Capisco perfettamente come accada che, mettendosi alla ricerca di qualche notizia di musica brasilana, si finisca per capitare su coscienzasporca. Non certo per meriti particolari di questo blog, se non la passione di chi lo tiene in piedi e di chi vi partecipa con i suoi commenti, ma perchè di musica brasiliana si parla da noi davvero poco. A fatica trovo qualche commento sulle due tappe del tour di Caetano a Bollate e a Ferrara (a proposito Andrea alla fine ci sei stato?), qualcosa si saprà del suo passaggio a Umbria Jazz ... eppure si tratta di una delle pop star più acclamate dell'intero continente sudamericano.
Capita però che una canzone, il suo testo e la sua musica, siano presenti in diversi blog che si interessano di argomenti spirituali, diciamo pure di ispirazione cattolica. Niente di strano per una canzone che si intitola “Romaria” (con l’accento sulla i) ovvero “processione”. La canzone ha in effetti una sua dimensione profonda, non so se sia possibile definirla religiosa certamente spirituale. È stata scritta da Renato Teixeira e portata al successo da Elis Regina.
La canzone è innegabilmente bella (per dirla con larobi “una mia ossessione di questi giorni”) con un testo semplice, capace di mettere insieme una storia in poche righe e con un verso finale fortissimo: “Ma dal momento che non so pregare,
sono venuto semplicemente a mostrare
il mio sguardo, il mio sguardo, il mio sguardo”. Ci sarebbe da parlare a lungo delle frasi che valgono un’intera canzone...
Chiudo parlando di un’altra ossessione di questi giorni: parlo di "Estação Brasil" che vedete qui a fianco, un disco di Zé Ramalho del 2003. Il disco contiene un sacco di classici (tra l’altro proprio una bellissima versione di Romaria con la partecipazione speciale di Fagner, che mi ha spinto a scrivere il post) interpretati con la sua voce particolare. Sinceramente è un cantante e autore (bella la sua canzone che apre l'album) che non avevo mai preso in grande considerazione. Adesso questo album, che non vi sarà difficile recuperare, è il più ascoltato della mia estate. Comunque se ne avete voglia potete ascoltarlo per intero, con testi e schede tecniche complete, direttamente dal suo sito.
ROMARIA
di Renato Teixeira
É de sonho e de pó
É de sonho e de pó
O destino de um só,
Feito eu perdido em pensamentos
Sobre o meu cavalo
É de laço e de nó, de gibeira o jiló,
Dessa vida cumprida a sol…
È fatto di sogno e di polvere
Il destino di un solitario
Io, perso nei miei pensieri
Sul mio cavallo...
È fatto di laccio e di nodo,
di giubba, l’amaro
di questa lunga vita all’aria aperta.
Sou caipira, Pirapora Nossa,
Senhora de Aparecida,
Ilumina a mina escura e funda
O trem [5] da minha vida…
Sono un cafone, Pirapora Nostra,
Signora di Aparecida
Illumina questo buco nero e profondo
Questa “cosa” che è la mia vita...
O meu pai foi peão, minha mãe solidão
Meus irmãos perderam-se na vida
Em busca de aventuras
Descasei[6], joguei, investi, desisti,
Se há sorte, eu não sei, nunca vi.
Mio padre fu un poveretto, mia madre la solitudine
I miei fratelli si sono persi nella vita
Cercando avventure.
Ho lasciato mia moglie, giocato, ho investito, desistito
Se esiste la fortuna, non lo so, non l’ho mai vista.
Me disseram porém que eu viesse aqui,
Prá pedir de romaria e prece,
Paz nos desaventos,
Como eu não sei rezar, só queria mostrar
Meu olhar, meu olhar, meu olhar…
Però mi hanno detto di venire qui,
per chiedere, con pellegrinaggio e preghiera,
pace nelle disavventure,
poiché non so pregare, volevo solo mostrare
il mio sguardo, il mio sguardo, il mio sguardo...
19 commenti:
Ciao, che bello scoprire per caso questo blog dopo oltre 3 anni di permanenza in Brasile!
Romaria è una delle mie canzoni preferite, ne colleziono decine di versioni (notevole oltre a quella di Zé Ramalho in coppia con Fagner, anche quella di Nilo Amaro E Seus Cantores De Ébano).
Ecco alcune precisazioni sulla traduzione:
- De gibeira o jiló* (di poveri calzoni da festa e gilet)
La gibeira è in realtà una borsa di panno e il jiló è un vegetale dal caratteristico gusto amaro (quindi metafora dell’amarezza della vita). C’è anche una canzone di Luiz Gonzaga e Humberto Teixeira, "Que nem Jiló", nella quale egli compara i dolori della nostalgia al gusto amaro del jiló: "Ai, quem me dera voltar / Pros braços do meu xodó / Saudade assim faz roer / E amarga que nem jiló".
Quindi un tentativo di traduzione più fedele potrebbe essere: “della sacca il frutto amaro di questa vita”.
- Ilumina a mina escura e funda o trem da minha vida. (illumina l’oscura miniera e getta le basi della mia vita.)
Credo che una traduzione più corretta sia “illumina la miniera oscura e profonda il ‘treno’ della mia vita.”
A parte il geniale susseguirsi di giochi di parole (caipira = contadino / Pirapora = città dove si trova il santuario), qui l’autore utilizza una serie di metafore legate all’immagine della miniera appena evocata. Inoltre nel Minas Gerais la parola “trem” è usata in sostituzione di qualsiasi altra parola o per denotare qualsiasi cosa di cui si stia parlando, quindi il senso dovrebbe essere “quell’accidente della mia vita”.
