sabato 30 gennaio 2010

A 50 anni sei figo, ma non ti vuole nessuno!















Ieri su repubblica.it, queste due notizie stavano una a fianco dell’altra.

venerdì 29 gennaio 2010

Ciro, il cassintegrato.


Ma sarà, forse, assunto lo spagnolo Benitez (e il suo staff di 11 persone) dando una mano alla Spagna dove la disoccupazione è arrivata al 19%.

mercoledì 27 gennaio 2010

Il corpo musicale.

Ricollegandomi al post precedente, inutile dire che anche nel canzoniere brasiliano “si toccano” un po’ tutte le parti del corpo. Non c’è canzone senza fisicità. Adesso non sto qui a pensare alle parti più strane, mi fermo alle più comuni come occhi, seni, mani, gambe, faccia, ma anche cuore e vene, citate nella canzone di oggi. Max de Tomassi mi perdonerà se, ancora una volta rubo a lui la traduzione. La canzone è un grande classico, meravigliosa come sempre se a scriverla sono Tom Jobim e Chico Buarque. Chico Buarque che sarà, tra non molto, in Italia per presentare il nuovo romanzo Latte Versato. Le innamorate di Chico sono avvertite (e lo dico soprattutto a Robi, se sei in ascolto!)

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Eu te amo
Tom Jobim / Chico Buarque

Ah, se já perdemos a noção da hora

Ah, se abbiamo perso la nozione del tempo
Se juntos já jogamos tudo fora

Se insieme abbiamo buttato via tutto
Me conta agora como hei de partir
Dimmi adesso come dovrò partire

Ah, se ao te conhecer
Se quando ti ho conosciuto
Dei pra sonhar, fiz tantos desvarios
mi sono messo a sognare, ho fatto tante follie
Rompi com o mundo, queimei meus navios
Ho chiuso fuori il mondo, bruciato le mie navi
Me diz pra onde é que inda posso ir
Dimmi dove ancora possa andare

Se nós nas travessuras das noites eternas

Se noi nel passaggio della notte eterna
Já confundimos tanto as nossas pernas

abbiamo così tanto confuso le nostre gambe
Diz com que pernas eu devo seguir
Dimmi con quale gambe io dovrò continuare

Se entornaste a nossa sorte pelo chão
Se hai rovesciato a terra la nostra sorte
Se na bagunça do teu coração
Se nella confusione del tuo cuore
Meu sangue errou de veia e se perdeu
il mio sangue ha sbagliato vena e si è perso

Como, se na desordem do armário embutido

Perchè se nel disordine del tuo armadio a muro
Meu paletó enlaça o teu vestido

La mia giacca si lega al tuo vestito
E o meu sapato inda pisa no teu
E le mie scarpe calpestano le tue

Como, se nos amamos feito dois pagãos

Perchè se ci siamo amati come due pagani
Teus seios ainda estão nas minhas mãos

i tuoi seni sono ancora nelle mie mani
Me explica com que cara eu vou sair
spiegami con che faccia dovrò andarmene

Não, acho que estás te fazendo de tonta

No, penso che tu stia soltanto fingendo
Te dei meus olhos pra tomares conta

Ti ho dato i mei occhi per custodirli
Agora conta como hei de partir.
Spiegami ora come potrò partire.

lunedì 25 gennaio 2010

Corpo a corpo


Qui la mappatura delle parti del corpo più citate dai vari generi musicali: devo dire che l’idea è interessante e la grafica del sito piacevole ed elegante. (da repubblica.it)

giovedì 21 gennaio 2010

"Prima o botão" (Push the button, come direbbe Facchinetti).

Un commento di Anna, nuova lettrice del blog, mi segnala la voce di Maria Gadu e mi dà lo spunto per un minisondaggio, una sfida alla X-Factor per scegliere tra le due voci emergenti della musica brasiliana. Le ragazze sono ovviamente la succitata Maria Gadu, al suo primo album, e Mallu Magalhães partita in anticipo rispetto alla “sfidante” e con un secondo album all’attivo, uscito a fine 2009.

Non è detto che la competizione si fermi qui e non possa essere allargata mettendo in sfida altre possibili pretendenti (e non mancano di certo) al trono di “jovem cantora brasileira” più rappresentativa di questo inizio decennio.

Le canzoni scelte per la sfida sono scritte dalle stesse interpreti. Mallu scrive e canta quasi sempre in inglese: ma qui ho scelto un suo brano in portoghese O Preço da Flor dal primo disco. Per Maria, il brano Shimbalaiê tema sonora di una fortunata novela TV.


