sabato 16 dicembre 2006

Il teorema di pitagora


“Essendo che” l’amministrazione comunale assegnava una sola autorizzazione di parcheggio in centro città per famiglia, una coppia di futuri sposi preferì prolungare lo stato di convivenza fuori del matrimonio potendo così conservare due distinti permessi e parcheggiare entrambe le auto sotto casa.

Devo dire che, oggi come oggi, la questione dei PACS non è facile: o la pensione di reversibilità o il doppio parcheggio sotto casa. E questo di cui stiamo parlando? Non credo. Parliamo d’amore? Può darsi. Certamente parliamo di “coppie” di fatto, ponendoci già un limite. E il triangolo, o trio o terzetto che dir si voglia dove lo lasciamo? E il quartetto, che già nella definizione suona così classico, armonico e compiuto da far risuonare le note di un Beethoven o se preferite quelle de “La vecchia fattoria”? Non voglio parlare di altre culture e altre civiltà, non penso all’harem di qualche sceicco, ma a qualcosa che fa parte della nostra esperienza occidentale, italiana, nemmeno tanto eccezionale.
Ho sempre avuto la sensazione che il vero tabù, nascosto dietro il rifiuto delle coppie di fatto, fosse quello che sta oltre la coppia, dal trio in poi. Me lo confermano i tanti interventi che ho letto in questi mesi a proposito di poligamia, con l’immancabile risvolto del conflitto tra religioni e civiltà. (uno per tutti l’ormai classico E PERCHE’ NO IL MATRIMONIO CON LE SCIMMIE? Su http://www.antoniosocci.it/Socci/index.cfm?circuit=Main&name=CaricaOggetto&ID=VARCHIVIONEWSLETTER&rnd=0.396833816421&pag=7

Al riguardo ho poche opinioni, se non la certezza che nessuna forma di relazione deve prevedere un soggetto più forte ed altri sottomessi. Nessuna relazione deve essere voluta da una persona e subita dalle altre. Insomma niente costrizioni, né fisiche, né psicologiche.
Ma a parte questo, se la base del rapporto è la libertà di scelta, non me la sento di dare altri giudizi. Di fatto verso i rapporti plurimi regolarizzati vedo difficile invocare il concetto di contronatura, dal momento che proprio in natura la poligamia è spesso la norma più che l’eccezione. Non ci dovrebbero essere nemmeno le problematiche che accompagnano la possibilità di allevare dei figli da parte di coppie gay, di cui parla non un esponente delle CEI ma il buon Stefano Gabbana in un intervista a Repubblica (“ad un figlio non dovrebbe mancare una madre”). Insomma se ne parlerà e ne parleremo tanto, probabilmente anche a sproposito come sto facendo adesso. La mia opinione è che sia necessario ragionare anche per “casi estremi” (non vedo altro modo di pensare) per poi operare facendo i conti con la realtà.
So che è già difficile l’amore e la vita di coppia ma se questo riuscisse a tre persone perché impedirlo? La legge ammette solo la congiunzione tra due punti, la geometria anche fra tre. Meglio allora geometra che avvocato.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

A meno che il tema non ti tocchi direttamente penso sia meglio fare un passo alla volta. Sempre si faccia.

Credo che l'Italia non possa spingersi ad essere l'avanguardia quando deve lottare per non essere il fanalino di coda dell'occidente.

A regolarizzare la poligamia forse ci potranno pensare i figli delle coppie omosessuali.....

DRC ha detto...

Effettivamente, non ci sarebbe nulla di male...

a bim beri ha detto...

Ragionando per casi estremi:
in una coppia non sposata il padre naturale non riconosce il proprio figlio per lasciare alla propria compagna la patente di ragazza madre. Questo per avere precedenza nelle graduatorie degli asili nido.
I diritti da difendere siano, almeno, quelli dei figli. Credo che i figli di non sposati debbano avere gli stessi diritti dei figli di sposati. I contrari ai pacs, cattolici e non, e i poltici loro servili simpatizzanti, argomentano i matrimoni gay come male assoluto, ma la loro vera paura è la famiglia di fatto. Non possono sopportare la concorrenza di una famiglia etero non sposata. Una battaglia peraltro già persa. Alcuni dati: i bambini nati fuori dal matrimonio in Italia sono il 14%, cioè un bambino su sei. Negli ultimi 10 anni le convivenze sono triplicate. In una coppia il diritto dell’uno è automatico dovere dell’altro e viceversa. Credo che i cosidetti pacs debbano essere un “contratto” semplificato rispetto al matrimonio civile, con meno diritti e doveri reciproci, ma con garantiti alcuni diritti nei confronti della comunità per quel che riguarda figli, pensioni, sanità.

onan ha detto...

In questo blog non si trova un indirizzo email. Quindi ti segnalo in un post del passato questa cosa che forse ti può interessare sulla PoliGamia.

http://www.radio24.ilsole24ore.com/radio24_audio/090417-melog