martedì 30 dicembre 2008

“Pe pe, pe pe pe pe”



“Two Man Sound”, che poi sono tre belgi, vi dirà molto poco. Se dico Disco Samba, anno 1978, avrete cominciato a capire.
Se dico il trenino del veglione di domani sera avete capito tutto.
Mi sono trovato ad ascoltarlo di recente durante la cena aziendale nel ristorante del Gardaland Resort, eseguita al momento del taglio panettone. Il trio, accompagnato da una voce femminile, aveva del resto accompagnato gli antipasti con un po’ di bossa nova. È quel che si dice il classico luogo comune sulla musica brasiliana: “uscesce' uscesce” su fritturina e san daniele, “pe pe, pe pe pe pe” al momento del botto. Niente di sconvolgente o di terrificante nemmeno per me: la musica brasiliana mi piace perfino così. Al momento di disco samba (senza trenino, niente paura) dicevo a un amico che in mezzo a quel pot-pourri, fatto in pratica di soli refrain, ci sono dei pezzi importanti, giustamente trascinanti, che hanno alle spalle grandi autori e grandi interpreti. Soltanto Zazueria, 3 elemento della compilation, ha avuto un sacco di incisioni, tra cui Elis Regina e Astrud Gilberto, anche se poi ho scelto la voce di Wilson Simonal, credo il primo a inciderla. Sì perchè oltre alla briga di elencare tutti i vagoni del trenino, m’è passato per la testa l’idea di proporveli per intero, in alcune delle loro interpretazioni importanti. Mancano le pur indispensabili (per il trenino) Brigitte Bardot e Charlie Brown (trovata!) e i 4 brani che portano la firma di un componente del trio, tale Lou Deprijck, tra cui la celeberrima Pega no ganzê (“faccela vedè, faccela toccà”) uscita giusto da un coro allo stadio (trovata anche questa, leggi commenti). Nessuna traccia di video, invece, dei brani Caramba (Jorge Ben) e Mariana.

Il trenino
Taj Mahal (Jorge Ben)
Upa neguinho (Edu Lobo e Gianfrancesco Guarnieri)
Zazueira (Jorge Ben)
Aeiou Ypselum (L. Deprijck)
Fio maravilha (Jorge Ben)
Brigitte Bardot (Miguel Gustaud)
Caramba (Jorge Ben)
País tropical (Jorge Ben)
Sou fla fla (L. Deprijck)
Aquarela do Brasil (Ary Barroso)
Voce abusou (Antonio Carlos - Jocafi)
Nega de obaluaê (Wando)
Tristeza (Haroldo Lobo - Nithinho)
Charlie Brown (Benito Di Paula)
Pega no ganzê (L. Deprijck - S. Vanholmen)
Mariana (Rodolfo De Souza - Olho Verde - Paulo Brasao)
Mas Que Nada (Jorge Ben)
Desacato (Antonio Carlos - Jocafi) por isso ancora deixa estar
Copacabana (S. Vanholmen - Penny Els)
Ritmocada (L. Deprijck)
Charlie Brown (Benito Di Paula)

Jorge Ben Jor – “Taj Mahal”


Elis Regina - "Upa Neguinho"


Wilson Simonal – “Zazueira”


Maria Alcina- “Fio Maravilha”


Wilson Simonal – “País Tropical”


Joao Gilberto – “Aquarela do Brasil”


Elis e Antonio Carlos & Jocafi - "Lucia Esparadrapo, Mudei de Idéia, Você Abusou, Mas que doidice e Desacato"


Adriano Trindade - "Nega de Obaluaê"


Baden Powell – "Tristeza"


Benito di Paula - Charlie Brown



Jair Rodrigues - "Festa para um rei negro"
  





Sergio Mendes & Brasil 66 - "Mas Que Nada"

Tom Zé: “Estudando A Bossa” a suo modo disco dell’anno.


Finisce il 2008, anno dei 50 anni della bossa nova, in cui non sono certo mancati gli omaggi “di genere” al genere.
Diverse le celebrazioni piene della comprensibile devozione, ma povere della necessaria originalità, in questo e per questo poco bossanoviane. Per fortuna c’è Tom Zè che, in epoca di classifiche di fine anno, non esito a piazzare ai primissimi posti delle mie personali preferenze.
“Estudando a Bossa”, terzo di una ideale trilogia -"Estudando Samba" (1976) , "Estudando Pagode" (2005)- è un disco tanto talentuoso quanto godibile, che omaggia la bossa come genere vivo, suonandone le emozioni ed i tic, le eterne novità e gli inevitabili luoghi comuni.

Insieme alla voce, al solito graffiante di Tom Zé, un infinito elenco di voci femminili e quella di David Byrne, tanto che nei 14 pezzi dell'album Tom appare da solo nel solo João Nos Tribunais, vera lezione in musica sulla nascita della bossa nova.
Sincope Jaobim con Andréia Dias è splendida fin dal titolo con un testo che cita tutti i nomi della bossa. Da modesto studente, Tom si applica con il solito estro, dimostrandosi un ideale maestro senza cattedra. Questa volta dietro la lavagna i colleghi, al confronto davvero poveri di idee.

lunedì 29 dicembre 2008

5 giorni lavorativi


Tanti i giorni che il provider mi ha dato per riconnettermi al servizio, praticamente dopo le feste. Alla fine, non so come, ci sono riuscito da solo.
Quindi recupero in fretta, facendo gli auguri a tutti e rispondendo ai commenti arretrati. Nel frattempo, a Natale, Tom Brady ha lanciato la sua proposta di matrimonio a Gisele che, pare, abbia detto sì.

lunedì 22 dicembre 2008

"Io pensavo che tutto il mondo fosse figlio di Babbo Natale"


Natal Bem Brasileiro uscito a novembre di quest’anno dalla solita Biscoito Fino, davvero una fucina di progetti musicali, è un disco sul tema del natale, senza standard internazionali, messo insieme pescando esclusivamente dal canzoniere verdeoro.
Recadinho de Papai Noel di Assis Valente (interpretata nel 1934 da Carmen Miranda) è qui cantata da Wanderléa. Dello stesso autore il pezzo (anno '33) che apre il disco Boas Festas con la voce di Maria Bethânia. Un bella canção natalina e un augurio anticipato a chi fosse già in procinto di partire e spegnere il pc.

