mercoledì 30 gennaio 2008

Marlon Moretti

Il libro di Sandro Veronesi l’ho pure letto, sotto l’ombrellone, e sinceramente quasi dimenticato. Colpa mia, certamente, e colpa di una memoria ormai vacillante.
Dice la Ferrari a proposito della scena: “Io, poco prima, mi ero fatta una vodka, Nanni un paio di birre”. Pensa se si fossero bevuti un Crodino…


lunedì 28 gennaio 2008

Quest'anno vanno gli occhi a mandorla.


Prima di morire assassinato, durante un tentativo di rapina nella sua villa, Ox Bismarchi, chirurgo plastico, tentò di realizzare la sua donna ideale sottoponendo la moglie Angela a una serie di svariate operazioni.
Ox dichiarò “Angela è come una di quelle cattedrali che non finiscono mai”.
La signora, che nel frattempo si è risposata un altro chirurgo, ha continuato sulla strada degli interventi plastici giunti ormai a 42, non lontano dal record dei 47 ufficialmente registrati dal guinness dei primati.
Ispirandosi alla ricorrenza dei 100 anni di immigrazione giapponese in Brasile, ricorrenza che sarà celebrata anche nel corso dell’ormai imminente carnevale, Angela si è fatta leggermente “mandorlare” gli occhi.

giovedì 24 gennaio 2008

Pablo Mastella


Ma qualcuno sta ancora a sentire quello che dice Mastella? Perfino quando riporta parole altrui, rischia di essere sbugiardato. Si perchè perfino la citazione di Neruda sembra essere un falso. “Lentamente muore” (¿Quién muere?) che il nostro e con lui Corriere e Repubblica attribuiscono a Neruda, potrebbe infatti essere opera di tale Martha Medeiros, brasiliana, classe 1961: con un passato da pubblicitaria la poetessa sembra aver confezionato una perfetta lirica Neruda-Style, ideale per qualche spottone pubblicitario. La possibile leggenda metropolitana (uso sempre il condizionale, non avendo altro riscontro che internet) è spiegata qui. Il fatto che la signora abbia vissuto in Cile giustificherebbe l’uso dello spagnolo e potrebbe essere tra i motivi dell’erronea attribuzione a Neruda, amplificata poi dai vari copia e incolla sulla rete. Qualcuno avesse contatti con la Medeiros o con la famiglia di Neruda, dia conferma o smentisca. Ne sapremo sicuramente di più nei prossimi giorni.

E' proprio vero: vediamo il sesso dappertutto.


Ce lo dice il viral-video della canzone "Ao mestre, com carinho" (Al maestro, con affetto) della band Os Seminovos. Complimenti agli schizzi di Maurício Ricardo ...

mercoledì 23 gennaio 2008

Celebrazioni


Mentre Mario Capanna si appresta a festeggiare il '68 e Napolitano celebra, oggi, i 60 anni della Costituzione, coscienzasporca si appresta più modestamente a festeggiare i 30 anni (!) di Dancin’ Days andata in onda in Brasile dal 1978 (e in Italia su Rete 4, tra l'82 e l'83, in una versione condensata di 80 episodi, rispetto ai 174 originali). Da dove cominciare? Dalla sigla, per forza di cose. Nelle due versioni, quella brasiliana cantata dalle Freneticas e quella italiana interpretata da Marisa Interligi.

Le 6 ragazze brasiliane furono ingaggiate dalla discoteca Frenetic Dancing Days come cameriere ai tavoli: ad un certo punto della serata dovevano uscire ed esibirsi in uno spettacolino basato su un repertorio di 5 pezzi. Il successo fu tale che smisero di servire e si trovarono a fare uno show di un’ora e ad incidere 5 dischi, tra il '77 e l’83.



La seconda interpreta “Occhio di serpente”: misteriosa l’interprete di cui si hanno poche notizie ma ancor più misterioso il testo (di un fantomatico N. Nistri) uno dei grandi enigmi di ogni tempo (qui in versione integrale).

venerdì 18 gennaio 2008

Art is business! (or is business an art?)


VENDO LE FAMOSE PALLINE
FATTE SCENDERE DALLA SCALINATA DI PIAZZA DI SPAGNA,
GIA' SONO DIVENTATE DELLE STAR.

Quelle originali Lucide.