O Preço da Flor - Mallu Magalhaes ASCOLTA

Shimbalaie - Maria Gadu ASCOLTA

Britônicos: "Abstinência".


Due belle facce giovani e un primo demo.

domenica 17 gennaio 2010

Cose che si incrociano nella mia testa.


Mi è capitato l’ultimo giorno dell’anno. Non che capiti spesso, tanto che, per ripescare un episodio analogo, devo tornare a metà anni ’90. Allora eravamo in un’enoteca a Padova per cenare, questa volta in un bar libreria di Bassano, entrati per curiosare e per una merenda pomeridiana. In entrambi i casi ci è capitato di ascoltare della musica brasiliana, non un brano, ma un album per intero.
A Padova (certamente da un CD) l’Unplugged di Gilberto Gil, disco uscito in pieno boom di versioni acustiche; a Bassano (dal pc aperto su iTunes) Pérolas Aos Poucos (disco uscito nel 2003 che dovrebbe tradursi più o meno in “perle, poco a poco” ) di Zè Miguel Wisnik. Tra i due episodi ce n’è un terzo: un disco di Daniela Mercury in un negozio di abbigliamento (il commesso era un fan, già in possesso dei biglietti per un prossimo concerto della cantante di Salvador, a quei tempi regina dell'axè).
Dall’enoteca siamo usciti soddisfatti da un ottimo menù, dalla libreria con un libro dedicato a Gli Anni del Corriere dei Ragazzi, a cui ho cercato (inutilmente) di fare resistenza, come per tutte le cose che mi riportano a quei mitici (e psicologicamente mai più superati) anni settanta. Per coincidenza nei primi giorni di gennaio è morto il grande Tibet, creatore del mio eroe a fumetti dell’infanzia (siamo sempre a cavallo tra ’60 e ’70) il giornalista detective Ric Roland, pubblicato sul Corriere dei Piccoli e nei Classici Audacia / Albi Ardimento. Ric Roland (che faceva Ric Hochet nell’originale francese e che tante volte ho interpretato nella finzione dei giochi pomeridiani) aveva un guardaroba di giacche tutte uguali (in un tessuto che ancora oggi farei fatica a definire), una bella Porsche, una dolce fidanzatina Nadine e un bel po’ di nemici e misteri da risolvere, tra innevate location alpine o interni parigini. Anche qui un ricordo mantenuto vivo grazie agli acquisti su qualche bancherella di fumetti usati.

Beh il disco di Gilberto Gil contiene Drão, una delle canzoni che mi piacciono di più (e non solo tra quella scritte da Gil) che merita però un post a parte.

Del disco di Ze Miguel Wisnik (autore che conosco più di nome che di ascolti, letterato, professore di letteratura portoghese ecc. ecc) mi è capitato di fermarmi e tornare spesso su questa Tempo Sem Tempo. Una ragione ci dovrà pur essere.

Tempo sem tempo - Zé Miguel Wisnik ASCOLTA

venerdì 15 gennaio 2010

Non parlo mai di pubblicità (per fortuna).

Devo dire che trovavo più gentile il trattamento d Calzedonia con chitarra e voce femminile ed una sola variante del testo, per quanto fondamentale (sorelle d’italia). Decisamente più truce il trattamento riservato da CheBanca! al Va, pensiero, classica interpretazione lirica, nessun arrangiamento particolare, ma un testo “profanato” da riferimenti a conti correnti e tassi di interesse (perchè comunque il Va, pensiero ha una sua storia ed un valore civile). Vero che il primo è l’inno italiano ed il secondo soltanto il l’inno padano (si fa per dire). Vero che (come ha detto Buffon) sarebbe stato meglio usare l’inno italiano per una finalità sociale invece che commerciale. Vero che il Va, pensiero musicalmente non mi esalta e non mi emoziona più di tanto. Ma la disparità di trattamento (lo spot Calzedonia sospeso, CheBanca! ad imperversare tra radio e tv) mi dà comunque un certo fastidio. Sarà che le calze dopo un po’ puzzano mentre, come già sapevano gli antichi, pecunia non olet.

Frasi che funzionano su di me come un telecomando.


Quando, in una trasmissione radiofonica, arriva la telefonata dell’ascoltatore che inizia con ”volevo premettere che sono sempre stato un elettore di...” o simili, mi trovo automaticamente e inevitabilmente a cambiare stazione.

giovedì 14 gennaio 2010

Io che non sono "uomo di classifica"...