Maria Bethânia: Boas Festas

domenica 21 dicembre 2008

"Oggi la notte è giovane"

Ricordando che nella MPB una canzone che si chiama Tristeza ha un ritmo allegramente sambato mentre A Felicidade risulta decisamente malinconica, il Poema de Natal di Vinicius De Moraes (qui con la sua voce) non poteva che essere poeticamente, ma decisamente triste. Giusto per chi soffre un po’ la depressione delle feste. Bella sì, ma meglio avere (non dico quella trentina di whiskies bevuti al giorno dal nostro poetinha) ma almeno un grappino, quello sì, sotto mano.



Poema de Natal
Vinicius De Moraes

(traduzione: Federico Guerrini)

Para isso fomos feitos:

Per questo fummo creati:

Para lembrar e ser lembrados

Per ricordare ed essere ricordati

Para chorar e fazer chorar
Per piangere e fare piangere


Para enterrar os nossos mortos -

Per seppellire i nostri morti –
Por isso temos braços longos para os adeuses

Per questo abbiamo braccia lunghe per gli addii

Mãos para colher o que foi dado

Mani per cogliere quel che ci è stato dato
Dedos para cavar a terra.
Dita per scavare la terra.

Assim será a nossa vida:

Così sarà la nostra vita:
Uma tarde sempre a esquecer
Una sera sempre ad aspettare

Uma estrela a se apagar na treva

Una stella che si spenga nelle tenebre

Um caminho entre dois túmulos -
Un cammino fra due tumuli
 -
Por isso precisamos velar

Per questo dobbiamo vegliare
Falar baixo, pisar leve, ver

Parlare a bassa voce, camminare piano, osservare

A noite dormir em silêncio.
La notte che dorme in silenzio.

Não há muito que dizer:
Non c’è molto da dire:

Uma canção sobre um berço

Una canzone su una culla
Um verso, talvez, de amor

Un verso, a volte, d’amore
Uma prece por quem se vai –
Una preghiera per chi se ne va -

Mas que essa hora não esqueça


 Ma quell’ora non dimentica

E por ela os nossos corações
E ad essa i nostri cuori

Se deixem, graves e simples.
Si abbandonano, gravi e semplici

Pois para isso fomos feitos:
Perché per questo fummo creati:

Para a esperança no milagre

Per la speranza in un miracolo
Para a participação da poesia

Per la partecipazione della poesia
Para ver a face da morte -

Per guardare in faccia la morte -
De repente nunca mais esperaremos…

Di colpo non più aspetteremo…

Hoje a noite é jovem; da morte, apenas

Oggi la notte è giovane; dalla morte, appena

Nascemos, imensamente.
Siamo nati, immensamente.

mercoledì 17 dicembre 2008

Little Big Waterloo

Un’improvvisa impennata nei contatti giornalieri mi spinge a controllare ShinyStat.
19 ricerche per Napoletone Luciani in 2 giorni arrivano a insidiare la top position di Daria Bignardi nuda. Tanto interesse è stimolato, quasi certamente, dall’ultimo post di Grillo che, proprio ieri, parla di Napoletone, di Bernabè e dei vari problemi di Telecom.
Qualcuno dello staff di Grillo si è dilettato con l’adattamento per il continente americano della celebre performance di Luciani, mettendo Custer al posto di Bonaparte e Little Big Horn al posto di Waterloo. Chiedo: “ma al di là dell’atlantico non conoscono forse Napoleone?” E si chiedono in molti, commentando su YouTube: “ma al di qua dell’atlantico qualcuno è convinto che in Brasile si parli il castigliano?" Non penso certo Beppe Grillo che in passato ha avuto ottime frequentazioni brasiliane.

martedì 16 dicembre 2008

Verrà il 2009, ma non era male nemmeno il 2006...


I giorni scorrono verso le feste e verso l’anno nuovo. È il periodo dei consultivi e dei calendari. Ricordo che mancano ancora 15 giorni alla chiusura del test su come vorreste coscienzasporca per il 2009. Con 8 voti già raggiunti posso dirmi ragionevolmente soddisfatto, direi più del PD nelle elezioni d’Abruzzo.
Terrò conto di ogni preferenza, anche di quell’unico voto che chiede più contenuti per adulti, come vedete nell'immagine qui sopra (click on image): una splendida idea di calendario per un sito tedesco di modellini d'auto che, sebbene datato 2006, lascerei appeso almeno per un’altra decina d’anni.

lunedì 15 dicembre 2008

Luca "Napoletone" Luciani: promosso!


Colui che ha riscritto l'esito della battaglia di Waterloo è il nuovo presidente di TIM Brasil, società valutata -non più tardi di due settimane fa- qualcosa come 7 miliardi di euro. Immagino e voglio sperare si tratti di una promozione. Ora aspettiamoci un Hernàn Cortès scopritore del Brasile e lo vedremo alla presidenza di Telecom.

domenica 14 dicembre 2008

L'amore risponde al tempo.


Cosa avrebbero da dirsi e raccontarsi, in un immaginario faccia a faccia, due personaggi come l’AMORE e il TEMPO? Prova ad immaginarlo, mettendolo in forma canzone, questo affascinante signore dal barbone natalizio, un po’ insolito per un personaggio della MPB.
Aldir Blanc, una specializzazione in psichiatria nel curriculum e un esordio musicale da batterista, è il “paroliere” -come si direbbe a Sanremo- di tante canzoni memorabili, che si dividono tra ballate e samba dai testi decisamente letterari e ricchi di metafore.
La più nota rimane certamente quel O bêbado e a equilibrista, scritta con João Bosco, entrata nella storia e non solo in quella della MPB. L’importante collaborazione con Bosco dura fino al 1983 e dà vita a diverse hit (oltre a quella appena citata) interpretate dalla nostra Elis: Caçador de Esmeraldas, Mestre-sala dos Mares, Dois pra Lá, Dois pra Cá.... Più di recente Aldir Blanc collabora in modo continuativo con Moacir Luz e Guinga, ed estemporaneamente con diversi altri musicisti.
Dalla sua penna e dalle note di Cristóvão Bastos esce questo gioiello, in forma di bolero, uno di quei pezzi che si finisce per ascoltare decine di volte, trasformandosi in un “piacevole” tormentone. Peccato non trovare un video migliore: la versione “orchestrale” con la splendida Nana Caymmi è quella che ha portato al successo il brano. Sul disco Vida Noturna è possibile ascoltare l’interpretazione ancora più intima “piano e violão” di Aldir Blanc, un po’ nello stile dell’intero album. Due esecuzioni tra cui è davvero difficile scegliere quella che preferisco.

