giovedì 22 novembre 2007

“Patriottismo Dolce”


Ne parlano tutti talmente male (“irrilevante sul piano ideale, mal strutturato e minoritario sul piano grafico”) che comincia quasi a piacermi. È il nuovo logo del PD di cui trovate qui un PDF con tante possibili applicazioni.

Ieri, ospite a Caterpillar, Oliviero Toscani l’ha definito l’insegna di un “parcheggio verde”, un simbolo che dovendo accontentare tutti non piacerà a nessuno.
“Mediocre” è il commento più diffuso. Certamente è “rettangolare” come il simbolo di Forza Italia: loghi che sembran fatti apposti per la forma degli schermi TV.
Un logo ripulito da ogni simbologia ideologica, aggrappato ormai al solo tricolore.
L’ha fatto un ragazzo di 25 anni, tal Nicola Storto. I più maligni dicono che nel PD ai giovani faranno fare solo i disegnini.

St. Cecilia's Day


Oggi invece è Santa Cecilia, patrona della musica e dei musicisti.

mercoledì 21 novembre 2007

Lo sapevate?




Vabbè ormai è un po' tardi e la giornata giunge al suo termine. Mi limiterò allora a non cantarvi la serenata. Goodnight!

martedì 20 novembre 2007

Cordel do Fogo Encantado

L’amico Leandro mi segnala (in verità da qualche tempo) questo gruppo. Vengono dallo stesso stato di Juninho Pernambucano, famoso per le sue punizioni, e sono a loro modo dei fuoriclasse.
Vengono dal Pernambuco come altri grandi della musica brasiliana da Luis Gonzaga e Jackson Pandeiro a Chico Science&Naçao Zumbi e Lenine. Ecco la musica e la poesia dei Cordel do Fogo Encantado.


A volte mi è capitato di pensare che, se dovessi vendere qualcosa al semaforo, potrei vendere poesie. Non rime copiate, ma versi originali, scritti su fogli di carta e venduti in copia unica.
Scopro che versetti stampati sotto forma di piccoli quaderni (folhetos) sono venduti anche in Brasile, appesi ad una corda (cordel) ed esposti a possibili acquirenti. Da questa tradizione nasce quel particolare mix di musica e teatro proposto dai Cordel do Fogo Encantado. Se ne parla in questo articolo di Ana Claudia Mafra di cui riporto qui sotto un piccolo estratto (trad. di Raffaele Bella)


Partendo dagli elementi che caratterizzano la “literatura de cordel”, lo stato del Pernambuco sta rivelando al Brasile, e ora anche al mondo, la poesia musicale del Cordel do Fogo Encantado, gruppo composto da giovani musicisti di un piccolo centro, Arco Verde, situato all’interno dello stato e porta d’ingresso del sertão nordestino.

Il nome Cordel de Fogo Encantado sintetizza validamente la genesi e la proposta di una generazione di giovani musicisti che hanno scelto la bandiera della cultura popolare nordestina. “Cordel” è dunque un riferimento alle forme popolari di composizione scritta, l’influenza della quale contrassegna sia la forma sia il contenuto dei testi letterari e poetici utilizzati dalla band. Il “Fogo” (fuoco) simbolizza la presenza della natura in quanto tematica poetica, ritmica e teatrale, ma di una natura di proporzioni gigantesche e paurose, una natura a cui l’uomo è subordinato. “Encantado” esprime infine l’incantamento, altro elemento culturale ricorrente nelle manifestazioni popolari ...

Il Cordel de Fogo è una delle punte di un movimento culturale denominato “calango” ... il calango è una piccola lucertola che vive nelle zone più aride del sertão e simbolizza l’adattamento dell’essere vivente a un ambiente avverso. Come il calango, l’uomo sertanejo apprende ben presto come si fa a sopravvivere in un clima arido, con scarsità d’acqua, mancanza di cibo, dimenticato da Dio e dagli uomini del potere ...


