giovedì 31 luglio 2008

Don Alejandro

Praticamente un’intera puntata de La Zanzara (Radio 24 ORE 19.15 circa) che gira intorno alla notizia su Jovanotti e al tema del plagio in generale. L'ho sentita a sprazzi, ma spero nel podcast per riascoltarla tutta.
A quanto pare (la fonte è sempre quella plagimusicali.net) Jovanotti non sarebbe però il primo ad ispirarsi ad Alejandro Sanz.

Gigi d’Alessio Un Cuore Ce L'hai


Non so se questi ragazzi, con il loro bel girasole in macchina, che mi stanno pure simpatici come tutti quelli che cantano in auto (perdoniamo la battutina sulla spazzatura?) e che pensano di cantare una hit di Gigi D’alessio sanno di interpretare un ritornello del solito Alejandro Sanz: non capisco cosa aspetti a venire in Italia visto che ha un mercato praticamente aperto. Si aggiungerebbe agli Jglesias e ai Bosè. Potrebbe diventare il più famoso Alejandro d’Italia, dopo Don Alejandro de la Vega, papà di Zorro.

Alejandro Sanz - Aquello Que Me Diste

mercoledì 30 luglio 2008

...e se quelli copiati fossero Nitti & Agnello

A proposito di "A te", le orecchie fini di plagimusicali.net propongono anche questo accostamento. Vero che un po' alla volta possiamo davvero arrivare a Bach...


Nitti & Agnello - I ragazzi innamorati -Sanremo 1998
.

El ombligo de elmundo.es

Sarà perchè è estate e non si sa di cosa parlare, ma torna d’attualità e rimbalza tra stampa e tv la notizia del presunto plagio di Jovanotti ai danni della popstar iberica Alejandro Sanz. Tutto ri-parte dall’intervento di un blogger del quotidiano spagnolo El Mundo.

L’autore dice chiaramente di non avere la minima idea di cosa dica il testo del nostro Jo’ ma l’ascolto della melodia gli è sufficiente per parlare almeno di plagio musicale. Giro armonico tutto sommato semplice che sembrerebbe poi attribuibile addirittura a Bach.
La cosa non è nuova, se ne parla da tempo tant’è che coscienzasporca, che ben poco intiende espanol, s’era preso la briga di tradurre il testo del buon Alejandro. La questione dei plagi ha dato un po’ di visibilità al blog, anche al di fuori della schiera degli aficionados, specie per la storia di Poster/Valsinha rimbalzata tra siti di fans di Claudio Baglioni prima e di Mia Martini poi. Tranquilli, non voglio riproporla. A mo’ di replica estiva voglio invece segnalare a chi l’avesso perso, il confronto tra il Caetano di “London London” e la Sanremese “Che sarà” questione forse un po’ sottovalutata dai cercatori di plagi.

domenica 27 luglio 2008

Tanta Saudade - Chico Buarque e Djavan



Era tanta saudade
Era tanta la saudade
É, pra matar
tanta che quasi uccide
Eu fiquei até doente
come una malattia
Eu fiquei até doente, menina
come una malattia, bambina
Se eu não mato a saudade
se non sono io ad uccidere la saudade
É, deixa estar
puoi starne certa
Saudade mata a gente
sarà la saudade che ci ucciderà
Saudade mata a gente, menina (...)
sarà la saudade che ci ucciderà, bambina (...)

Quis saber o que é o desejo, de onde ele vem
Ho voluto sapere cos`è il desiderio 
e da dove viene
Fui até o centro da Terra e é mais além

sono andato fino al centro della terra 
e ancor più in là
Procurei uma saída e amor não tem

ho cercato una via di uscita
 che l`amore non ha
Estava ficando louco, louco de querer bem

stavo diventando pazzo , pazzo
 per il tanto amare


Quis chegar até o limite de uma paixão

Ho voluto arrivare al limite 
di una passione
Baldear o oceano com a minha mão

Svuotare l`oceano 
con la mia mano
Encontrar o sal da vida e a solidão
trovare il sale della vita 
e la solitudine
Esgotar o apetite, todo o apetite do coracão
vincere l`appetito, tutto l`appetito 
del cuore


Mas voltou a saudade
Ma è tornata la saudade
É, pra ficar
è tornata per rimanere
Ai, eu encarei de frente
e l’ho presa di petto
Ai, eu encarei de frente, menina
l’ho presa di petto, bambina
Se eu ficar na saudade
Se rimango nella saudade
É, deixa estar
Puoi starne certa
Saudade engole a gente
La saudade ci ingoia
Saudade engole a gente, menina (...)
La saudade ci ingoia, bambina (...)