L'asta si riferisce ad una sola pallina.
Ne ho di vari colori. La foto è stata scattata da me personalmente.
Le palline sono di due dimensioni una leggermente + piccola dell'altra
Comprasubito 9,90 € cad.

mercoledì 16 gennaio 2008

London, London




Ci sono dei post che funzionano come scatole cinesi.
Parti pensando di parlare di una certa cosa e poi ti ritrovi a parlare di tutt’altro, di qualcosa che sta dentro quello di cui stai chiaccherando. Volevo soltanto postare questo bel video della signorina Cibelle (accompagnata da Mr. Devendra Banhart) in una cover della storica London, London di Caetano Veloso, pezzo datato 1970, riproposto in chiave Mary Poppins. Volevo dire due cose su Cibelle, più che sulla canzone. Ma dicono già tutto e molto bene queste recensioni di Stefano Solventi (“…voce sottile e flessuosa come celluloide, dolceamara come uno sbuffo di cacao, impalpabile come una nebbia di crepuscolo londinese…”).


Torno allora sul brano. L’anno, dicevo è il 1970, in Brasile governano i militari e il nostro Caetano si trova in esilio a Londra. Caetano, a suo modo, è già un personaggio, ma siamo ancora lontani dal successo e dalla notorietà internazionale che arriveranno molto più avanti. In Italia è praticamente sconosciuto. Non parliamo poi di vendite: perfino in Brasile il primo vero successo arriverà nel 1979, con l’album "Cinema Transcendental". Eppure c’è una canzone di Caetano che ottiene una straordinaria notorietà ed è appunto London, London. Parteciperà al festival di Sanremo del 1971, piazzandosi al secondo posto dietro Il cuore è uno zingaro. La scrivono in tre (Franco Migliacci, Jimmy Fontana e Carlo Pes) la cantano in 5 (i quattro Ricchi&Poveri più Josè Feliciano), venderà un sacco di 45 giri ma non porterà una lira nelle tasche del povero Caetano. Non so se si tratti di vero plagio, certo è che per le strofe iniziali (fino al ritornello) sorge un dubbio. Anche il tema delle 2 canzoni è molto simile, visto che si parla di nostalgia e di lontananza dalla propria terra. Tutte le notizie che trovo mi danno London, London del 1970 quindi precedente a Che sarà, anche se il disco che la contiene (Caetano Veloso, 1971) esce nello stesso anno del Festival.



Caetano ha inserito London, London anche nella scaletta degli ultimi concerti e nell’album “Cê_ Multishow ao vivo”. A suo tempo avrei voluto dedicare un post anche a questo lavoro, ma poi, come si dice, passatu u santu, passata a festa.
Recupero dicendo che, dopo un momento così così, ho ritrovato in questo disco un grande Caetano. Dico di più: dovendo scegliere un disco brasiliano per il 2007, alla faccia di tutte le nuove proposte, scelgo questo. Suoni spogli, elettrici, nervosi. Un’ottima band -Pedro Sá (basso e chitarra elettrica), Ricardo Dias Gomes (basso e tastiere), Marcelo Callado (batteria)- che messi insieme fanno poco più che l’età di Caetano. Nuovi pezzi e riletture di classici, tutti firmati Veloso. In CD e anche in DVD.




Infine torno a Cibelle. L’album “The Shine of Dried Electric Leaves” con la cover di Caetano contiene pure una cover di Tom Waits (Green Grass dall’album "Real Gone") di cui potete vedere qui il video originale.
Io preferisco la versione live (che riporto sotto) anche se in definitiva preferisco sempre l’originale Waits. Forse le due cover sono nello stesso album perché anche nel testo di London, London si parla di “green grass, blue eyes, grey sky”.

Green Grass -Live in NYC

venerdì 11 gennaio 2008

Tango: un romanzo in tre minuti.




Rispondo a reboman che chiede il titolo di un buon libro italiano sul tango ed i suoi testi.
Questo di Einaudi potrebbe essere la risposta che cerchi. Una bella selezione di tanghi, da inizio xx secolo ad oggi, con testi originali e buone traduzioni. Molto interessante anche la prefazione.
Il retro-copertina del libro riporta una bella definizione di Paolo Conte: «Cosí come una lucertola è il riassunto di un coccodrillo, un tango è il riassunto di una vita».


Tango, a cura di Paolo Collo e Ernesto Franco, Torino, Einaudi (Collana: Tascabili)

giovedì 10 gennaio 2008

Oggi che Dio smette di sognarmi.

Sempre tratto da “Teatro 10”, sempre Mina, questa volta con Astor Piazzolla.
Tanto per dire cosa passava sulla Rai TV (ma non dico niente di nuovo).
Adesso esci e paga pura il canone.