Insomma si parte da un profonda tradizione poetica e da precisi ritmi regionali, per realizzare un progetto poetico, musicale, culturale, quanto intrigante quanto innovativo. Certamente sfuggiranno a noi “ascoltatori italiani occasionali” i tanti riferimenti ai simboli culturali del popolo del sertão, ai poeti e personaggi di quella terra. Ma alla fine, come vedrete nel video, ritmi ed energia poetica del gruppo sanno arrivare in modo diretto anche alle nostre latitudini.



Discografia
(2001) - Cordel do Fogo Encantado
(2002) - O Palhaço do Circo Sem Futuro
(2006) - Transfiguração

venerdì 16 novembre 2007

A vedere 'ste cose vado in tilt


Se oggi esce Super Mario Galaxy (da profano, non ricorda un po’ Monkey Ball? sarà certamente tra i regali di Natale per chi crede ancora a babbo natale), domani sabato 17 novembre, dalle 15 alle 20.30, apre vecchiflipper.

Si tratta di una raccolta privata di flipper storici che un collezionista apre al pubblico una volta al mese, per condividere con altri la sua passione. Non ci si va solo per vedere, ma proprio per giocare, tutto gratis, rinfresco compreso. Si tratta solo di comunicare la propria presenza via mail, ed aspettare la risposta con l’indirizzo esatto del posto che si trova comunque a Milano, zona Farini. Suoni e grafiche dei vecchi giochi elettromagnetici (da quel che si vede non ci sono solo flipper) conservano qualcosa di speciale anche in tempi di WII. Pensate poi in un freddo e terso pomeriggio di dicembre, dopo la fine delle lezioni. Sarebbe da prendere ed andarci subito...

mercoledì 14 novembre 2007

Ho tanto amato la tv da arrivare ad ucciderla


Sarà per il post precedente, ma oggi mi vengono in mente episodi legati alle mie vecchie tv di famiglia.

La mia prima tv. Credo fosse una Westinghouse. Aveva un bottone, di fianco allo schermo, per cambiare dal primo al secondo canale. Quando una sera l’annunciatrice presentò a sorpresa un programma di mio altissimo gradimento arrivai ad abbracciarla, sollevandola dal carrello. Non riuscii a reggerne il peso. Mi scivolò dalle braccia. Cadde a terra, esplodendo.
La televisione di mia nonna aveva il trasformatore. Una scatola che stava sotto il carrello, per terra, con una levetta da spostare per far passare la corrente. Bisognava aspettare che il trasformatore si riscaldasse, prima di accendere la tv. In caso di temporale, inoltre, la prima cosa da fare era spegnere il trasformatore. Sul fianco della tv c’erano due manopole che servivano per la sintonia dei canali. Se non ricordo male una manopola riportava i numeri, l’altra le lettere dell’alfabeto. Ero particolarmente attratto da quest’ultima, specie quando si cercavano canali (che poi eran sempre quelli) alle lettere H e G.
Passando a fatti più recenti, ricordo quando la rai si invento il segnale per avvertire che sull’altro canale stava per comunciare un nuovo programma. Tipo eri sul primo e compariva un triangolino per avvisarti che sul secondo stava per cominciare qualcos’altro. Poi, ancor più di recente, ricordate sui quotidiani i codici abbinati a ciascun programma? Digitati sul video registratore servivano per far partire la registrazione esattamente all’inizio del programma. Non so e non ricordo se sta cosa abbia mai funzionato. Tra l’altro, come capita a tutti gli anziani, ormai ricordo meglio le cose che mi sono capitate più in là nel tempo, che le cose più recenti. Non ricordo cosa ho visto ieri sera in tv, certamente nulla da abbracciare.