Ai amor, miragem minha, minha linha do horizonte

Ah amore, mio miraggio, mia linea d’orizzonte
É monte atrás de monte, é monte

E monte al di là del monte
A fonte nunca mais que seca,
Una fonte che non si asciuga mai
ai saudade ainda sou moço

ahi saudade sono ancora giovane
Aquele poço não tem fundo,
Quel pozzo non ha fondo
É um mundo dentro
 um mundo
è un mondo dentro un mondo
é um 
mundo que me leva
è un mondo che mi porta via.

La traduzione deriva, quasi interamente, da un articolo dedicato al tema "saudade" da Bruno Persico su musibrasil.net

La canzone è del 1983 ed anche il video deve avere i suoi anni...
Il pezzo è stato riproposto un paio di anni fa nella tournè dal vivo (e nel relativo disco/dvd) che vede insieme Ana Carolina & Seu Jorge. Del resto Ana Carolina deve parte del suo successo anche ai brani ripresi dal repertorio di Chico (uno per tutti "Beatriz") reinterpretati nella chiave scura della sua voce.



La canzone è talmente bella che regge le diverse versioni, restando sempre se stessa: quel po' di jazz latino che vi mette Zizi Possi e l'abbondante axè della versione di Ivete Sangalo. Peccato che tutti questi video (tranne quello di Ana Carolina e Seu Jorge) siano di bassa qualità.

martedì 22 luglio 2008

"Call me" 2: canta Petula Clark.

Scrivendo il post precedente, mi sembrava impossibile che nessun gestore l’avesse usata per un suo spot… e poi mi suonava nelle orecchie... infatti... Quella usata da Vodafone è la versione di Petula Clark di cui "ascolteremo" certamente altre cosucce.


venerdì 18 luglio 2008

(ancora) Astrud Gilberto & Walter Wanderley: "Call Me"

Walter Wanderley, con il suo hammond, davvero uno dei creatori delle sonorità lounge, piacciano o meno. Da un disco storico come "A Certain Smile, a Certain Sadness".

giovedì 17 luglio 2008

Le onde di pietra


foto da flickr.com

Giustamente “bipedeingrato” mi fa notare che il tappeto srotolato sotto i piedi di Astrud Gilberto -due post qui sotto- non è altro che la riproduzione del marciapiede ("calçadão") a onde di Copacabana, una delle icone della città.
Una finezza di quegli straordinari scenografi che facevano grandi gli spettacoli RAI del sabato sera.
Ho cercato qualcosa e leggo che si tratta di pietre bianche e nere portoghesi e dovrebbero risalire agli anni ’20. Particolarità: le onde non sono sempre state nella stessa direzione! Nel 1931 il marciapiede viene trasformato e l’onda diventò perpendicolare alla spiaggia, per tornare poi parallela, come in origine.

“A onda de pedra” è un corto della milanese Raffaella de Antonellis, girato proprio a Copacabana. Qui il sito dedicato al film (in italiano) con tutte quello che c’è da sapere sulla sua ideazione e produzione. Tra l’altro nel film il protagonista ascolta un bel po’ di musica brasiliana Chico Science, Caetano Veloso, Skank, Fernanda Abreu e Gabriel o Pensador.

mercoledì 16 luglio 2008

Nuove bellezze dal Brasile



Si chiama Amanda Alvez. Tutto il resto è qui.

martedì 15 luglio 2008

Pausa pranzo: "dammi un'idea"....


Introdotta dalle note di The Girl From Ipanema (il brano che l’ha resa celebre in tutto il mondo) ecco Astrud Gilberto in "Dammi un'idea", versione italiana di Samba de Verão che qualche-post-fa ho proposto cantata da Bebel Gilberto.
Tra le due la comunanza del cognome non è casuale: Astrud Weinert sposò João Gilberto e ne prese il cognome, anche in carriera. Bebel è figlia dello stesso João Gilberto e di Miúcha, seconda moglie di João e sorella di Chico Buarque… Una volta dovetti chiamare “deejay italia” perché Linus ne aveva fatto, errore comprensibile, madre (Astrud) e figlia (Bebel)… Nel disco italiano di Astrud, va menzionata anche la presenza di Walter Wanderley all'organo Hammond

lunedì 14 luglio 2008

Gilberto Gil - Banda Larga Cordel 2008


Castello d'Este (Padova) 13/07/08: coscienzasporca c'era.

