giovedì 26 luglio 2012

Barbara Casini e Monica Demuru in un omaggio a Chico Buarque





Davvero brave Barbara Casini e Monica Demuru che ho ascoltato mardedì sera nel cortile di Palazzo Festati a Valdagno. Monica mi ha davvero sorpreso, Barbara di cui ho anche qualche CD, la ascoltavo in questa occasione per la terza volta, sempre confermando la sua qualità.
Emozionante sentire le parole di Chico recitate per una volta in italiano e poi di nuovo ritrovate e rigustate in portoghese nell’intreccio con le note. Spogliate della musica, quelle stesse parole colpiscono in altro modo e capisci quanto la musica, mediando con la sua dolcezza e leggerezza, riesca a renderle accettabili nella loro frequente crudezza, forza, violenza.
Qui l’articolo di Silvia Ferrari. (da cui deriva anche la foto).
Dopo una lettura del brano “Uma palavra”, l’omaggio a Chico delle due splendide interpreti si è aperto con questo “Bom Conselho” (1972) dove “il bersaglio di Buarque sono i modi di dire che postulano consenso passivo. I proverbi, come Dormire non fa passare il dolore o Prendersela comoda non porta lontano sono inviti all’inerzia e al conformismo... ricette pacificanti e tranquilizzanti, considerazioni standardizzate che nascondono un interesse nel mantenimento dello status quo" (Menezes).


Bom conselho (Chico Buarque)

Ouça um bom conselho
Ascolta un buon consiglio
Que eu lhe dou de graça
Che ti dò gratis
Inútil dormir que a dor não passa
Dormire non fa passare il dolore
Espere sentado
Attendi seduto
Ou você se cansa
Altrimenti ti stanchi
Está provado, quem espera nunca alcança
È certo, chi aspetta non ottiene nulla

Venha, meu amigo
Vieni, amico mio
Deixe esse regaço
Abbandona le sottane materne
Brinque com meu fogo
Gioca col mio fuoco
Venha se queimar
Vieni a bruciarti
Faça como eu digo
Fa come dico
Faça como eu faço
Fa come faccio
Aja duas vezes antes de pensar
Agisci due volte prima di pensare

Corro atrás do tempo
Corro dietro il tempo
Vim de não sei onde
Vengo da dove non so
Devagar é que não se vai longe
Prendersela comoda non porta lontano
Eu semeio o vento
Semino vento
Na minha cidade
Nella mia città
Vou pra rua e bebo a tempestade
Vado per la strada e bevo la tempesta


traduzione da mappesonore.altervista.org/


mercoledì 25 luglio 2012

Luglio col bene che ti voglio

Bello questo Luglio, peccato che stia già per finire. Se avessi tempo o forse soltanto voglia di andare a correre metterei questo "Luglio" nelle cuffiette.

Che avanti che siamo noi del Subbuteo




Fifa e PES mica ce l'hanno il Balotelli a torso nudo.



martedì 24 luglio 2012

I 10 dollari meglio spesi della vostra vita


Prezzo modico per il classico oggetto “mai più senza”.
Gadget indispensabile, indicato per le vacanze ormai prossime, molto apprezzato dal target femminile.
Mi domando come questo video di culto, possa aver avuto finora meno di 100 visualizzazioni. Certamente coscienza sporca contribuirà a questa campagna a favore dell’igiene personale, ovunque e comunque. Sto già pensando ad un co-marketing con la Perrier.

lunedì 23 luglio 2012

"Le mille voci della ragazza di Ipanema"

Con questa compilation anche LaRepubblica.it ricorda la ragazza di Ipanema.

sabato 21 luglio 2012

Vai per Maria e scopri Mattia


“Ma sei andato a vedere Maria Gadù?”
Ti pare potessi perdermi colei che, la scorsa estate,  ha portato al blog più di mille contatti al giorno e a una vertiginosa scalata alla classifica dei blog musicali più visti? Sarei stato quanto meno ingrato e irriconoscente.

