Ivete Sangalo ce l’ha proprio messa tutta. 24 brani, grandi ospiti da Nelly Furtado a Juanes per strizzare l’occhio ad un target allargato. Omaggio a Michael Jackson, un piccolo carnevale baiano come bis conclusivo.
Un grande show e niente playback. Insomma tutti soddisfatti, dal pubbico presente (15 mila, mi sa per larghissima parte brasiliani) ai fan USA tra cui Rihanna. "Multishow ao vivo - Ivete Sangalo no Madison Square Garden" è ora pronto ad uscire nei negozi del Brasile e del resto del mondo per consacrare definitivamente Ivete come la cantante pop d’esportazione della musica brasiliana. Non sarà così facile, perchè è davvero dura diventare Shakira se canti e parli in Portoghese. Lo spiega perfettamente quest’articolo sul nytimes.
Il portoghese, a differenza dello spagnolo, non è una lingua planetaria. Vedi Nelly Furtado che dalle iniziali incursione nella lingua lusitana (la sua famiglia è originaria delle Azzorre) è ben presto approdata al ben più commerciabile espanol.
Ma non c’è solo questo. Di fondo c’è una fondamentale questione di ritmo. Il beat dell’axe, su cui si basa la maggior parte delle sue hit non è così assimilabile, fuori del brasile. Troppo veloce, non arriva come accade invece al midtempo cumbia di Shakira a cui siamo un po’ tutti assuefatti. Si è provato con “una strategia di crossover” basata sull’introduzione di sintetizzatori è di un comune denominatore in 4/4, messo a sostegno di un medley dei suoi successi. Ma in questo modo il motore si ingolfa è perde grande parte della sua capacità propulsiva. È se ad un concerto di Ivete ti trovi con le gambe ferme, possiamo anche spegnere i riflettori.
Nessun commento:
Posta un commento