Tra tanti tributi a Jannacci, il piccolo ricordo di
coscienzasporca.
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sabato 6 luglio 2013
Enzo & Chico
Mentre riascolto un “vecchio” Cd che Carlos Fernando e
Toninho Horta hanno dedicato alla canzoni di Chico Buarque (Qualquer canção) e
riascolto l’ottima interpretazione di Pedro Pedreiro mi viene in mente che di
canzone esiste una versione italiana di Enzo Jannacci. Pedro che aspettava
l’aumento adesso, forse, aspetta perfino il lavoro. E spera nel biglietto della
lotteria. Cambiato qualche cosa?
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giovedì 26 luglio 2012
Barbara Casini e Monica Demuru in un omaggio a Chico Buarque
Davvero brave Barbara Casini e Monica Demuru che ho
ascoltato mardedì sera nel cortile di Palazzo Festati a Valdagno. Monica mi ha
davvero sorpreso, Barbara di cui ho anche qualche CD, la ascoltavo in questa
occasione per la terza volta, sempre confermando la sua qualità.
Emozionante sentire le parole di Chico recitate per una
volta in italiano e poi di nuovo ritrovate e rigustate in portoghese
nell’intreccio con le note. Spogliate della musica, quelle stesse parole colpiscono in altro modo e capisci
quanto la musica, mediando con la sua dolcezza e leggerezza, riesca a renderle
accettabili nella loro frequente crudezza, forza, violenza.
Qui l’articolo di Silvia Ferrari. (da cui deriva anche la foto).
Dopo una lettura del brano “Uma palavra”, l’omaggio a
Chico delle due splendide interpreti si è aperto con questo “Bom Conselho” (1972)
dove “il bersaglio di Buarque sono i modi di dire che postulano consenso
passivo. I proverbi, come Dormire non fa passare il dolore o Prendersela comoda non porta lontano sono inviti all’inerzia e al conformismo... ricette
pacificanti e tranquilizzanti, considerazioni standardizzate che nascondono un
interesse nel mantenimento dello status quo" (Menezes).
Bom conselho (Chico Buarque)
Ouça um bom conselho
Ouça um bom conselho
Ascolta un buon consiglio
Que eu lhe dou de graça
Che ti dò gratis
Inútil dormir que a dor não passa
Dormire non fa passare il dolore
Espere sentado
Attendi seduto
Ou você se cansa
Altrimenti ti stanchi
Está provado, quem espera nunca alcança
È certo, chi aspetta non ottiene nulla
Venha, meu amigo
Vieni, amico mio
Deixe esse regaço
Abbandona le sottane materne
Brinque com meu fogo
Gioca col mio fuoco
Venha se queimar
Vieni a bruciarti
Faça como eu digo
Fa come dico
Faça como eu faço
Fa come faccio
Aja duas vezes antes de pensar
Agisci due volte prima di pensare
Corro atrás do tempo
Corro dietro il tempo
Vim de não sei onde
Vengo da dove non so
Devagar é que não se vai longe
Prendersela comoda non porta lontano
Eu semeio o vento
Semino vento
Na minha cidade
Nella mia città
Vou pra rua e bebo a tempestade
Vado per la strada e bevo la tempesta
traduzione da mappesonore.altervista.org/
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giovedì 1 marzo 2012
Lucio dove vai
L’anno è il 1967, dopo Sanremo, come adesso. Bisogna saper perdere uno dei primi 45 giri, forse il primissimo che ho comprato. Lucio dove vai, il lato B.
Dovessi scegliere ora una canzone, a parte le citate, metterei sul piatto la sigla del programma Gli eroi di cartoni. Ma c’è anche un Chico che canta Lucio e, visto il tema del blog, la scelta è inevitabile.
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domenica 13 febbraio 2011
Facendo i conti
Rimango sempre sorpreso nello scoprire quante canzoni brasiliane siano finite nei dischi di cantanti italiani. Finora m’era sfuggito il fatto che Tosca avesse duettato con Chico Buarque, in un disco del 97 (Incontri e passaggi), nella versione italiana di Trocando em Miúdos di Chico Buarque e Francis Hime (e sottolineo Francis Hime). La canzone, nella versione italiana di Sergio Bardotti, che ne fa al solito un’ottima traduzione/adattamento, era già inclusa nell’album Fio de Meada di Olivia Hime (sì, moglie di ...) con il titoli di Dividersi i resti.
Il testo, come si intuisce, parla della faticosa, fastidiosa, ma a volte inevitabile necessità di dividersi le cose quando ci si lascia. Anche piccole cose, come un libro o un disco, magari condivisi per lungo tempo. Io non ho mai sopportato che mi venissero restituti i regali, al di là del valore o del significato del regalo. Mi è capitato con oggetti a cui avevo dato importanza e che piuttosto di ritrovarmeli in mano avrei preferito dati in pegno o fusi, come suggeriscono le parole della canzone. Dividersi i resti diventa, nel disco di Tosca, Facendo i conti, togliendo al titolo una certa sfumatura funebre. Fanno ancora di più Alcione ed Emilio Santiago che, in una versione più soft, quasi ballabile, prendono la cosa con uno spirito più leggero ed ironico. Potere del samba....
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