Su Astor Piazzolla non c’è niente da aggiungere. Due parole invece su Horacio Ferrer, autore del testo.
"Horacio Ferrer, massimo poeta vivente del tango, saggista e storico, è stato il paroliere prediletto da Astor Piazzolla (insieme hanno scritto l’opera di tango María de Buenos Aires e successi internazionali come Balada para un loco, Chiquilín de Bachín, Preludio para mi muerte, ecc.); candidato nel 2004 al Nobel per la Letteratura, è fondatore e Presidente della Academia Nacional del Tango di Buenos Aires. (dalla presentazione allo spettacolo “El Poeta y la Música”- sul sito del Teatro Regio di Torino).



Balada Para Mi Muerte (musica di Astor Piazzolla, testo di Horacio Ferrer)

Moriré en Buenos Aires, será de madrugada,
Morirò a Buenos Aires, accadrà all’alba,
guardaré mansamente las cosas de vivir,
guarderò dolcemente le cose della vita,
mi pequeña poesía de adioses y de balas,
la mia piccola poesia di addii e di pallottole,
mi tabaco, mi tango, mi puñado de esplín.
il mio tabacco, il mio tango, la mia manciata di spleen.

Me pondré por los hombros, de abrigo, toda el alba,
Mi metterò sulle spalle, come cappotto, tutta l’alba,
mi penúltimo whisky quedará sin beber,
il mio penultimo whisky resterà non bevuto,
llegará, tangamente, mi muerte enamorada,
arriverà, tangamente, la mia morte innamorata,
yo estaré muerto, en punto, cuando sean las seis.
io sarò morto quando saranno le sei, in punto.

Hoy que Dios me deja de soñar,
Oggi che Dio smette di sognarmi,
a mi olvido iré por Santa Fe,
verso il mio oblio andrò per Santa Fe,
sé que en nuestra esquina vos ya estás
so che al nostro angolo già ci sei tu,
toda de tristeza, hasta los pies.
vestita di tristezza, fino ai piedi.

Abrazame fuerte que por dentro
Abbracciami forte che dentro
me oigo muertes, viejas muertes,
sento morti, vecchie morti,
agrediendo lo que amé.
che aggrediscono ciò che ho amato.
Alma mía, vamos yendo,_llega el día, no llorés.
anima mia, andiamo,_viene il giorno, non piangere.

(la versione "Mina" non comprende le 2 prossime strofe
e passa subito alle due finali
)

Moriré en Buenos Aires, será de madrugada,
Morirò a Buenos Aires, accadrà all’alba,
que es la hora en que mueren los que saben morir.
che è il tempo in cui muoiono quelli che sanno morire.
Flotará en mi silencio la mufa perfumada
Romperà il mio silenzio l’aroma profumato
de aquel verso que nunca yo te supe decir.
di quel verso che non ho mai saputo dirti.

Andaré tantas cuadras y allá en la plaza Francia,
Camminerò per tanti isolati e là in Plaza Francia,
como sombras fugadas de un cansado ballet,
come ombre fuggite da uno stanco balletto,
repitiendo tu nombre por una calle blanca,
ripetendo il tuo nome lungo una strada bianca,
se me irán los recuerdos en puntitas de pie.
se ne andranno i miei ricordi in punta di piedi.

Moriré en Buenos Aires, será de madrugada,
Morirò a Buenos Aires, accadrà all’alba,
guardaré mansamente las cosas de vivir,
guarderò dolcemente le cose della vita,
mi pequeña poesía de adioses y de balas,
la mia piccola poesia di addii e di pallottole,
mi tabaco, mi tango, mi puñado de esplín.
il mio tabacco, il mio tango, la mia manciata di spleen.

Me pondré por los hombros, de abrigo, toda el alba,
Mi metterò sulle spalle, come cappotto, tutta l’alba,
mi penúltimo whisky quedará sin beber,
il mio penultimo whisky resterà non bevuto,
llegará, tangamente, mi muerte enamorada,
arriverà, tangamente, la mia morte innamorata,
yo estaré muerto, en punto, cuando sean las seis,
io sarò morto quando saranno le sei, in punto,
cuando sean las seis, ¡cuando sean las seis.
quando saranno le sei, quando saranno le sei!

testo tratto da Todotango, traduzione ricavata da Massimo Martino

domenica 6 gennaio 2008

Caramelos ya no quiero más

I due video del precedente post, come dicevo, sono tratti dallo storico programma “Teatro 10”, quello dei duetti tra Mina e Battisti per intenderci.
Teatro 10, programma firmato Leo Chiosso e Giancarlo Del Re, condotto da Alberto Lupo e diretto da Antonello Falqui, aveva una sigla famosissima: “Parole parole”
con le firme degli stessi Chiosso (un grande) e Del Re e la musica del maestro Gianni Ferrio. Ho messo insieme un po’ di versioni non sapendo quale possa essere le vostra preferita.