Nana Caymmi - Resposta ao Tempo


Resposta ao tempo
(Aldir Blanc e João Bosco)

Batidas na porta da frente é o tempo
Chi bussa alla porta d'ingresso è il tempo
Eu bebo um pouquinho pra ter argumento
Io bevo un po' per avere argomenti
Mas fico sem jeito, calado, ele ri
Ma non so reagire, zitto, lui ride
Ele zomba do quanto eu chorei
Si fa beffe di quanto ho pianto
Porque sabe passar e eu não sei
Perché sa passare e io no...

Um dia azul de verão, sinto o vento
Un giorno azzurro d’estate, sento il vento
Há folhas no meu coração é o tempo
Ci sono foglie nel mio cuore, è il tempo
Recordo um amor que perdi, ele ri
Ricordo un amore che ho perduto, lui ride
Diz que somos iguais, se eu notei
Dice che siamo uguali, se ci ho fatto caso
Pois não sabe ficar e eu também não sei
Perché non sa fermarsi, e nemmeno io
E gira em volta de mim, sussurra que apaga os caminhos
E gira intorno a me, sussurra che chiude ogni strada
Que amores terminam no escuro sozinhos
Che gli amori finiscono nel buio, da soli

Respondo que ele aprisiona, eu liberto
Rispondo che lui imprigiona, io libero
Que ele adormece as paixões, eu desperto
Che lui addormenta le passioni, io le risveglio
E o tempo se rói com inveja de mim
E il tempo si strugge di invidia per me
Me vigia querendo aprender
Mi guarda volendo imparare
Como eu morro de amor pra tentar reviver
Come io muoio di amore per provare a rinascere

No fundo é uma eterna criança que não soube amadurecer
In fondo è un eterno bambino che non sa crescere
Eu posso, ele não vai poder me esquecer
Io riesco, lui non può dimenticarmi.

martedì 9 dicembre 2008

18 anni (e aveva fretta)



"Il venait d'avoir 18 ans" nella versione italiana “18 anni” è una canzone che ho scoperto qualche anno fa, nel corso di una improvvisa e non transitoria infatuazione per Dalida: come Franco Battiato (Fleurs 2) l’avrei inserita anch’io in un’ideale lista di cover. Battiato canta in battiatese in tutte le lingue, che siano l’italiano, il francese o l’inglese. Dalida, che arrivò perfino ad inciderla in giapponese, mi sembra decisamente a suo agio con qualsiasi idioma e pronuncia. La canzone le sta cucita addosso come un abito su misura, scritta pensando a una donna che all’epoca si sarebbe detta matura (ed oggi poco più che una ragazzina). Uno di quelle classiche canzoni che raccontano una storia e che a me fanno il piacevole effetto di un fumetto.
Battiato è sorprendente e gli si può concedere molto: qui però fa un po' effetto Fiorello che imita Battiato che canta Dalida sotto la doccia. Per fare ‘sto pezzo o sei l’originale Dalida o al limite sei un controtenore giapponese.

Julia (Sonia Braga) dançando


Non ho dedicato ai 30 anni di Dancin' Days lo spazio che avrebbero meritato: prima che passasse l'anno volevo postare almeno questo.

venerdì 5 dicembre 2008

Quando, una volta ogni due anni, coscienzasporca incrocia onanrecords!

I “precedenti” di Rodrigo Amarante su coscienzasporca, li trovate qui (come autore) e qui (al basso con Orquestra Imperial).
Il disco dei Little Joy, Amarante + Fabrizio Moretti + Binki Shapiro lo trovate puntualmente recensito da onanrecords.
Traccia 11, l’ultima del disco (bella ma non la più bella, questo no) è un brano in portoghese, Evaporar, che ovviamente non potevo non citare.
Infine, se Amarante e Moretti (brasiliano da parte di mamma) si sono (re)incontrati a Los Angeles dopo essersi conosciuti a Lisbona e se hanno deciso di realizzare qualcosa insieme, c'entra pure Devendra Banhart che invece si ascolta qui con Cibelle. Chiudo con il testo (non semplice) e la traduzione di Evaporar: se qualcuno può fare di meglio, il blog è sempre aperto.



Evaporar
(Rodrigo Amarante)

Tempo a gente tem
Il tempo che abbiamo
Quanto a gente dá
È il tempo che diamo
Corre o que correr,
Corre ciò che è correre,
Custe o que custar...

Costa quello che è costare...

Tempo a gente dá
 Quanto a gente tem

Diamo il tempo che abbiamo
Custa o que correr,
 Corre o que custar...
Costa ciò che corre, corre ciò che costa...


O tempo que eu perdi
 Só agora eu sei

Del tempo che ho perso, mi rendo conto solo adesso
Aprender a dar
 Foi o que ganhei

Imparare a regalare è ciò che ho guadagnato

E ando ainda atrás
 Desse tempo

E ancora inseguo questo tempo
Teee... empo de não correr,

Teee...empo in cui non correre,
Nem de me encontrar,

E nemmeno in cui incontrarmi,
Ah... não se mexer!

Ah... niente agitazione!
Beija-flor no ar


Un colibrì nell’aria

O rio fica lá,
 a água que correu

Il fiume sta dove sta, l’acqua scorre a fiotti
Chega na maré, 
Ele vira mar...


Arriva con la marea, si fa mare
Como se morrer
 Fosse desaguar!

Come se morire fosse prosciugare
Derramar no céu,
 Se purificar...


Spargere nel cielo, purificarsi
Ah... deixar pra trás, 
Sais e minerais,


E lasciare dietro di sè, sali e minerali
Evaporar...
Evaporando...

giovedì 4 dicembre 2008

Internet aiuta a conservare la memoria della musica brasiliana?