martedì 13 novembre 2007

Senza tante scuse


Delle TV satellitari ho sempre apprezzato due cose
La prima, la puntualità nell’inizio dei programmi, che ne facilita la visione/registrazione. La seconda i titoli di coda dei film, mandati per intero, senza tagliare un secondo. Ieri sera la sigla di chiusura della fiction su Rino Gaetano è stata, come capita sempre, tagliata di netto. I titoli di coda sono parte integrante di un film, anche di una fiction tv: peccato aver ascoltato “ma il cielo è sempre più blu” solo per pochi secondi. Un pezzo che, oltretutto, stava lì a dare un senso conclusivo a 3 ore e passa di tv. Incombeva un billboard per pubblicizzare cibo per gatti. Incombeva il solito Vespa. E per recuperare tempo alla programmazione mai che si pensi di tagliare qualche secondo alle snervanti aperture dei pacchi. Non lo dico perché sia un fan di Rino Gaetano: succede più o meno con qualsiasi fiction o film. Eppure nei titoli di coda stanno spesso informazioni importanti come brani/interpreti della colonna sonora o i nomi dei doppiatori e, perchè no, il nome della ditta che fornisce le calzature: Calzature Pompei. Oggi sì e no che si arrivi al nome degli attori non protagonisti, gente che pure si porta a casa degli oscar. Eppure, anche in rai, non sempre è andata così ….

sabato 10 novembre 2007

A letto dopo la sigla

C'è stato un periodo in cui seguivo le serie tv per più stagioni.
Poi mi sono convinto che due potessero bastare.
Infine non ho trovato ragioni sufficienti, o forse tempo, per seguirne più di una.
Adesso mi fermo alle sigle e poi mi faccio un bel sonno sul divano.
Comunque in una sigla ben fatta c'è già tutto quello che c'è da vedere.
Come in questa di Dexter (il serial killer di serial killers) un'allarmante rilettura della normale routine quotidiana.

venerdì 9 novembre 2007

1. Novos Baianos - Acabou Chorare
 (1972 • Som Livre)



Non deve sorprendere che siano i Novos Baianos i vincitori di una classifica sui migliori album della musica brasiliana realizzata nel 2007. Lungi da essere definitive, classifiche come questa sono più lo specchio dei tempi in cui sono state stilate che una valutazione ultima sull’importanza artistica dell’opera in questione. E, di fatto, nulla è più in sintonia con il modus operandi della generazione degli anni 2000 (o, quanto meno con il loro processo creatico della sua componente più interessante) della filosofia collettiva, hippie e senza gerarchie da sempre proposta dai Novos Baianos. È in questo stesso modo che compongono oggi gruppi come Orquestra Imperial, o +2, o Instituto, o Tribalistas.
C’è inoltre una relazione diretta tra il gruppo di Moraes, Baby, Pepeu, Boca, Galvão, Dadi, Jorginho, Baixinho e Bolacha ed il trionfale ritorno del samba al centro dell’interesse estetico di quasi tutti gli interpreti di questa ultima decade: Vanessa da Mata, Céu, Roberta Sá, Mariana Aydar ... tutte arrivate sulla scena musicale con un terreno – un tempo fertile solo per il rock – ed oggi già pronto per il samba. E molto di tutto ciò si deve, senza ombra di dubbio, alla rilettura intrapresa da Marisa Monte, quanto meno dal 1996 (“A Menina Dança", pezzo da Acabou Chorare, fu inserita dalla cantante carioca nel disco Barulhinho Bom).
Acabou Chorare nasce dal impatto generato a seguito dell’incontro tra il gruppo e João Gilberto (e sbaglia chi pensa che l’influenza musicale sia stata in un solo senso. Basta ascoltare il disco João Gilberto, 1973, al 47º posto di questa stessa classifica, pre scoprire che si tratta dell’altro lato della medaglia.).
Dopo un primo disco semi-tropicalista, vagamente psichedelico e sostanzialmente rock registrato a São Paulo (É Ferro na Boneca, 1970), il gruppo fa le valigie e si trasferisce a Rio de Janeiro. Luiz Galvão, paroliere dei Novos Baianos, conosceva il padre della bossa nova fin dall’adolescência a Juazeiro e riprese il contatto non appena mise piede nella “Cidade Maravilhosa”. Per qualche motivo inspiegabile, João si identifico con questa compagnia di hippies e cominiciò subito a frequentare “l’alloggio” in cui avevano preso dimora. Presentò così al gruppo un samba che sarebbe diventato il pezzo chiave della trasformazione sonora che avvene nel 1972. “Brasil Pandeiro" fu composto negli anni 40 da Assis Valente per Carmen Miranda, e fece quasi tanto successo allora quanto ne avrebbe fatto poco più di trent’anni dopo. Il vecchio samba portava un messaggio profondo: “Guardate dentro voi stessi” fu quello che João Gilberto disse al gruppo.
Il brano che dà titolo all’intero album ha invece come fonte di ispirazione una storia che João racconta a Galvão al telefono e che divenne poi famosa. Quando ancora era una bambina, sua figlia Bebel, era solita parlare una lingua ibrida, mescolando il portoghese della sua terra natale con lo spagnolo imparato durante il periodo passato in Messico con i genitori. Figlia unica, Bebel era ricoperta di ogni sorta d’attenzioni. Dopo uno scivolone, vedendo che tutta la famiglia accorrreva per vedere se si era fatta male, la bambina se ne usci con questa frase: “Acabou chorare!" (“terminò di piangere”). La canzone divenne una delle più trasmesse nelle radio di tutto il Brasile per più di 30 settimane consecutive.
Ma il maggior successo del disco fu “Preta Pretinha", musica di Moraes Moreira scritta sui versi che Galvão aveve scritto per una ragazza di Niterói (forse Baby Consuelo? nota del blogger).
La considerazione nei confronti del disco è cresciuta nel corso del tempo. Dopo 35 anni brani come “Mistério do Planeta", “A Menina Dança", “Tinindo Trincando" e “Besta É Tu" sono in splendida forma e hanno certamente contribuito a portare Acabou Chorare a raggiungere per la prima volta il vertice della classifica dedicata ai migliori dischi brasiliani di tutti i tempi.

