martedì 7 agosto 2007

Un ragazzo di 65 anni. Auguri Caetano.

Oggi Caetano compie 65 anni. Per festeggiarlo ho scelto Alegria,alegria il suo primo successo, inserito anche nel primo album da solo "Caetano Veloso"


Alegria, alegria al Festival TV Record del '67. Un commento su YouTube fa notare che manca la parte in cui si cita CocaCola, tagliata nel video o forse nell'esibizione. Causa il bianco e nero si perde il colore arancione del dolcevita, in un festival in cui era ancora d'obbligo lo smoking.




Qualche anno dopo Caetano da solo, si concede perfino un errore, fatica a prendere le note alte, sorride e sgrana gli occhi. Perfetto ...


Tratto e condensato da caetano veloso “verità tropicale musica e rivoluzione nel mio brasile” Feltrinelli.

Decisi che il festival del ’67 sarebbe stato il momento giusto per scatenare la rivoluzione. [...] Cominciai a comporre una canzone che nelle mie intenzioni avrebbe dovuto essere abbastanza orecchiabile e, nel contempo, emblematica del nuovo atteggiamento. Doveva essere una marcha da Carnevale trasformata, allegra, contaminata dal pop internazionale. Mi venne in mente una canzone, Clever boy samba, che avevo scritto due anni prima. La canzone era una satira sui giovani alienati della città, piena di parole in gergo, di riferimenti a posti alla moda, a canzoni americane e a star del cinema europeo. Abbandonato lo spirito satirico, conservai invece lo schema con al centro un tipico ragazzo del suo tempo che se ne va in giro per le strade della città. [...] “Alegria, alegria” era uno dei tormentoni lanciati in quel periodo da Chacrinha (Abelardo Barbosa) fenomeno prima radiofonico e poi televisivo di quegli anni. Divenne il titolo di questa mia canzone progettata per essere un semplice apriti-sesamo, ma trasformata nel successo più grande e duraturo tra tutte le mie composizioni. Almeno per quanto riguarda il pubblico brasiliano, dal momento che gli stranieri non ci trovano niente di speciale (e io sono abbastanza d’accordo con loro). È sempre rimasta nel cuore dei miei connazionali, che pure non si sono mai abituati a chiamarla con il suo titolo, ma con il pregnante “sem leço, sem documento” (”senza fazzoletto, senza documento”), che nel testo compare due volte. [...]
Per l’accompagnamento avevo pensato di usare un gruppo già esistente nel mondo dello iè-iè-iè. La decisione è molto indicativa dell’estetica tropicalista, ma anche dei suoi limiti. Invece di lavorare insieme nella direzione di un suono omogeneo che definisse il nuovo stile, preferimmo utilizzare qualche altra sonorità già riconoscibile della musica commerciale. Questo ritardò –e questo è deplorevole soprattutto nel caso di un grande musicista come Gil- una possibile ricerca autonoma nel campo degli arrangiamenti. [...] Per quello che sarebbe stato l’esordio musicale tropicalista, la presentazione di Alegria, alegria al festival della TV Record, eravamo tutti sicuri che ci voleva un gruppo rock. Guilherme aveva scovato un gruppo rock argentino chiamato Beat Boys, composto da giovani musicisti di Buenos Aires. Appena li vidi, e li sentii suonare, capii che facevano al caso nostro [...] capelli lunghissimi e massicce chitarre colorate, erano l’esatta rappresentazione di tutto ciò che i nazionalisti della MPB più odiavano e temevano. Non provai nemmeno a pensare ad un adattamento della mia marchinha allo stile della banda. Era come se fossi convinto che la semplice sovrapposizione delle due cose avrebbe prodotto il risultato esplosivo che cercavamo. Sin dalle prime prove, però, fu evidente l’ingenuità delle soluzioni nate dalla combinazione tra la mia temerarietà e la buona volontà dei ragazzi. [...]

Ciò che nessuno, nemmeno io, disse mai –è che Alegria, alegria fu in parte ricalcata dalla Banda.
A banda era un’opera minore di Chico Buarque. Nel suo 45 giri di esordio aveva lanciato due capolavori: Pedro, pedreiro (“Pietro il muratore”) e Sonho de um carnaval (“Sogno di un Carnevale”)- in confronto alle quali questa marcinha sembrava composta da un bambinetto. A banda poteva servire per conquistare, attraverso la televisone, un pubblico più ampio o per rendere più accessibile alla gente comune il personaggio di Chico, sempre avvolto in quell’atmosfera un po’ lirica, ma non rappresentava certo l’espressione più elevata del suo sofisticato talento di compositore.
Ebbene, ferme restando le differenze di progetto e di stile tra me e Chico, per Alegria,alegria io avevo immaginato un ruolo simile. In verità, il fatto di essere una marchinha faceva di Alegria,alegria, nel contesto del festival, una specie di anti-Banda che, al tempo stesso, era anche un’altra Banda. Questo rivela che ambedue tendevano a soddisfare aspettative formali ben sedimentate nel gusto del pubblico –quindi ambedue, ugualmente “antiquate”- ed è evidente una certa affinità tra il personaggio che dice “Estava a toa na vida” (“Ero in giro a far niente” – A banda) e quello che si vede “caminhando contra o vento, sem lenço, sem documento” (“camminando controvento, senza fazzoletto, senza documento” – Alegria, alegria). Oggi considero molto rivelatore (più della mia ingenuità che della mia lucidità), il fatto che Chico si sia liberato della sua canzone-biglietto-da-visita e io invece no. Sono certo che non sarebbe particolarmente felice se le persone continuassero a ripetergli che A banda è la cosa migliore che abbia mai scritto, o che collegassero il suo nome esclusivamente a essa, come spesso succede a me con Alegria, alegria.

2 commenti:

a bim beri ha detto...

mmmh... Allegria, allegria ecco da chi ha copiato Mike Bongiorno.....

Cmq una distanza siderale tra le due performance canore....

goodnight ha detto...

Caetano ha dalla sua che invecchiando migliora. Buon per lui.