavo di essere un colosso. Ma un giorno, guardandomi allo specchio, ho visto che non ho il collo, io ho solo osso”. 


Lalà sfruttò la propensione alla battuta, ai giochi di parole, alla comicità nonsense sia come collaboratore di riviste satiriche che come personaggio radiofonico.  Scorro la lista dei brani per cui è ricordato ancora oggi: diversi samba, valsas ("Eu Sonhei que Tu Estavas tão Linda”), sertanejas (“No Rancho fundo”, appunto) ma soprattutto una lista infinita di “marchinhas”  scritte nell’ “Época de Ouro" del carnevale: tra queste "O Teu cabelo não Nega" (composta più di 80 anni fa, insieme a Irmãos Valença) è certamente tra la più memorabili e ancor oggi riproposta sui carri musicali dei vari carnevali brasiliani.


O teu cabelo não nega (interprete Castro Barbosa)


Sempre nel sito dedicato all’iniziativa editoriale trovo citata la sua prima registrazione discografica che parlava della moda maschile di portare pantaloni a zampa d’elefante: un tema davvero curioso trattandosi di un pezzo datato 1930. Tifoso dell’America Football Club (con cui condivide l’anno di nascita, 1904) Lalà scrisse gli inni per diverse squadre, l’America ovviamente, ma anche Flamengo, Fluminense, Botafogo e Vasco. Un po’ come se l’autore di “Per fortuna che Silvio c'è” avesse scritto anche l’inno di Futuro e Libertà.

Hino DO AMÉRICA-RJ

Hino Do Flamengo

Hino Do Fluminense

Hino do Botafogo

Hino do Vasco

mercoledì 1 dicembre 2010

M&M


A parte che oggi si usano quelli di carta, dove vedete in TV uno che si soffia il naso nel fazzolettone e tira la gamba per reinfilarlo nella tasca dei jeans? Solo per citare un piccolo, ma siginficativo, dettaglio.
Questo Match lo ricordo benissimo, come "Io sono un autarchico" passato in tv (ancora sullo schermo in bianco e nero, visto che il Grundig a colori sarebbe arrivato solo l’anno dopo, per i mondiali d’Argentina). Ricordo anche la “Marchesa von O” visto al cineforum, con un Bruno Ganz allora tra i miei attori preferiti. Il botulino anche per me, non è lontano.