Tutto sul nuovo tour, sul sito dedicato all'evento (video & foto)
Gil come sempre, umile e disponibile, nonostante il carisma
dei 66 anni e la carica istituzionale di Ministro della Cultura.
Un "signore" della musica, con tanta voglia di palco.

mercoledì 9 luglio 2008

Frasi che valgono una canzone.

Capisco perfettamente come accada che, mettendosi alla ricerca di qualche notizia di musica brasilana, si finisca per capitare su coscienzasporca. Non certo per meriti particolari di questo blog, se non la passione di chi lo tiene in piedi e di chi vi partecipa con i suoi commenti, ma perchè di musica brasiliana si parla da noi davvero poco. A fatica trovo qualche commento sulle due tappe del tour di Caetano a Bollate e a Ferrara (a proposito Andrea alla fine ci sei stato?), qualcosa si saprà del suo passaggio a Umbria Jazz ... eppure si tratta di una delle pop star più acclamate dell'intero continente sudamericano.

Capita però che una canzone, il suo testo e la sua musica, siano presenti in diversi blog che si interessano di argomenti spirituali, diciamo pure di ispirazione cattolica. Niente di strano per una canzone che si intitola “Romaria” (con l’accento sulla i) ovvero “processione”. La canzone ha in effetti una sua dimensione profonda, non so se sia possibile definirla religiosa certamente spirituale. È stata scritta da Renato Teixeira e portata al successo da Elis Regina.

La canzone è innegabilmente bella (per dirla con larobi “una mia ossessione di questi giorni”) con un testo semplice, capace di mettere insieme una storia in poche righe e con un verso finale fortissimo: “Ma dal momento che non so pregare, 
sono venuto semplicemente a mostrare 
il mio sguardo, il mio sguardo, il mio sguardo”. Ci sarebbe da parlare a lungo delle frasi che valgono un’intera canzone...

Chiudo parlando di un’altra ossessione di questi giorni: parlo di "Estação Brasil" che vedete qui a fianco, un disco di Zé Ramalho del 2003. Il disco contiene un sacco di classici (tra l’altro proprio una bellissima versione di Romaria con la partecipazione speciale di Fagner, che mi ha spinto a scrivere il post) interpretati con la sua voce particolare. Sinceramente è un cantante e autore (bella la sua canzone che apre l'album) che non avevo mai preso in grande considerazione. Adesso questo album, che non vi sarà difficile recuperare, è il più ascoltato della mia estate. Comunque se ne avete voglia potete ascoltarlo per intero, con testi e schede tecniche complete, direttamente dal suo sito.



ROMARIA
di Renato Teixeira

É de sonho e de pó

É de sonho e de pó
O destino de um só,
Feito eu perdido em pensamentos
Sobre o meu cavalo
É de laço e de nó, de gibeira o jiló,
Dessa vida cumprida a sol…


È fatto di sogno e di polvere
Il destino di un solitario
Io, perso nei miei pensieri
Sul mio cavallo...
È fatto di laccio e di nodo,
di giubba, l’amaro
di questa lunga vita all’aria aperta.


Sou caipira, Pirapora Nossa,
Senhora de Aparecida,
Ilumina a mina escura e funda
O trem [5] da minha vida…

Sono un cafone, Pirapora Nostra,
Signora di Aparecida
Illumina questo buco nero e profondo
Questa “cosa” che è la mia vita...


O meu pai foi peão, minha mãe solidão
Meus irmãos perderam-se na vida
Em busca de aventuras
Descasei[6], joguei, investi, desisti,
Se há sorte, eu não sei, nunca vi.


Mio padre fu un poveretto, mia madre la solitudine
I miei fratelli si sono persi nella vita
Cercando avventure.
Ho lasciato mia moglie, giocato, ho investito, desistito
Se esiste la fortuna, non lo so, non l’ho mai vista.

Me disseram porém que eu viesse aqui,
Prá pedir de romaria e prece,
Paz nos desaventos,
Como eu não sei rezar, só queria mostrar
Meu olhar, meu olhar, meu olhar…


Però mi hanno detto di venire qui,
per chiedere, con pellegrinaggio e preghiera,
pace nelle disavventure,
poiché non so pregare, volevo solo mostrare
il mio sguardo, il mio sguardo, il mio sguardo...