mercoledì 8 dicembre 2010

Lalà







“No Rancho fundo” è un pezzo storico che ascolto sempre con piacere.
Il brano è frutto di una parceria tra due autori, uno molto noto come Ary Barroso, ed un certo Lamartine Babo a me colpevolmente ignoto. Colmo la lacuna leggendo della collana “Raizes da Musica Popular Brasileira” uscita da marzo nelle edicole brasiliane come iniziativa multimedia del quotidiano Folha. 25 cofanetti con libro e CD dedicati alle origini della MPB, ottimamente presentati su questo sito, dove si possono trovare diverse informazioni su questi 25 autori. Nella prima uscita doppio appuntamento con i classici di Noel Rosa (la cui Conversa de Botequim fa da jingle nel lancio tv della collana) e con Lamartine Babo appunto.



Quello che colpisce subito, inutile negarlo, è l’aspetto non proprio affascinante di Lamartine Babo, fisico magrissimo, un testone sproporzionato e una fronte che sembra tirata con Photoshop. Leggo come il nostro Lamartine, detto Lalà, prendesse la cosa con disinvoltura, come conferma questa sua affermazione: “Pensavo di essere un colosso. Ma un giorno, guardandomi allo specchio, ho visto che non ho il collo, io ho solo osso”. 


Lalà sfruttò la propensione alla battuta, ai giochi di parole, alla comicità nonsense sia come collaboratore di riviste satiriche che come personaggio radiofonico.  Scorro la lista dei brani per cui è ricordato ancora oggi: diversi samba, valsas ("Eu Sonhei que Tu Estavas tão Linda”), sertanejas (“No Rancho fundo”, appunto) ma soprattutto una lista infinita di “marchinhas”  scritte nell’ “Época de Ouro" del carnevale: tra queste "O Teu cabelo não Nega" (composta più di 80 anni fa, insieme a Irmãos Valença) è certamente tra la più memorabili e ancor oggi riproposta sui carri musicali dei vari carnevali brasiliani.


O teu cabelo não nega (interprete Castro Barbosa)


Sempre nel sito dedicato all’iniziativa editoriale trovo citata la sua prima registrazione discografica che parlava della moda maschile di portare pantaloni a zampa d’elefante: un tema davvero curioso trattandosi di un pezzo datato 1930. Tifoso dell’America Football Club (con cui condivide l’anno di nascita, 1904) Lalà scrisse gli inni per diverse squadre, l’America ovviamente, ma anche Flamengo, Fluminense, Botafogo e Vasco. Un po’ come se l’autore di “Per fortuna che Silvio c'è” avesse scritto anche l’inno di Futuro e Libertà.

Hino DO AMÉRICA-RJ

Hino Do Flamengo

Hino Do Fluminense

Hino do Botafogo

Hino do Vasco

2 commenti:

Anonimo ha detto...

otimo blog!!!!!!!!!!! mas falta o hino do bahia!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

desculpe esta falando de Lalà...........