Anche in questo post mi tocca citare Emmebi, e lo faccio molto volentieri. Personalmente non sarei in grado di fare una classifica dei miei album preferiti dell’anno o del decennio, ma già una volta m’era scappato di dire che, dovendo consigliare almeno un disco di musica brasiliana per quell’anno (ed era il 2007), sarebbe stato certamente di Caetano Veloso. Ora Michele Boroni mi mette Zii e Zie sempre di Caetano (e sempre con la stessa bandaCê) al primo posto della sua classifica 2009. Come vedete non potevo non citarlo, anzi riporto per intero la sua motivazione/recensione (con tanto di link per ascoltare tutte le canzoni) che condivido appieno (anche per la parte che riguarda il "bravo e ingombrante Morelenbaum").

Caetano Veloso ha 67 anni, ma ha la sfrontatezza e la voglia di mettersi in gioco di un ragazzino. Solo che oggi ragazzini con la sfrontatezza e la voglia di mettersi in gioco di Veloso se ne vedono pochi.
Liberatosi dal bravo e ingombrante violoncellista Morelenbaum che lo aveva trasformato nel classico cantante 'borsetta' (copyright Labranca), Veloso ha ripreso la lezione di scarnificazione della MPB (Musica Popolare Brasiliana) imparata da Arto Lindsay al netto degli anacronistici rumorismi no-wave, ha poi coinvolto tre musicisti ventenni di San Paolo cresciuti a Radiohead, Yo La Tengo e Arctic Monkeys. e si è messo a lavorare sodo. Il primo risultato è stato il precedente Cé, disco ostico, figlio di un certo art rock primi anni 80 piuttosto che un lucido esempio di musica contemporanea. Quest'anno, senza promozione alcuna, è uscito Zii e Zie. La copertina più brutta dell'anno per un disco strepitoso.
Elettrico ed essenziale, dritto e scarno, ipnotico e ricco di melodia. Veloso la definisce Transambas e Transrock.
Tutto il disco si può ascoltare
qui

mercoledì 13 gennaio 2010

Haiti

A qualcuno che, come me, legge il blog Emmebi, sarà capitato di fermarsi sul post odierno dall’amaro titolo “Hai mai sentito di un terremoto a Montecarlo?” Per approfondire il testo della canzone Haiti (1993), importante nel repertorio di Gil e Veloso, vi rimando qui e qui. Però, più che al tremendo terremoto di Haiti, il brano sembra adattarsi ad altri recenti fatti. Haiti è qui
, Haiti non è qui.

Haiti - caetano & gil ASCOLTA

sabato 9 gennaio 2010

Tra tante “Cover”, l’originale.


Ultimamente (so di ripetermi) le cover ci stanno sommergendo, dall’Italia al Brasile, al resto del mondo. Non me ne tiro fuori, avendone proposte diverse aNch’io e con molto piacere. Ma questa Cover di Erasmo Carlos (dal recente album "Rock 'n' roll") lo è solo nel titolo: Erasmo (o Tremendão) si diverte a cantarci di non essere la cover di Roberto (o Rei) o di Elvis (the King): “sono una Cover, la Cover di me stesso... mi piace essere uguale a me stesso, gemello dell’io originale”. Per la cronaca la canzone si è guadagnata la terza posizione nella classifica dei migliori brani brasiliani dell’anno ("25 melhores músicas nacionais de 2009") secondo la redazione di RollingStone Brasil.

Cover - Erasmo Carlos ASCOLTA

Vecchie glorie e nomi nuovi

Sembra proprio che questa ragazza sia stata la rivelazione del 2009: il tempo ne confermerà o meno il talento e la personalità che non sembrano mancarle. Ma aspettiamo ancora un po’, come si dice per i campioncini del calcio. Intanto Maria Gadù si gode il favore del pubblico e un 2009 che l’ha vista in uscita con il primo album, in tv nella miniserie dedica alla cantante Maysa, nelle cronache del gossip per la relazione con Luiza Possi, in alto negli ascolti grazie al solito volano delle “minissérie tv” (con l’interpretazione di “A Historia de Lily Braun” di Chico Buarque ed Edu Lobo). Insomma, visto che siamo ormai nel weekend, non vado oltre, ma ne approfitto per linkare un po’ di musica.
A Historia de Lily Braun la facciamo cantare anche a Chico perchè il video, tratto dall’ultimo lavoro (Carioca Ao Vivo), è davvero bello e propone un’ottima session di musicisti.
A Maria Gadù, visto le tante cover passate ultimamente, affidiamo la superclassica Ne Me Quitte Pas di Jacques Brel che mi permette di ringraziare Paola per la traduzione che mi scrisse qualche anno fa e che ancora conservo gelosamente nella busta del vinile. Merci mille fois!



