Si fa un gran parlare di politica. Ma questi appelli
elettorali del 1992 valgono mille Ballarò.
Ascoltate Fini. O Craxi. Ascoltate Altissimo. Tutto è ancora
fermo lì. Ascoltate il dizionario usato. In più le note di una sigla portentosa.
Il logo dei partiti introdotto da una grafica straordinaria. Tanti altri contributi qui.
Perdona la traduzione, certamente zoppicante. Spero sempre
nelle correzioni di qualche anima buona. Per farmi perdonare ti aggiungo due
versioni a quella di Odette Lara. In portoghese Luciana Souza. In una versione
inglese (con testo adattato) Sarah Vaughan. Fantastico pezzo di Oscar Castro
Neves e Luvercy Fiorini, portato al successo da Maysa.
Non credo che, fondando il suo movimento Vogliamo Vivere,
Emilio Fede pensasse al capolavoro di Ernst Lubitsch. Alla sua presentazione,
se ricordate, il teatro era pressochè vuoto. Ieri sera invece un buon numero di
spettatori occupava le poltroncine del cinema Odeon a Vicenza dove si
proiettata l’edizione restaurata di To be or not to be (Vogliamo vivere! appunto nella traduzione italiana) riportata nelle
sale grazie al distributore indipendente Teodora. Film imperdibile illuminato,
tra gli altri interpreti, dallo straordinario glamour di Carole Lombard.
Quindi questa settimana sono stato al cinema ben due volte,
un tempo standard minimo, oggi evento eccezionale. Come del resto eccezionale
era l’occasione di vedere in sala queste due pellicole.
Martedì a vedere Tropicalia eravamo giusto in tre: io, per i
motivi che sapete, e una signora brasiliana che portava al cinema la figlia
ventenne per darle l’occasione di vedere com’erano quegli anni. Anni in cui,
come mi ha raccontato, in ogni aula universitaria c’era almeno un agente della
polizia in borghese ad ascoltare quel che si diceva. Insomma se non fosse stato
per mamma e figlia avrei rischiato di essere al cine da solo, esperienza
davvero terribile. A me è successo solo una volta (l’ho già raccontato?), da
bambino, ad una proiezione di Barabba con Anthony Quinn.
Adesso, se penso che in un solo post sono riuscito a mettere
insieme tropicalismo, una commedia in bianco e nero e un film d’ispirazione
biblica non so proprio come chiuderla. Scelgo Alegria Alegria che la mamma
brasiliana canticchiava sottovoce a qualche poltrona di distanza. Buona
domenica.