Che dire allora del suo nuovo tour “Mais uma Pagina” e della tappa al Teatro romano di Verona? Intanto le  apparenze: Maria mi è apparsa più alta e muscolare di quanto mi aspettassi. Vista dalle gradinate bollenti, forse anche per il desiderio di un tuffo in acqua, mi è appara come una sorta di Pellegrini con chitarra. Per quanto riguarda la parte musicale, molti pezzi li ascoltavo per la prima volta, anche perché il disco, alla data del concerto (30 giugno), in Italia non era ancora ufficialmente uscito. Detto questo mi è piaciuta “più dal vivo che dall’album”, convincente anche nella riproposta dei recenti successi, mai dati per scontati. Legato alle cose del passato ho molto apprezzato che nella setlist -come nell’album- fosse presente Amor de Indio di Beto Guedes e Marcio Borges, che a distanza di 34 anni rimane davvero un grande pezzo (nel prossimo post la traduzione). Di poche parole, anche se l’italiano lo pratica non male, è sembrata un po’ intimidita da un contesto tanto suggestivo.
(foto da www.daringtodo.com)


Chi invece non si è risparmiato nemmeno a parole, risultando assolutamente padrone della situazione, è stato quel Mattia Cigalini a cui spettava il compito di aprire le serata (tutti gli appuntamenti in programma prevedevano una doppia presenza)
accompagnando il caldo tramonto veronese in attesa dalla star della serata.
Un’apertura jazz, con rilettura di successi pop, decisamente lontana dal mondo di Maria Gadù  con il solo denominatore comune della giovane età dei due interpreti
oltre al fatto che anche i brani proposti da Mattia appartengono ad un album progetto
non ancora pubblicato. Talmente giovani che, anche sommado i loro anni, non riescono a raggiungere la mia età.
Sax, chitarra, basso e batteria che suonano il waka waka e Lady Gaga. Forse per l’atmosfera, al calar della sera, ho trovato questa Firework  particolarmente intrigante... e poi il brano di Katy Perry mi è sempre piaciuto.
L’audio qui è quello che è (poca cosa) assicuro che dal vivo l’impatto è stato davvero notevole.

venerdì 13 luglio 2012

Chissà perché l'11 luglio?



11 luglio 1982, trent’anni dal mondiale di Paolo Rossi (e di tutti gli altri ovviamente),
il mondiale delle partite video registrate e riviste fino alla noia/nausea, felici possessori della tecnologia della moviola fino ad allora esclusivo appannaggio del mitico Carlo Sassi. La ricorrenza mi sarebbe invero sfuggita se non fossi incappato nel ricordo del solito Linus (dico solito per la mia frequentazione radiofonica e in perenne ricordo del tratto corso insieme lungo la ciclabile Riccione Cattolica...) che nella stessa puntata celebra anche i 50 anni della canzone brasiliana più popolare al mondo, sembra in assoluto seconda solo a Yesterday come numero di cover, quella Garota de Ipanema esportata anche nella versione inglese di The Girl from Ipanema.
Ora l’anno è certamente quello e se avessi ascoltato tutta la puntata vi saprei dire anche il perché di questa data, 11 luglio appunto, che potrebbe corrispondere alla prima esecuzione o registrazione o uscita del disco o registrazione alle Siae brasiliana ce ne fosse una. Tant’è. Prendo per buone le parole di Linus e aggiungo due considerazioni personali. Da Garota di Ipanema al mondiale di Spagna passano 20 anni. Da quel “Campioni, Campioni, Campioni” ad oggi passano 30 anni, 10 di più. I calendari non mentono. Eppure già al tempo di Pablito&Co, la canzone di deMoraes/Jobim mi sembrava un classico lontanissimo nel tempo, mentre oggi sento il 3° mondiale italiano come parte di un passato, certo non prossimo, ma non ancora remoto. Sarà perchè l’intensità della prima parte delle nostre vite sembrano dilatare il tempo, mentre la fretta degli anni centrali lo sembrano abbreviare. Insomma una spiegazione ci sarà di certo.
Detto questo, se qualcuno avesse una sua versione preferita di Garota de Ipanema la riporti nei commenti. Linus per l’occassione ha scelto la versione di Lou Rawls ma le alternative non mancano di certo, comprese quelle degli italiani, da Bruno Martino a Piero Pelù.

(grazie per la foto a gianzinho-culturabrasil.blogspot.com)