giovedì 7 gennaio 2010

Ricoperti dalle cover

Mentre Zé Ramalho ha scelto di fare il Bob Dylan traducendolo in portoghese, e Carlos Careqa continua a divertirsi a fare il Tom Waits, traducendolo in portoghese, ultimamente Seu Jorge si è inventato di fare Michael Jackson (in inglese, però nel video c'è il testo portoghese) interpretandone ao vivo diverse canzoni. Rock with you, registrata poi in studio, entrerà nel suo nuovo album previsto in prossima uscita.

mercoledì 6 gennaio 2010

2010


immagine tratta da http://territorio.terra.com.br/blog/redacao/

Ormai è diventata quasi un’abitudine: nell’impossibilità di seguire le puntate di Brasil in diretta, ne scarico il podcast che ascolto regolarmente nella settimanale seduta di lungo lento (nessuna allusione, parliamo di corsa ovviamente) che tra preparativi e defaticamento mi porta via giusto l’ora e mezza di una puntata. Oggi, ad esempio, mi sono trovato ad ascoltare la puntata del 28 dicembre, correndo in una nebbia fredda e appiccicosa, mentre nelle orecche mi passavano le note di Samba de Verão in una bella interpretazione di due musicisti italiani, Eddy Palermo (chitarra) e Marina De Sanctis (voce). Qualche settimana fa, un’intera puntata mi è passata lungo i binari di una pista di fondo, tra l’odore di neve e di abeti. Devo dire che questo cocktail di freddo alpino e calore brasiliano è stato davvero inebriante, specie con il cuore e i polmoni che pompano a mille. Max De Tomassi mi ha scritto un piao di volte, l’ultima addirittura per invitarmi in trasmissione (onore di cui non posso non tener conto e che potrebbe anche farmi superare l’abituale ritrosia). A Max De Tomassi dobbiamo uno straordinario appuntamento settimanale, uno degli spazi musicali più accoglienti e meglio curati della radio, al di là del fatto che si parli e si ascolti musica brasiliana. A Max “rubo” l’idea per il primo ascolto del 2010 (traduzione compresa) visto che si tratta di un pezzo perfetto per aprire l’anno nuovo. Lui è Ivan Lins, l’album “Um Novo Tempo” (interamente dedicato a temi natalizi), il brano Novo Tempo, scritto insieme a Vitor Martins (stessa coppia di autori di “Começar de novo”, a cui sono particolarmente legato) . Si tratta di una versione particolare, da fine anno, con tanto di coro, chiusa dal tema “Fim de ano", con cui auguro a tutti un buon 2010 “muito dinheiro no bolso, saúde pra dar e vender”.



Ivan Lins: Novo Tempo
(Ivan Lins / Vitor Martins)

No novo tempo, apesar dos castigos

Nel nuovo tempo, nonostante i castighi
Estamos crescidos, estamos atentos, estamos mais vivos

Siamo cresciuti, siamo attenti, siamo più vivi
Pra nos socorrer, pra nos socorrer, pra nos socorrer

Per venirci in aiuto

No novo tempo, apesar dos perigos

Nel nuovo tempo, nonostante i pericoli
De todos os pecados, de todos enganos, estamos marcados

Nonostante i peccati, nonostante gli errori, siamo destinati
Pra sobreviver, pra sobreviver, pra sobreviver

a sopravvivere

Pra que nossa esperança seja mais que a vingança
Affinchè la nostra speranza, più forte della voglia di vendetta,
Seja sempre um caminho que se deixa de herança
Sia sempre la strada che lasceremo come eredità.

No novo tempo, apesar dos castigos

Nel nuovo tempo, nonostante i castighi
Estamos em cena, estamos nas ruas, quebrando as algemas
Siamo in scena, siamo nelle strade, rompendo le catene
Pra nos socorrer, pra nos socorrer, pra nos socorrer
Per venirci in aiuto
No novo tempo, apesar dos perigos
Nel nuovo tempo, nonostante i pericoli
A gente se encontra cantando na praça, fazendo pirraça
Noi ci incontreremo, cantando nella piazza, giocando
Pra sobreviver, pra sobreviver, pra sobreviver
Per sopravvivere

(Incidental music) Fim de ano
(Francisco Alves/ David Nasser)
Adeus, ano velho
Feliz ano novo
Que tudo se realize
No ano que vai nascer
Muito dinheiro no bolso
Saúde pra dar e vender