Se lo chiede la versione online della rivista Bravo! nella rubrica Assunto do dia, l’argomento del giorno. In effetti nella rete si possono pescare rarità altrimenti introvabili, spesso con un corredo di informazioni, frutto della passione dei blogger, che riguardano la composizione dei brani e la registrazione dell’album. Insomma un vero e proprio lavoro di salvataggio “moralmente” apprezzabile. Non mancano nell’articolo i link per collegarsi ai siti o blog che contengono e propongono rarità musicali. In caso di curiosità con vi resta che cliccare.

mercoledì 3 dicembre 2008

Sit down, please


Chi non molla mai la poltrona e chi non sa nemmeno dove andare a sedersi.

martedì 2 dicembre 2008

"I dolci barbari" tornano in versione DVD.



A 30 anni dalla prima uscita, Os Doces Bárbaros esce in versione DVD pubblicato dalla Biscoito Fino. Restaurato (specie nell'audio) con l’aggiunta di scene inedite, eliminate nell’originale dai tagli della censura, il film documentario di Jom Tob Azulay segue il tour che nel 1976 mise insieme sul palco (e in disco) Caetano Veloso, Maria Bethânia, Gal Costa e Gilberto Gil.
Proposta imperdibile per rivivere quel grande evento e quel clima post-hippie con la ripresa delle conversazioni, delle interviste, dei preparativi in camerino oltre che dei momenti più rilevanti dello show.
Il film documenta anche l’arresto di Gil e del batterista Chiquinho Azeved per possesso di mariuana che portò come conseguenza alla sospensione della tournè per un mese. Insomma un classico film musicale che finalmente molti, me compreso, avranno l’occasione di vedere dopo averne tanto sentito parlare e averlo tanto ascoltato sul doppio LP (PolyGram).
La maggior parte dei pezzi musicali sono ripresi durante la permanenza di oltre due mesi al Canecão a Rio: da lì arrivano le riprese di grandi classici come O seu amor, Esotérico e Um índio. Il DVD propone poi 4 inediti precisamente:Tarasca Guidon (di Wally Salomão), Pé quente, cabeça fria di Gil, Eu e Ela (firmata José Agripino, Gil e Veloso) infine Nos per exemplo ancora di Gil.
Oggi però, avendo bisogno di un certo ritmo, ho scelto Fé cega, faca amolada
 (Fede cieca, coltello affilato)

.
traduzione da importanzadeleparole.go.ilcannocchiale.it



Fé cega, faca amolada
 (Fede cieca, coltello affilato)
Milton Nascimento

Agora não pergunto mais pra onde vai a estrada

Adesso non domando più dove porta la strada 

Agora não espero mais aquela madrugada

Adesso non aspetto più quella mattina

Vai ser, vai ser, vai ter de ser, vai ser faca amolada

Sarà, sarà, dovrà essere, sarà coltello affilato

O brilho cego de paixão e fé, faca amolada
Il bagliore cieco di passione e fede, coltello affilato
Deixar a sua luz brilhar e ser muito tranquilo

Lasciare la sua luce splendere 
ed essere molto tranquillo

Deixar o seu amor crescer e ser muito tranquilo

Lasciare il suo amore crescere 
e rimanere molto tranquillo

Brilhar, brilhar, acontecer, brilhar faca amolada

Brillare, brillare, accadere, 
il luccichìo del coltello affilato
Irmão, irmã, irmã, irmão de fé faca amolada

Fratello, sorella, sorella, fratello
di fede, coltello affilato
Plantar o trigo e refazer o pão de cada dia

Piantare il grano e rifare 
il pane di ogni giorno
Beber o vinho e renascer na luz de todo dia

Bere il vino e rinascere 
nella luce di tutto il giorno

A fé, a fé, paixão e fé, a fé, faca amolada

La fede, la fede, passione e fede, 
la fede, coltello affilato
O chão, o chão, o sal da terra, o chão, faca amolada


Il suolo, il suolo, il sale della terra, il suolo, coltello affilato
Deixar a sua luz brilhar no pão de todo dia

Lasciare la sua luce brillare nel pane di ogni giorno

Deixar o seu amor crescer na luz de cada dia

Lasciare il suo amore crescere nella luce di tutto il giorno

Vai ser, vai ser, vai ter de ser, vai se muito tranquilo
Sarà, sarà, dovrà essere, sarà molto tranquillo 

O brilho cego de paixão e fé, faca amolada.
Il bagliore cieco di passione e fede, coltello affilato.



domenica 30 novembre 2008

Oggi, domenica piovosa scopriamo il ronca-ronca, impariamo a costruire una Cuica, ascoltiamo Deep Purple, Carlinhos da Cuíca e una splendida CéU.


Non pensiate che io conosca il mondo del samba. Quello che so e quello che riporto, l’ho giusto scovato su internet, spinto alla ricerca da qualche canzone che parla di samba. Come quella del post precedente, la bellissima “É Com Esse Que Eu Vou". Mettendosi a tradurre questi brani si finisce quasi sempre impigliati in riferimenti alle figure, ai personaggi, ai riti del samba che, ripeto, mi mancano quasi del tutto. Inutile aprire il dizionario per cercare espressioni come "ronca-ronca da cuíca", meglio affidarsi a google e meglio ancora a youtube.

Il ronca-ronca dovrebbe essere il russare: se ci penso anche in Veneto si dice “ronchesare” (“no gò mai dormio: el gà ronchesà tuta la note”). Quindi il ronca-ronca dovrebbe esprimere un certo tipo di suono continuo, un accompagnamento un po’ ossessivo, con propri ritmi e proprie variazioni. Le cose diventano più chiare con Cuíca, uno degli strumenti che rendono così ricca di suoni la musica brasiliana. L’abbiamo sentito in tantissime canzoni, un suono tipico che imita la forma di gemiti e singhiozzi e che fa subito brasile.
Riporto da wikipedia, in questa occasione esauriente: “nonostante da molti sia considerata uno strumento a percussione non lo è. Incastrata nella parte interna della pelle vi è un’asticella di bambù. Una mano stringe l’asta all’interno dello strumento con un panno umido, e il ritmo viene articolato dallo strusciare (frizione) del panno sull’asta di bambù. L’altra mano regge lo strumento e le sue dita esercitano una pressione sulla pelle. La differente stretta sull’asta e la pressione sulla pelle consentono di ottenere suoni alti o bassi, con un’estensione che arriva a due ottave”.