Marcus Preto (Rolling Stone Brasil)

Novos Baianos - Mistério do Planeta


vocal: Paulinho Boca de Cantor
violão: Moraes Moreira
guitarra: Pepeu Gomes
baixo: Dadi
batera: Jorginho Gomes.
De fora: Baby Consuelo, Baixinho, Bola e Charli.


Preta Pretinha - Novos Baianos

mercoledì 7 novembre 2007

Os 100 maiores discos
 da música brasileira


“La questione su quali siano i grandi dischi della musica brasiliana è un argomento in continua evoluzione, più di quanto si possa pensare. È noto che la prospettiva di valutazione cambia nel tempo, ma è altrettanto ovvio che esistono parametri “assoluti” che è impossibile ignorare.
In una votazione senza precedenti nella stampa nazionale, Rolling Stone Brasil ha convocato specialisti, produttori e giornalisti per eleggere i migliori dischi della nostra musica di tutti i tempi. Ad ognuno dei 60 giurati è stato chiesto di scegliere 20 dischi senza ordine di preferenza.
I criteri utilizzati includono il valore artistico intrinseco e l’importanza storica del disco. Sommando i 1200 voti così raccolti ecco la lista dei 100 dischi essenziali per il Brasile ... “


Ecco come Rolling Stone Brasil presenta la sua classifica dei 100 dischi che fanno la storia della musica brasiliana. Che ne pensa coscienzasporca? Beh ad esempio che non mi aspettavo i Novos Baianos al primo posto, che sono molto contento per la 5 posizione di Secos e Molhados, che fra i 100 dischi alcuni artisti si ripetono più volte mentre altri, meritori comunque di una citazione, non si vedono proprio. 4 dischi degli Os Mutantes su 100 mi sembrano un po’ troppi (con tutto il mio rispetto per Rita Lee e con tutto che siano stati tra i gruppi brasiliani preferiti da Kurt Cobain oltre che da David Byrne) e sono certamente il risultato della loro recente reunion.

Ma questo è probabilmente il frutto del meccanismo scelto dalla rivista per redarre la classifica. Ai primi dieci di questa lista RS Brasil ha dedicato una particolare recensione. Un po’ alla volta coscienzasporca vedrà di farne una, speriamo accettabile, traduzione.