Grande bipedeingrato! Inserisco subito le modifiche suggerite. Giusto ricordare Fagner, che avevo dimenticato, nella versione con Zé Ramalho.
Avevo trovato anch’io qualcosa sul jiló, definito dal mio dizionario come una sorta di melanzana: il tuo intervento, graditissimo, spiega comunque tutto.
Perfetto il collegamento a "Que nem Jiló" il cui titolo adesso mi suona più chiaro.
Tre anni in Brasile fanno di te un ottimo “consulente” per il blog: se hai voglia di inviare qualche spunto o raccontare qualcosa sulla tua esperienza brasilana il blog è a tua disposizione.
ciao e benvenuto
Grazie per il benvenuto, non ho ancora frugato molto nel blog ma chercherò di essere all'altezza...!
Sulla traduzione un'ultima cosa: io terrei la parola "treno", in fondo è bella l'immagine del "treno della mia vita".
Ciao!
Fatto!
Ho cercato qualcosa anche su "Nilo Amaro E Seus Cantores De Ébano" che assolutamente non conoscevo. Ciao.
la voce di elis ha il colore dello smarrimento e della malinconia, e una dolcezza che fa apparire il tutto sublime come una catarsi. quando sono triste e ascolto chega de saudade ad esempio...o olhos nos olhos... mi sembra che quella tristezza abbia un senso e sia giusta per qualche motivo che magari non capisco ma che c'è. è qualcosa che solo la mpb mi trasmette. la capacità di vedere la bellezza nell'insospettabile. mi riferisco soprattutto al mio buarque. la poesia di constucao ne è un esempio.
logorroica oggi!bye!
"A tristeza é senhora" come canta Caetano, la tristezza è padrona...
...in effetti ultimamente ho abbondato con brani con molta saudade, che sono poi quelli che "ci piacciono di più": vedrò comunque di bilanciare con qualcosa di più tropicale. Ciao e buon weekend a tutti.
Non ci sono stato ahimé! Lavoravo! Tra l'altro Caetano era anche all'Umbria Jazz insieme a Bollani...
andrea: sembra, tra l'altro, che il concerto con Bollani sia stata la classica serata evento, quella in cui dire "io c'ero" (ed io, come te, non c'ero).
Per fortuna Caetano sembra non disertare mai l'Italia nelle sue tournè e migliorare con l'età ...
ciao
Nella mia "ricerca" su Romaria, per un mio post, sono capitata qua, posso "rubarti" la traduzione, segnalandoti, e una parte delle spiegazioni del "Bipedeingrato" che mi hanno portato ad altre "scoperte", come quella su Pirapora (che non è la città del Santuario della Madonna de Aparecida, ma del Santuario del Bom Jesus). :-)
Sempre dando a Cesare quel che è di Cesare! (link al tuo e suo blog)! :-)
Aspetto la tua risposta per iniziare ad assemblare il blog, ma non farmi aspettare troppo!;-)
Grazie, R
Ciao! Ho appena visto i risultati della ricerca di "fior di cactus" e sono felice di essere stato utile e sono ancora più felice di aver imparato qualcosa di nuovo anche grazie a voi. Anche perchè il mio legame con questa canzone è profondo e per certi versi inspiegabile. Tipo una cosa mistica, hai presente?
Dopo tre anni nel Nordeste questa canzone più di altre, con la cultura che rappresenta, con la storia che riesce a condensare, con la musicalità quasi sacra, mi è entrata nel sangue, ha segnato momenti e cementato amicizie che ora mi aiuta a tenere vive...
Dopo aver contribuito alla traduzione sul blog di "coscienza sporca" che pure hai citato, sempre assillato dal dubbio di quel ritornello ricorsivo e indecifrabile decisi di fare la cosa più semplice (e quindi a suo modo geniale): scrivere all'autore di tale capolavoro.
La cosa fantastica fu che qualche giorno dopo Renato Teixeira mi rispose confidenzialemente con il messaggio che segue e che condivido volentieri con te, come ho fatto con "fior di cactus":
"Caro Antonio, circa il verso di Romaria sul quale avevi dei dubbi, chiarisco che tutte le interpretazioni sono valide. Ho creato questa canzone negli anni settanta, in un momento nel quale ero profondamente coinvolto con la poesia concreta. Queste ambiguità nel verso sono, pertanto, intenzionali e possono essere usate in altri modi: come fionda e fondere, come fondo di profondità o semplicemente come fusione. Questo in portoghese funziona ma non so in altre lingue. Ad ogni modo, buona fortuna e grazie per accompagnare il mio poema a passaggio tra altri idiomi!"
Direi che completa degnamente il tuo (e nostro lavoro).
Ora - mi dirai - c'è il problema della traduzione di questo messaggio... non se ne esce mica!
Antonio
Perche non:)
La ringrazio per Blog intiresny
Perche non:)
quello che stavo cercando, grazie
leggere l'intero blog, pretty good
quello che stavo cercando, grazie
molto intiresno, grazie
Ciao, non so se ti ricordi di me, visto che nelle mie statistiche ho notato che ogni santo giorno almeno una persona (a volte sono più) cerca o visita i post che ho scritto (anche grazie alle notizie che ho trovato da te) su questa canzone, ne ho scritto un terzo, e ti ho linkato di nuovo, su questo post.
In più ho aggiunto anche il tuo commento al secondo post...
Se c'è qualcosa che non ti va, fammelo sapere, che correggo! :-)
Sempre ringraziando di averti trovato anni fa, ti saluto con simpatia. Fiordicactus (ex Splinder ora su Wordpress)
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