Come ogni strumento anche la Cuíca ha i suoi interpreti di riferimento che nel caso specifico scopro essere (non a caso) Carlinhos da Cuíca. Se a qualcuno venisse l’idea di imparare a suonare lo strumento, il sito di Carlinhos, Academia das Cuícas, potrebbe essere il primo passo per entrare.

Carlinhos da Cuíca no pagode da Tia Doca



Tra le curiosità quelle di una rudimendale, ma efficace Cuica, ottenuta da un banalissimo bicchiere di plastica (lo si vede nella foto e potete linkare qui per realizzarla a casa vostra occupando così il tempo di un pomeriggio piovoso) e quella di chi usa la Cuica per suonare perfino i Deep Purple.
Come per altri strumenti anche nel caso della Cuica qualche autore della MPB ha ben pensato di dedicarvi una canzone. In questo caso ci hanno pensato João Bosco e Aldir Blanc e la vale la pena di ascoltarla perchè l’interprete è la “carinhosa” CéU.

CéU - O Ronco da Cuíca

venerdì 28 novembre 2008

Proviamo a metterci un titolo (É com esse que eu vou).

Uno potrebbe essere mamma e figlio (e riallacciarsi così al post precedente). Elis accompagnata al piano dal marito Cesar Camargo Mariano (fantastici entrambi). Pedro Mariano, duettante con una Sandy (migliore di altre volte) in uno spettacolo TV del 2007.

Altro titolo potrebbe essere quanto mi piace 'sto pezzo. Oppure vorrei farvi entrare nel cuore questa canzone, com'è entrata nel mio. Oppure, visto che si va nel week end, voglio sambare fino a stramazzare al suolo. Oppure un samba per la gente e per la casta "gente pobre, gente rica, deputado, senador
". Oppure questa volta Caetano non è lui, ma un altro (il Pedro Caetano, autore di questo e tantissimi altri samba ). Oppure questo samba ha compiuto 60 anni. Oppure...

Qui, nel video integrale, le parole di Elis sul samba che precedono il brano (ma cosa stai fumando Elis?). Nel weekend ne parliamo, soprattutto di quel "ronca-ronca da cuíca" contenuto nel testo. Ora è tardi. Oppure...

Elis Regina - "É Com Esse Que Eu Vou" -Ensaio - MPB Especial


Sandy e Pedro Mariano - É com esse que eu vou

giovedì 27 novembre 2008

"Filho de peixe, peixinho è”


Pensate al destino di questa Maria Rita (Brandão) che canta per anni in tutta tranquillità finché si affaccia sulla scena musicale un’altra Maria Rita (Mariano) che ha però dalla sua il vantaggio di essere figlia niente meno che di Elis Regina e di Cesar Camargo Mariano. Immaginate sentirsi paragonare a una mamma, che non è nemmeno la propria, ed è invece la mamma dell’altra. A quel punto il minimo da fare era cambiarsi nome e, minimo per minimo, invertirli e diventare Rita Maria.
Prendo questo aneddoto da un articolo di Giangiacomo Gandolfi dedicato all’invasione di figli e nipoti della MPB, una forma di nepotismo che nemmeno le università italiane… Del resto, si ricorda nell’articolo, un detto brasiliano dice che i figli dei pesci fanno i pesci, anche se l’acquario brasiliano sembra davvero affollato. Maria Rita ha iniziato tardi, al contrario della mamma cantante fin da bambina, dedicandosi precedentemente al giornalismo, ha inciso tre dischi, l’ultimo nel 2007, è apparsa nuda sulla copertina di Bizz, rivista musicale deceduta lo scorso anno. Diverse foto e qualche video intervista la ritraggono con la mamma e con il fratello Pedro Mariano, nato due anni prima di lei, nel 1975, anche lui cantante, genere romanticone o romanticume come preferite.
Di Maria Rita abbiamo già ascoltato il brano Essa Mulher (presente nella sezione traduzioni) e sta per uscire il DVD dell'album Samba Meu. Per Pedro Mariano è invece il debutto sul palco di coscienzasporca. Nel video lo vediamo con il padre, quello sì un nome che conta nella musica brasiliana, per aver suonato, prodotto e arrangiato dischi davvero importanti, non solo per essere stato il secondo marito di Elis Regina. Ci sarà occasione per parlare anche del primo marito e del primo figlio di Elis quel João Marcelo Boscoli...

Cesar Camargo Mariano e Pedro Mariano "Acaso"

mercoledì 26 novembre 2008

La nuda verità


Come avrete notato ho cercato di aggiornare e aggiustare un po’ il blog inserendo, per esempio, l’elenco delle canzoni brasiliane di cui è presente una traduzione italiana (con tutti i limiti di qualsiasi traduzione). Con l’occasione ho inserito anche un contatore: non che ami la statistiche, ma qualche curiosità ce l’ho come tutti. Il contatore mi conferma il numero di persone che so frequentare abitualmente il blog a cui si aggiunge un discreto numero di persone che vi arrivano dai motori di ricerca, digitando parole che hanno più o meno a che fare con il brasile, da “vanessa da mata” a “vorrei vedere la casa di pato”. Non mi sorprende che alcune ricerche abbiano come chiave il sesso, se non altro perchè ho un post che titola “vallo a prendere in culo”, che 18 mesi dopo la sua pubblicazione risulto ancora al primo posto nella ricerca su google. Mi sorprende invece che il primo posto assoluto nella chiavi di ricerca riporti addirittura al lontanissimo secondo post pubblicato sul blog ormai 2 anni fa e che diverse persone siano così interessate a vedere Daria Bignardi nuda.
Così ho finalmente trovato il sottotitolo che mancava all’intestazione del blog.

C'è una spiegazione?



martedì 25 novembre 2008

Giusto per Natale


Foto Marco Hermes.