Lucía Joaquín (http://www.pimpinela.net/html/bio.asp)




L’originale: Mina e Lupo (gigione e simpatico!)




Quella che non ti aspetti: Mina e Javier Zanetti (argentino e sorprendente)





Dalida con un magnifico Delon!




Sempre da “Teatro 10”, Mina con Celentano (a cui vanno gli auguri per i 70 anni)

sabato 5 gennaio 2008

Chi è Mina? Una specie di Elis Regina italiana.

Quando ti chiedono chi era Elis Regina, capita di rispondere “una specie di Mina brasiliana”.
Da questo video (in 2 parti) si capisce perchè. Siamo nel 1972, il programma è Teatro 10, praticamente il regno di Mina.
Il medley mette insieme 6 brani legati dal ritmo, dal colore della voce di Elis, dalla sua classe.
- "Upa Neguinho" (Edu Lobo - Gianfrancesco Guarnieri)
- "Insensatez" (Antonio Carlos Jobim - Vinícius de Moraes)
- "Se você pensa" (Roberto Carlos / Erasmo Carlos)
- "Watch what happens" (Michel Legrand / Norman Gimbel / Jacques Demy)
- "O barquinho" (Roberto Menescal / Ronaldo Boscoli)- 2 parte video
- "Nós e o mar" (Roberto Menescal / Ronaldo Bôscoli)- 2 parte video

Ho inserito alcuni link nella scaletta per chi volesse vedersi un Roberto Carlos versione Rino Gaetano ed una bella interpretazione di Nancy Kelly dello standard di Legrand & co. Roberto Menescal infine insieme a Wanda Sà.




giovedì 3 gennaio 2008

"Olhos nos olhos" (Chico Buarque)



Chico Buarque ha scritto delle straordinarie canzoni in chiave “femminile”.
Olhos nos olhos fu lanciata con enorme successo da Maria Bethânia, che la incise in Passaro Proibido del 1976: in questo video, Maria Bethânia canta con la solita naturale intensità, seduta con Chico in una splendida terrazza nel verde, proprio il posto in cui vorrei trovarmi in questo momento.

Chico, inizialmente, aveva qualche remora nel cantare personalmente queste canzoni, che non avrebbe avuto senso girare al maschile. Ma anche Ary Barroso aveva interpretato Camisa Amarela al femminile e questo lo incoraggiò ad inserire nei suoi dischi e nelle sue esibizioni questa parte della sua produzione.
Riccioli, baffo macho, camicia aperta, cicca in mano, occhi profondi e canzoni che parlano di quello che sentono le donne: qualche dubbio sul fatto che questo uomo piaccia alle donne?



"Olhos nos olhos"
(libera traduzione di Guido Rita)

Quando você me deixou, meu bem

Quando mi hai lasciato, amore mio
Me disse pra ser feliz e passar bem

mi hai detto di essere felice e aver fortuna
Quis morrer de ciúme, quase enlouqueci

volevo morire di gelosia, quasi sono impazzita
Mas depois, como era de costume, obedeci

.
ma dopo, come al solito, ho obbedito.

Quando você me quiser rever

Quando mi vorrai rivedere
Já vai me encontrar refeita, pode crer

mi incontrerai già cambiata, stanne certo
Olhos nos olhos

occhi negli occhi
Quero ver o que você faz

voglio vedere che farai
Ao sentir que sem você eu passo bem demais


sapendo che senza te sto molto meglio

E que venho até remoçando

e che riesco perfino a dimenticare
Me pego cantando, sem mais, nem por quê

mi ritrovo a cantare, senza neanche un perchè
E tantas águas rolaram

e tante lacrime saranno cadute
Quantos homens me amaram

quanti uomini mi avranno amato
Bem mais e melhor que você

.
di più e meglio di te.

Quando talvez precisar de mim
Quando, forse, avrai bisogno di me
Cê sabe que a casa é sempre sua, venha sim
sappi che la casa è sempre tua, torna
Olhos nos olhos

occhi negli occhi
Quero ver o que você diz

voglio vedere che dirai
Quero ver como suporta me ver tão feliz.
voglio vedere come sopporterai di vedermi tanto felice.