01. Acabou Chorare (Novos Baianos, 1972)
02. Tropicália ou Panis et Circencis (Vários, 1968)
03. Construção (Chico Buarque, 1971)
04. Chega de Saudade (João Gilberto, 1959)
05. Secos e Molhados (Secos e Molhados, 1973)
06. A Tábua de Esmeralda (Jorge Ben, 1972)
07. Clube da Esquina (Milton Nascimento Lô Borges, 1972)
08. Cartola (Cartola, 1976)
09. Os Mutantes (Os Mutantes, 1968)
10. Transa (Caetano Veloso, 1972)
11. Elis Tom (Elis Regina e Antônio Carlos Jobim, 1974)
12. Krig-Ha Bandolo (Raul Seixas, 1973)
13. Da Lama ao Caos (Chico Science Nação Zumbi, 1994)
14. Sobrevivendo no Inferno (Racionais MC’s, 1998)
15. Samba Esquema Novo (Jorge Ben, 1963)
16. Fruto Proibido (Rita Lee, 1975)
17. Racional Volume 1 (Tim Maia, 1975)
18. Afrociberdelia (Chico Science Nação Zumbi, 1996)
19. Cabeça Dinossauro (Titãs, 1986)
20. Fa-Tal - Gal a Todo Vapor (Gal Costa, 1971)
21. Dois (Legião Urbana, 1986)
22. A Divina Comédia ou Ando Meio Desligado (Os Mutantes, 1970)
23. Coisas (Moacir Santos, 1965)
24. Roberto Carlos em Ritmo de Aventura (Roberto Carlos, 1967)
25. Tim Maia (Tim Maia, 1970)
26. Expresso 2222 (Gilberto Gil, 1972)
27. Nós vamos Invadir Sua Praia (Ultraje a Rigor, 1985)
28. Roberto Carlos (Roberto Carlos, 1971)
29. Os Afro-Sambas (Baden Powell, Quarteto em Cy e Vinícius de Moraes, 1966)
30. A Dança da Solidão (Paulinho da Viola, 1972)
31. Carlos, Erasmo (Erasmo Carlos, 1970)
32. Pérola Negra (Luis Melodia, 1973)
33. Caymmi e Seu Violão (Dorival Caymmi, 1959)
34. Loki? (Arnaldo Baptista, 1974)
35. Estudando o Samba (Tom Zé, 1976)
36. Falso Brilhante (Elis Regina, 1976)
37. Caetano Veloso (Caetano Veloso, 1968)
38. Maria Fumaça (Banda Black Rio, 1977)
39. Selvagem? (Os Paralamas do Sucesso, 1986)
40. Legião Urbana (Legião Urbana, 1985)
41. Meus Caros Amigos (Chico Buarque, 1976)
42. O Bloco do Eu Sozinho (Los Hermanos, 2001)
43. Refazenda (Gilberto Gil, 1975)
44. Mutantes (Os Mutantes, 1969)
45. Raimundos (Raimundos, 1994)
46. Chaos A.D. (Sepultura, 1993)
47. João Gilberto (João Gilberto, 1973)
48. As Aventuras da Blitz (Blitz, 1982)
49. Racional Volume 2 (Tim Maia, 1976)
50. Revolver (Walter Franco, 1975)
51. Clara Crocodilo (Arrigo Barnabé, 1980)
52. Cartola (Cartola, 1974)
53. O Novo Aeon (Raul Seixas, 1975)
54. Refavela (Gilberto Gil, 1977)
55. Nervos de Aço (Paulinho da Viola, 1973)
56. Amoroso (João Gilberto, 1977)
57. Roots (Sepultura, 1996)
58. Antônio Carlos Jobim (Tom Jobim, 1963)
59. Canção do Amor Demais (Elizeth Cardoso, 1958)
60. Gil e Jorge Ogum Xangô + D2 (Gilberto Gil e Jorge Ben, 1975)
61. Força Bruta (Jorge Ben, 1970)
62. MM (Marisa Monte, 1989)
63. Milagre dos Peixes + D2 (Milton Nascimento, 1973)
64. Show Opinião (Nara Leão, Zé Kéti e João do Vale, 1965)
65. Nelson Cavaquinho (Nelson Cavaquinho, 1973)
66. Cinema Transcendental (Caetano Veloso, 1979)
67. África Brasil (Jorge Ben, 1976)
68. Ventura (Los Hermanos, 2003)
69. Samba Esquema Noise (Mundo Livre S/A, 1994)
70. Getz/Gilberto Featuring Antônio Carlos Jobim (Stan Getz, João Gilberto e Antônio Carlos Jobim, 1963)
71. Noel Rosa e Aracy de Almeida (Aracy de Almeida, 1950)
72. Jardim Elétrico (Os Mutantes, 1971)
73. Angela Ro Ro (Angela Ro Ro, 1979)
74. Õ Blésq Blom (Titãs, 1989)
75. Tim Maia (Tim Maia, 1971)
76. A Bad Donato (João Donato, 1970)
77. Canções Praieiras (Dorival Caymmi, 1954)
78. Gilberto Gil (Gilberto Gil, 1968)
79. Álibi (Maria Bethânia, 1978)
80. Gal Costa (Gal Costa, 1969)
81. Psicoacústica (Ira!, 1988)
82. O Inimitável (Roberto Carlos, 1968)
83. Matita Perê (Tom Jobim, 1973)
84. Qualquer Coisa/Jóia (Caetano Veloso, 1975)
85. Jovem Guarda (Roberto Carlos, 1965)
86. Beleléu, Leléu, Eu (Itamar Assumpção e Banda Isca de Polícia, 1980)
87. Verde Anil Amarelo Cor de Rosa e Carvão (Marisa Monte, 1994)
88. Nada Como Um Dia Após O Outro Dia + D2 (Racionais MC’s, 2002)
89. Carnaval na Obra (Mundo Livre S/A, 1998)
90. Quem é Quem (João Donato, 1973)
91. Cantar (Gal Costa, 1974)
92. Wave (Tom Jobim, 1967)
93. Lado B, Lado A (O Rappa, 1999)
94. Vivendo e Não Aprendendo (Ira!, 1986)
95. Doces Bárbaros + D2 (Gil, Bethânia, Caetano e Gal, 1976)
96. A Sétima Efervescência (Júpiter Maçã, 1996)
97. Araçá Azul (Caetano Veloso, 1972)
98. Elis (Elis Regina, 1972)
99. Revolução por Minuto (RPM, 1985)
100. Circense (Egberto Gismonti, 1980)