Dal sito non ufficiale dei fans di “o rei” Roberto Carlos arriva proprio oggi la conferma dell’uscita di “A Musica de Tom Jobim”, CD che riunisce Caetano Veloso e Roberto Carlos: 16 tracce registrate dal vivo nel corso dello show dello scorso agosto nell’Auditorio Ibirapuera (Sao Paulo), uno dei tanti spettacoli dedicati nel corso dell’anno ai 50 anni della Bossa Nova.
4 pezzi cantati insieme (Chega de Saudade, Garota de Ipanema, Tereza da Praia e Wave). Poi spettano a Caetano Por toda minha vida, Ela è Carioca, Inutil Paisagem, Meditaçao e O que tinha de ser.
A Roberto invece Eu sei que vou te amar (più la lettura del Soneto da Fidelidade di Vinicius) Insensatez, Ligia, Por Causa de Você e Samba do Avião. Prevista l’uscita di un DVD con la registrazione integrale dello spettacolo.

lunedì 24 novembre 2008

Le ragazze ci provano 3: "Menino das Laranjas"

Visto che l'abbiamo citata tra le prime canzoni che hanno fatto emergere il talento di Elis perchè non ascoltarla?
Della serie nuove voci e nuovi arrangiamenti: Mariana (in pantaloni) l'abbiamo ascoltata pochi post fa in Deixa o Verão dei Los Hermanos. Di Roberta Sá (bel vestitino) ho parlato circa un anno fa, miglior rivelazione femminile secondo i critici "paulisti".

Mariana Aydar e Roberta Sá - Menino das Laranjas

Gilberto Gil (Rolling Stone Brasil ottobre 2008).


Bei ritratti del brasiliano Daniel Klajmic, fotografo di moda ma non solo.
Sua infatti la copertina di "Todas as coisas e eu", disco di Gal Costa del 2004.
Sempre per RS, non molti mesi fa, aveva fotografato pure Caetano.

domenica 23 novembre 2008

Quale fu il primo grande successo di Elis?

Difficile dirlo parlando di una stella che incise il primo singolo, su 78 giri, a quindici anni e il primo album (“Viva a Brotolândia”) a sedici, anno 1961. Il genere potrebbe essere, mi si passi l’irriverente paragone, un genere alla Hanna Montana anni ’60 (oddio che ho detto!!!): canzonette per giovanissimi, cantate da ragazzine. Del resto il termine broto sta proprio per quello, per “bocciolo”, e con l’espressione brota ci si riveriva al fenomeno delle giovanissime cantanti, in voga allora come oggi (me la passate l’espressione “in voga”?).
Il reportorio non è ancora quella della MPB: vi si ascoltano, invece, cover di pezzi USA di successo , ritmi leggeri, pochi accenni di samba. Certo la personalità e lo stile di Elis evolvono velocemente, al ritmo di un album l’anno, fino al definitivo trasferimento da Porto Alegre a Rio, con un repertorio che si fa più adulto e più “brasiliano”, fino al grande successo del programma “O fino da bossa” da cui derivano tre splendidi album dal vivo, interpretati con Jair Rodriguez, che in questo periodo girano di continuo sul mio “giradischi”. Insomma il bocciolo è sbocciato.
In questi tre album , Elis sfoggia una voce calda, forse lontana da certi canoni bossanovistici del periodo, lontana anche dalla voce che ci rimandano le interpretazioni anni 70. Ma Elis, allora 20enne, esprime già quella forza interpretativa che ne hanno fatto un fenomeno e più tardi un mito.

Ma ecco che al solito, divagando, mi sono perso. Torno alla domanda. Quale fu il primo grande successo di Elis? Ce lo racconta lei stessa in questo video del 1973 (qui tutta l’intervista) dove ricorda come alcuni indicassero in Menino das Laranjas, scritta da Téo de Barros nel 1964, il suo primo successo. Altri lo attribuivano invece all’interpretazione di Arrastão di Edu Lobo e Vinícius de Moraes, brano con cui vinse il primo festival della Música Popular Brasileira della TV Excelsior. In realtà la grande attenzione di pubblico e critica arrivò con Preciso aprender a ser só, dei fratelli Marcos e Paulo Sérgio Valle, brano che Elis interpretava in uno show al “Little Club” di Rio de Janeiro e che incise sia in “Samba, eu canto assim” che in “Dois Na Bossa”, entrambi del 1965.

Il brano è bello, l’interpretazione magnifica, il video b/n affascinante. Le smorfiette di Elis irresistibili. Scommetto entrerà a far parte del vostro juke-box on line.
Siccome poi in queste settimane esce con Repubblica/L’espresso la Mina della TV aggiungo il mio contributo con la versione italiana interpretata dalla Mazzini nel 1968.

Elis Regina - Preciso aprender a ser só


Mina _ So ( Preciso aprender a ser so )


Preciso aprender a ser só
Composição: Marcos Valle/Paulo Sergio Valle

Ah, se eu te pudesse fazer entender

Ah se potessi farti capire
Sem teu amor eu não posso viver

Che senza il tuo amore io non posso vivere
E sem nós dois o que resta sou eu

Che senza noi due, ciò che resta sono io
Eu assim tão só

E sono così sola

E eu preciso aprender a ser só

Che devo imparare ad essere sola
Poder dormir sem sentir teu calor
Poter dormire senza sentire il tuo calore

E ver que foi só um sonho e passou
E capire che è stato solo un sogno ed è passato



Ah, o amor
 quando é demais ao findar leva a paz

L’amore quando sta per finire toglie la pace
Me entreguei sem pensar

Mi sono trovata coinvolta, senza pensare
Que a saudade existe e se vem
Che la nostalgia esiste e quando arriva

É tão triste, vê
E così triste, guarda

Meus olhos choram a falta dos teus
I miei occhi piangono l’assenza dei tuoi
Esses olhos que foram tão meus

Quegli occhi che erano tutti per me
Por Deus entenda que assim eu não vivo
Capisci che così non è più vivere
Eu morro pensando no nosso amor
Che muoio pensando al nostro amore.



venerdì 21 novembre 2008

Kassab? È sposato? Ha figli?

