Vi costringo a tornare, per un attimo, al post precedente dove potete ascoltare un esempio di traduzione molto fedele al testo originale. Qualche ovvio adattamento. A medida do Bonfim diventa (e di fatto lo è) il nastrino portafortuna: un nastrino della lunghezza, non casuale, di 47 cm, legato al culto del Senhor do Bonfim, da fissare al polso con tre nodi a cui associare tre desideri…. Sta tutto qui. O disco do Pixinguinha, autore di struggenti choros, diventa “il disco del chiardiluna” anche per la necessità di restare nelle otto sillabe. As nossas melhores lembranças, ovvero i nostri migliori ricordi, diventa “quell’aria di eterna vacanza”, che rispetta metrica e rima e aggiunge perfino qualcosa al testo originale. Questo per dire del precedente post.
Al contrario questo Fio Maravilha tradotto per una giovanissima Loretta Goggi è l’esempio di un adattamento del tutto libero, al limite del non-sense, visto che un testo dedicato ad una delle tante, belle, storie del calcio viene stravolto in un modo davvero bruttino, improbabile, insulso.
Loretta Goggi - Fio Maravilha (da "Formula Due" 1973)
La vicenda di Fio Maravilha è quella di João Batista Sales, attaccante dotato di buoni numeri e strani denti, che fu protagonista di un episodio raccolto direttamente da Jorge Ben dagli spalti del Flamengo. L’episodio risale al 1972. Amichevole con il Benfica (o forse una partita del campionato nazionale, leggo notizie discordanti). João Batista Sales se ne sta in panchina, ma il pubblico lo vuole in campo incitando il cambio: “Fio Maravilha nós gostamos de vocé". Se Mario Zagallo non l’avesse fatto entrare, al repertorio di Jorge Ben mancherebbe oggi una delle sue hit più famose. Al 33 del secondo tempo infatti il nostro prende palla, scarta l’intera difesa, supera pure il portiere ma per non infierire “sull’uomo morto” gli evita l’umiliazione di entrare in porta con la palla. Il goal comunque lo segna. In qesto episodio, Jorge Ben vede la sintesi del miglior calcio fatto di fantasia e improvvisazione, ma anche di assoluto rispetto nei confronti dell’avversario. Facendo di una telecronaca una canzone che ha fatto più volte il giro del mondo.
La storia ha uno strano epilogo, per così dire “disbanded”, visto che João Batista Sales citò in causa Jorge Ben, convinto dal proprio avvocato di poter chiedere parte delle royalties: causa persa, con tanto di spese processuali da pagare, anche se Jorge Ben decise comunque di modificare il titolo da Fio Maravilha in Filho Maravilha. Oggi che João Batista Sales allena squadre giovanili e consegna pizze a domicilio in quel di San Francisco CA (città che lo accolse nella sua ultima esperienza da professionista, giocando nella SF Mercury) le cose sembrano risolte, senza rancori tra il giocatore e il musicista e con il ritorno all’uso del titolo originale. Per la versione brasiliana ho scelto una Tania Maria anno ’75, così ho l’occasione di citare un’artista non ancora passata sul blog…
Tania Maria - Fio maravilha ('75)
1 commento:
33, un numero un destino, era inevitabile che finisse su un 33 giri...
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