giovedì 19 settembre 2013

Egli mi ha dato un bacio sulla bocca


Questa foto ritrae il bacio tra Caetano e Gil che, insieme ad altri baci, hanno sostenuto una campagna di protesta (Feliciano não me representa) contro le dichiarazioni omofobe del pastore evangelico Marco Feliciano.
Ma questo bacio e prima ancora l’iniziativa dei grillini mi hanno fatto subito ricordare un altro beijo, quella di un classico della scrittura di Veloso “Ele Me Deu Um Beijo na Boca”, dialogo immaginario tra Cae e Gil. Eccola qui con tanto di traduzione, ‘sta volta facile, prechè presa dal libro di Paolo Scarnecchia Musica Popolare Brasiliana, gammalibri – 1983. Solo il testo italiano perché il pezzo è di quelli belli lunghi. Baci in bocca a tutti, ovviamente.
  Ele me deu um beijo na boca
  
Egli mi ha dato un bacio sulla bocca dicendomi:
La vita è vuota come la cuffia
Di un bebè senza testa
E io ho riso a più non posso
E lui: come la testa di una volpe ubriaca
E io ho detto: basta con le tue storie
Di pozzo senza fondo
E io so che il mondo
E un flusso senza letto
Ed è soltanto nel cavo del tuo petto
Che corre un fiume
Ma egli concordò che la vita è buona
Sebbene sia appena una corona:
La faccia è il vuoto
Ed egli rise e rise e rìse e rideva
E io dissi: basta di filosofia
A me bastava che il sindaco desse una sistemata
Alla città di Bahia
Questo fatto riguarderebbe tutta la gente della terra
E noi vedremo nascere una pace bollente
I figli nella guerra fredda
Sarebbe un antincidente
Come una rima
Disinnescando il disegno di quella profezia
Che mi raccontò Vicente
Secondo lastronomia
In novembre dellanno che inizia
Sette astri si allineeranno sullo scorpione
Come nel giorno della bomba di Hiroshima
Ed egli mi guardò
Dallalto e disse rivolto a me:
Delfim, Margareth Thatcher, Menahem Begin
La politica è la fine
E che la critica non tocchi la poesia
II giornale Time dice che i Rolling Stones
Già non appartengono più al mondo del Time
E io dico (Lui ha detto):
Che quello che non appartiene più è il Time
Nel mondo degli Stones, forever rockin and rollin
Perché indurre il disprezzo per i vivi
E fomentare desideri reattivi
Apache, punks, esistenzialisti, hippies, beatniks
Di tutti i tempi innovati
E io dissi si, ma si, ma no, non è questo
Soltanto alcuni santi, al limite, nelle loro dimore
E solitari
Ma egli mi parlò: tu sei triste
Perché la tua dama ti abbandona
E tu non resisti, quando lei compare
Arriva e instaura il suo cosmetico caotico
Tu cominci a guardare con occhio gotico
Di cristiano legittimo
Ma io sono negro, fratello mio
Io so che questo non annulla, ma per fino attiva
Il vecchio ritmo mulatto
E il leone ruggisce
Il fatto è che cè un istmo
Tra il mio dio
E le tue divinità
Io sono del clan di Djavan
E tu sei un fan di Donato
E non ci interessa il trip cristiano
Di Dilan Zimmerman
Ed egli ancora direbbe altro
Ma la canzone deve finire
Ed io risposi:
Il dio che tu senti è il dio dei santi
La superficie iridescente di una bolla vuota
I miei dei sono teste di bebè senza cuffia
Era un momento senza paura e senza desiderio
Egli mi ha dato un bacio sulla bocca
E io ho cor risposto quel bacio