Ricordate le elezioni amministrative brasiliane oggetto di un recente post?
A chi fosse rimasta qualche curiosità, consiglio di approfondire l’argomento su questo articolo di Francesco Giappichini che ben analizza risultati e prospettive di questa tornata elettorale. Mi ha in particolare colpito un aspetto della campagna elettorale, riportato nell'articolo, ovvero il tentativo di screditare il candidato conservatore Gilberto Kassab, riconfermato poi sindaco di San Paolo, attraverso uno spot che in qualche modo ne ventilava una possibile omosessualità, come se questo potesse essere un motivo per negargli il voto.

giovedì 20 novembre 2008

Il vizietto 2 ("La ultima curda").

L’ho già fatto. Lo sto facendo. Lo farò ancora.
Come Tognazzi Ugo nel vizietto, ogni tanto mi concederò una scappatella nel tango.
Qui “L’ultima sbronza”, seduto di fronte a un bicchiere di rum a conversare con il bandoneon.
Memorabile Roberto Goyeneche con Nestor Marconi nel film “Sur” di Fernando Solanas (premiato per la regia al festival di Cannes 1988). Ho scelto però questa versione di Fito Paez, che trovo convincente. La traduzione dal solito libro curato da Paolo Collo e Ernesto Franco.



Testo: Cátulo Castello. Música: Aníbal Troilo.

Lastima, bandoneón, mi corazon
Che dolore, bandoneón, per il mio cuore
tu ronca maldición maleva...
la tua rauca maledizione di malavita…
Tu lágrima de ron me lleva
La tua lacrima di rum mi porta
hasta el hondo bajo fondo
nei profondi bassifondi
donde el barro se subleva.
dove il fango si ribella.

¡Ya sé, no me digás! ¡Tenés razón!
Lo so, no me lo dire. Hai ragione!
La vida es una herida absurda,
La vita è un’assurda ferita,
y es todo, todo tan fugaz
ed è tutto, tutto, così fugace,
que es una curda, ¡nada más! mi confesión.
nient’altro che una sbronza, niente più! la mia confessione…

Contame tu condena, decime tu fracaso,
Raccontami la tua condanna, dimmi del tuo fallimento.
¿no ves la pena que me ha herido?
non vedi il dolore che m’ha ferito?
Y hablame simplemente de aquel amor ausente
E parlami in modo semplice di quell’amore assente
tras un retazo del olvido.
dietro uno scampolo d’oblio,
¡Ya se que te hago daño ¡Ya sé que te lastimo!
Lo so che mi ferisce! So che ti faccio male
llorando mi sermón de vino!
piangendo la mia predica di vino!
Pero es el viejo amor que tiembla, bandoneón,
Ma è il vecchio amore che trema, bandoneon,
y busca en el licor que aturde,
e cerca un liquore che intontisce
la curda que al final termine la función
la sbronza che alla fine concluda lo spettacolo,
corriéndole un telón al corazón.
calando un sipario sul cuore.

Un poco de recuerdo y sinsabor
Un po’ di ricordo e d’amarezza
gotea tu rezongo lerdo.
stilla il tuo pigro rimprovero.
Marea tu licor y arrea la tropilla de la zurda
Ubriaca il tuo liquore e incita la mandria del cuore
al volcar la última curda.
nel versare l’ultima sbronza.

Cerrame el ventanal que quema el sol
Chiudi la vetrata che il sole brucia
su lento caracol de sueño,
la sua lenta spirale di sonno
¿no ves que vengo de un país que está de olvido,
non vedi che vengo da un paese fatto d’oblio,
siempre gris, tras el alcohol?...
sempre grigio, dietro l’alcool.

sabato 15 novembre 2008

Clara Nunes: Canto das três raças


Scherzosamente (ma aggiungo giustamente) larobi mi rimprovera di essermi dimenticato di Clara Nunes considerata una delle grandi, se non la più grande cantante del samba insieme a Beth Carvalho e Alcione. "Canto das três raças" (qui nella versione live del suo autore) è poi una vera icona del samba. Come Elis Regina anche Clara Nunes è mancata giovanissima, nemmeno quarantenne (dettaglio assurdo, per una complicazione dopo una operazione di vene varicose).
Nel 1980, tra l'altro, portò al successo Morena de Angola, uno dei tanti successi di Chico Buarque.
La resero famosa anche gli abiti bianchi e i gioielli colorati di origine africana, oltre che per la sua vocazione per il Candomblé.
Di qualche anno fa questo articolo di Ana Paula Torres.
Infine il link per chi fosse interessato al Quilombo di Palmares citato nel testo.

Nota tecnica: spero di risolvere il momentaneo blocco del post. Al momento sto postando "per vie traverse". Ciao e buona domenica a tutti.

Canto das três raças
Composição: Mauro Duarte e Paulo César Pinheiro


Ninguém ouviu

Nessuno ha sentito
Um soluçar de dor

Un singhiozzo di dolore
No canto do Brasil


Nel canto del Brasile

Um lamento triste

Un lamento triste
Sempre ecoou

Ha sempre risuonato
Desde que o índio guerreiro

Da quando il guerriero indio
Foi pro cativeiro
Fu fatto prigioniero

E de lá cantou


E dalla prigionia cantava

Negro entoou
Lo schiavo intonò
Um canto de revolta pelos ares

Nell’aria un canto di rivolta
No Quilombo dos Palmares

Nel Quilombo dos Palmares

Onde se refugiou
Dove trovò rifugio



Fora a luta dos Inconfidentes

Era stata la lotta degli Inconfidentes
Pela quebra das correntes

Per rompere le catene
Nada adiantou
Niente avanzò



E de guerra em paz
E di guerra in pace
De paz em guerra
Di pace in guerra
Todo o povo dessa terra

Tutto il popolo di questa terra
Quando pode cantar
Quando può cantare
Canta de dor
Canta il dolore

ô, ô, ô, ô, ô, ô

ô, ô, ô, ô, ô, ô




E ecoa noite e dia

E risuona giorno e notte
É ensurdecedor
assordante

Ai, mas que agonia

Oh, ma che agonia
O canto do trabalhador

Il canto di chi lavora

Esse canto que devia

Questo canto che doveva
Ser um canto de alegria

Essere un canto di allegria
Soa apenas
Suona invece
Como um soluçar de dor
Con un sospiro di dolore

Questo è un post di servizio ma anche no...


