Colgo al balzo il polverone Bertè/Sanremo per raccontare la storia del più clamoroso “presunto plagio” perpetuato dalla musica italiana nei confronti della musica brasiliana.
Dico “presunto” per una serie di motivi (che dirò subito), motivi che rendono perfino imbarazzante il pensiero del plagio. Ma tant’è.
Le canzoni sono Valsinha di Chico Buarque (su testo di Vinicius de Moraes) dall’album "Construção" del 1971 (una pietra migliare, uno degli album ai primissimi posti in qualsiasi classifica di MPB) e Poster di Claudio Baglioni (dal disco “Sabato pomeriggio” 1975 – tra l’altro arrangiamenti di Luis Enriquez Bacalov, uno che conosce bene la musica brasiliana …)
Il bello è che Valsinha, in una versione italiana tradotta da Sergio Bardotti, è presente nel secondo album di Mia Martini “Nel mondo una cosa” (1972), per capirci quello di Piccolo uomo. Mia Martini l’ha più volte cantata anche in anni più recenti come documentano diversi video su youtube.
Più bello ancora è che Mia Martini si è trovata a cantare pure Poster di Baglioni insieme alle colleghe Milva e Fiordaliso come potete vedere qui.
Sempre più bello è che anche Mina ha cantato i due brani, sia Valsinha che Poster, il primo inserito in forma di duetto con lo stesso Chico Buarque nell’album Todavia del 2007.
Il secondo, Poster, presente nell’album “Finalmente ho conosciuto il conte Dracula” del 1985. Qualcuno si è pure divertito a fare un mix di Valsinha nelle versioni Martini, Mazzini aggiungendoci pure Patty Pravo (dall’album “Sì ….incoerenza” del 1972)
Insomma pare che nessuna si sia accorta di stare a cantare la stessa canzone, forse convinte di cantare una cover. Ma a quel che mi risulta Baglioni sembra figurare come autore della canzone Poster senza mai citare Chico Buarque come autore della musica. Non so se negli archivi SIAE le cose stiano diversamente. Ma per le notizie che riesco a recepire sembra proprio trattarsi di plagio, inspiegabilmente mai sanzionato.
Diciamo che Baglioni per lo meno ha avuto il buon gusto di non copiare Vinicius.
Valsinha
Vinicius de Moraes - Chico Buarque/1970
Um dia ele chegou tão diferente do seu jeito de sempre chegar
Olhou-a dum jeito muito mais quente do que sempre costumava olhar
E não maldisse a vida tanto quanto era seu jeito de sempre falar
E nem deixou-a só num canto, pra seu grande espanto convidou-a pra rodar
Então ela se fez bonita como há muito tempo não queria ousar
Com seu vestido decotado cheirando a guardado de tanto esperar
Depois os dois deram-se os braços como há muito tempo não se usava dar
E cheios de ternura e graça foram para a praça e começaram a se abraçar
E ali dançaram tanta dança que a vizinhança toda despertou
E foi tanta felicidade que toda a cidade enfim se iluminou
E foram tantos beijos loucos
Tantos gritos roucos como não se ouvia mais
Que o mundo compreendeu
E o dia amanheceu
Em paz
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