Da un attento blog brasiliano deduco questi dati: non ci sono dischi precedenti al 1950 né successivi al 2003, il periodo più rappresentato sono gli anni 70, con 51 dischi su 100 pubblicati tra il 1970 e il 1979.
Seguono gli anni 60 con 16 album e gli 80 con 14 titoli.
Infine gli anni 90 (11 dischi), gli anni 50 (5), gli anni post 2000 con soli tre titoli. Caetano Veloso e Gilberto Gil compaiono, cadauno, 7 volte. Gal Costa, Tom Jobim e Jorge Ben 5 volte, Tim Maia e Os Mutantes (come detto) 4 volte.

Mica scema la ragazza


Ogni tanto un post su Gisele ci vuole.
(dalle notizie brevi di musibrasil.net)
Secondo la rivista "Forbes", la top model gaúcha, che lo scorso anno ha guadagnato 33 milioni di dollari, si rifiuta di ricevere compensi nella valuta statunitense, da lei considerata «troppo fragile» e per contratto pretende, da qualche tempo, che i cachet le vengano corrisposti nella moneta unica europea.

giovedì 1 novembre 2007

"The most extraordinary voice I've ever heard in my life"

Parole di Lou Reed. Anche il jazz ha la sua voce, per così dire, controtenorile.
Colpito durante la pubertà da una sindrome che gli blocca la crescita: nasce così la voce di Jimmy Scott.
E Jimmy non ne fa certo un problema, anche quando al supermercato gli chiedono ancora "Cosa desidera signora?".