Devo effettuare una prova tecnica per vedere se il blog funziona ancora. Devo trovare una cosa qualsiasi da raccontare giusto per metter giù due righe e provare ad allegare una foto. Bene. Lula è stato in Italia ha incontrato un po' di gente e anche un po' di calciatori brasiliani, guarda caso quelli che giocano nel Milan. Non dico niente di nuovo perchè l'avrete notato tutti. Dico allora un'altra cosa: qual'era il ruolo meno ambito da un calciatore brasiliano. Fin a qualche anno fa certamente il portiere, visto che non se ne trovava nemmeno uno degno della porta della nazionale. Adesso basta dire che non solo il primo (Donieber Alexander Marangon detto Doni), non solo il secondo (Julio Sergio Bertagnoli) ma perfino il terzo portiere (Guilherme De Morais Gusmao Artur) della Roma sono brasiliani ...

domenica 9 novembre 2008

"Non è che adesso ti metti a parlare anche di politica brasiliana?" Niente paura, lo faccio solo perchè c’è di mezzo Chico ...


Chissà che carinerie potrebbe riservare Berlusconi alla giovanissima Manuela D'Ávila (nella foto) candidata del partito comunista alle recenti elezioni per la prefeitura municipal (in pratica la carica di sindaco) della città di Porto Alegre, 1,6 milioni di abitanti.
Porto Alegre ce la ricordiamo per essere stata sede di un importante Forum Sociale, per essere la città di Ronaldinho, ma soprattutto (almeno qui) per essere la città dov’è nata Elis Regina. Un post che parla quindi di cronaca politica? Non proprio: per questo vi rimando comunque all’analisi di questa importate tornata elettorale, vero e proprio test politico a due anni dall’elezione del nuovo presidente, visto che nel 2010 il buon Lula (oggi all’80% dei consensi!) dovrà per forza di cose lasciare l’incarico.



La vera ragione del post è il fatto che Chico Buarque abbia dato sostegno pubblico all’altra candidata sindaco della sinistra, Maria do Rosario, esponente del PT, il partito di Lula per capirci. Maria ha avuto la meglio su Manuela ma al ballottaggio con il sindaco uscente, il centrista José Fogaça, non ce l’ha fatta. Per le donne in politica non è mai facile, anche se giovani, carine e preparate. Curiosità da campagna elettorale: negli spot di Maria do Rosario la stella rossa del PT diventava un grande aquilone per sollevare la voglia di "mudança" ovvero cambiamento (eh sì, sempre quella) nei cieli di Porto Alegre sulle note di un jingle sambista. Insomma un po’ di musica riusciamo a sentirla anche qui.

sabato 8 novembre 2008

Quattro secondi

In un post di qualche tempo fa, mi ero chiesto se Chico Buarque e Carlinhos Brown, tra cui intercorre il rapporto di suocero e genero e una certa distanza musicale, si fossero mai trovati a far qualcosa insieme. Quattro secondi di Chico che "salta" a fare il Carlinhos è al momento la sola risposta che ho trovato (uncia sì, ma sorprendente).

Carlinhos Brown e Chico Buarque
Festival d'Estate (Salvador 2002)

domenica 2 novembre 2008

Deixa o Verão: questo divano è ancora comodo.

Mentre qui sono arrivate le prime piogge d’autunno (beh oggi, in verità, c'è il sole!) nell’altro emisfero è il momento di uscire di casa. Eppure si starebbe ancora bene sul divano e l’estate potrebbe aspettare un altro po’. Recupero il pezzo dei Los Hermanos (dall’album “Ventura” del 2003) mentre pre-ascolto il disco solista di Marcelo Camelo. Si tratta di una cover interpretata da Mariana Aydar, un po’ più fighetta dell’originale, piacevolmente pigra anche se personalmente preferisco la versione (fortemente consigliata) più tirata con Adriana Calcanhotto sul palco.

mariana aydar - deixa o verao




Deixa o Verão
(Rodrigo Amarante)

Deixa eu decidir se é cedo ou tarde

Lasciami decidere se è presto o tardi
Espere eu considerar
aspetta fin che non ho preso una decisione

Ver se eu vou assim chique à vontade

dai un occhio se così sono abbastanza chic
Igual ao tom do lugar
in sintonia con il tono del posto

Enquanto eu penso você sugeriu

Mentre ci penso, tu suggeriscimi
Um bom motivo pra tudo atrasar
un buon motivo per ritardare ogni cosa
E ainda é cedo pra lá
È ancora presto la fuori
Chegando às 6 tá bom demais
aspettare fino alle 6 dovrebbe andar bene
Deixa o verão pra mais tarde...
lascia che l’estate aspetti

Deixa, deixa o verão
Lascia, lascia l’estate
Deixa o verão pra mais tarde
Lascia l’estate per dopo

Não tou muito a fim de novidade
Non sono nello spirito giusto per le novità
Fila ou banco do bar
fila o sedia del bar (?)
Considere toda a hostilidade
Pensa a tutta l’ostilità
Que há da porta pra lá
Che ci aspetta al di là della porta

Enquanto eu fujo você inventou
Mentre io scappo tu prova ad inventarti
Qualquer desculpa pra gente ficar
una serie di scuse per rimanere
E assim a gente não sai
e fare in modo di non uscire
Esse sofá ta bom demais
questo divano sembra ancora comodo
deixa o verão pra mais tarde...
lascia che l’estate aspetti...

Uhh.. Ah, ah, aaaah
E eu digo cá entre nós
Lo dico, e che rimanga tra noi,
Deixa o verão pra mais tarde...
Lascia che l’estate aspetti...

sabato 1 novembre 2008

Scarlettina, Concitina.


Avevo visto Scarlett-Concita De Gregorio alle invasioni barbariche dalla nostra cara Daria e l’avevo trovata eroticamente irresistibile quanto politicamente inutile e saputella. Che bisogno c’era di un’altra esponente di quella sinistra letteraria, perfetto fertilizzante dei successi berlusconiani? Dopo le reazioni di Feltri e La Russa mi sono ricreduto. L’idea (consapevole o meno che sia) della fascinosa ragazza di sinistra che non te la dà e ti fa venire il sangue al cervello può avere un suo fondamento. Datemi del sessista, ma io di pancia per non dir altro, la vedo così.