Così canta Arnaldo Antunes nel brano “Envelhecer” (“invecchiare”) dal suo nuovo disco “IÊ IÊ IÊ”.
Non so quali impulsi peterpaneschi (voglia di qualcosa di ballabile?) abbiano portato Arnaldo Antunes a concepire questo disco anni ’60 che suona tra Jovem Guarda, Twist, Surf e molto altro. Un album “di genere”, ma tutto nuovo, senza alcun ripescaggio, a cui hanno partecipato diversi co-autori, compresi i “soliti” Marisa Monte e Carlinhos Brown.
L’idea del disco a tema, dichiarata già nel titolo, trova conferma nell’omaggio alla nostra Rita Pavone, indicata dall’Arnaldo come grande personaggio della cultura pop di quegli anni. Certo, mettere Rita Pavone nella suoneria del telefonino potrebbe anche essere un’idea… Non chiedetemi un giudizio: certo non è il tipo di uscita che mi aspetterei dalla musica brasiliana. Ma, visto che dall’anagrafe di Antunes mi separano solo pochi mesi, ci dev’essere in questo disco qualcosa che riguarda anche me. Ricordo i dischi della Pavone che giravano per casa (con gli altri 45 giri in un paio di sacchetti di plastica che seguivano il vecchio giradischi portatile). Dirò di più: c’è una foto di mia sorella bambina, davanti al microfono di qualche festival estivo, a fianco di una Rita Pavone agli esordi, ma già famosissima. Dite che sto invecchiando anch’io?
“Arrivi e partenze”, come più volte ricordato in questi giorni, è stata la prima trasmissione tv in onda sulla RAI, condotta ovviamente da Mike Bongiorno, inviato ad intervistare personaggi in arrivo o in partenza dai vari porti e aeroporti italiani. Inutile dire che per chi, come me, ha visto il Rischiatutto a cavallo tra le elementari e le medie, quel programma con il tabellone, Sabina, le cuffie, la 1 la 2 o la 3, il campione Massimo Inardi ed ovviamente Mike occupa una bella fetta dei ricordi televisivi. Non dico niente di nuovo. Il titolo “arrivi e partenze” mi ha rimandato all’album di Milton Nascimento “Encontros e despedidas”, anno 1985, da qualche tempo presente tra i dischi segnalati nella colonna qui a fianco. Così, dovendo scegliere un brano da cui ripartire, riprendo proprio da qui, dagli incontri e dai saluti di Milton. Con la speranza di ritrovare i vecchi lettori e fare, chissà, nuovi incontri. Aggiungo anche una versione in spagnolo, cantata anche da Mercedes Sosa, ma che qui propongo con la voce di Carmina Cannavino e la chitarra di Lucho Gonzales (che aggiunge anche alcune note di Cais) che è la versione da me preferita per “cantarci sopra”.
Milton Nascimento
Carmina Cannavino & Lucho Gonzales
Encontros e despedidas (Milton Nascimento e Fernando Brant)
“Mande notícias do mundo de lá” “Mandami notizie del mondo di là” diz quem fica. chiede chi rimane. “Me dê um abraço, venha me apertar, “Dammi un abbraccio, vieni a stringermi, Tô chetando”. Sto per arrivare”.
Coisa que gosto é poder partir Mi piace poter partire Sem ter planos Senza fare piani Melhor ainda é poder voltar Meglio ancora è poter tornare Quando quero. Quando voglio. Todos os dias é um vai-e-vem, Tutti i giorni è un viavai, A vida se repete na estação La vita si ripete alla stazione Tem gente que chega pra ficar C’è chi arriva per restare Tem gente que vai pra nunca mais C’è chi va per non tornare più Tem gente que vem e quer voltar C’è chi viene e vorrebbe ritornare Tem gente que vai e quer ficar C’è chi va e vorrebbe restare Tem gente que veio só olhar C’è chi è venuto solo per guardare Tem gente a sorrir e a chorar. C’è chi sorride e chi piange. E assim, chegar e partir E così, arrivare e partire São só dois lados da mesma viagem. Sono solo due lati dello stesso viaggio. O trem que chega Il treno che arriva É o mesmo trem da partida È lo stesso treno che parte A hora do encontro L’ora dell’incontro É também despedida È anche quella degli addii A plataforma dessa estação La banchina di questa stazione É a vida desse meu lugar è la vita di questo posto mio É a vida. È la vita.