Questa foto ritrae il bacio tra Caetano e Gil che, insieme ad altri baci, hanno sostenuto una campagna di protesta (Feliciano não me representa) contro le dichiarazioni omofobe del pastore evangelico Marco Feliciano.
Ma questo bacio e prima ancora l’iniziativa dei
grillini mi hanno fatto subito ricordare un altro beijo, quella di un classico della
scrittura di Veloso “Ele Me Deu Um Beijo na Boca”, dialogo immaginario tra Cae
e Gil. Eccola qui con tanto di traduzione, ‘sta volta facile, prechè presa dal
libro di Paolo Scarnecchia Musica Popolare Brasiliana, gammalibri – 1983. Solo il testo
italiano perché il pezzo è di quelli belli lunghi. Baci in bocca a tutti,
ovviamente.
Ele me deu um beijo na boca
Egli
mi ha dato un bacio sulla bocca dicendomi:
La
vita è vuota come la cuffia
Di
un bebè senza testa
E io
ho riso a più non posso
E
lui: come la testa di una volpe ubriaca
E io
ho detto: basta con le tue storie
Di
pozzo senza fondo
E io
so che il mondo
E’ un flusso senza letto
Ed è
soltanto nel cavo del tuo petto
Che
corre un fiume
Ma
egli concordò che la vita è buona
Sebbene
sia appena una corona:
La faccia
è il vuoto
Ed
egli rise e rise e rìse e rideva
E io
dissi: basta di filosofia
A me
bastava che il sindaco desse una sistemata
Alla
città di Bahia
Questo
fatto riguarderebbe tutta la gente della terra
E
noi vedremo nascere una pace bollente
I
figli nella guerra fredda
Sarebbe
un antincidente
Come
una rima
Disinnescando
il disegno di quella profezia
Che
mi raccontò Vicente
Secondo
l’astronomia
In
novembre dell’anno che inizia
Sette
astri si allineeranno sullo scorpione
Come
nel giorno della bomba di Hiroshima
Ed
egli mi guardò
Dall’alto e disse rivolto a me:
Delfim,
Margareth Thatcher, Menahem Begin
La
politica è la fine
E
che la critica non tocchi la poesia
II
giornale Time dice che i Rolling Stones
Già
non appartengono più al mondo del Time
E io
dico (Lui ha detto):
Che
quello che non appartiene più è il Time
Nel
mondo degli Stones, forever rockin’ and
rollin’
Perché
indurre il disprezzo per i vivi
E
fomentare desideri reattivi
Apache,
punks, esistenzialisti, hippies, beatniks
Di
tutti i tempi innovati
E io
dissi si, ma si, ma no, non è questo
Soltanto
alcuni santi, al limite, nelle loro dimore
E
solitari
Ma
egli mi parlò: tu sei triste
Perché
la tua dama ti abbandona
E tu
non resisti, quando lei compare
Arriva
e instaura il suo cosmetico caotico
Tu
cominci a guardare con occhio gotico
Di
cristiano legittimo
Ma
io sono negro, fratello mio
Io
so che questo non annulla, ma per fino attiva
Il
vecchio ritmo mulatto
E il
leone ruggisce
Il
fatto è che c’è un istmo
Tra
il mio dio
E le
tue divinità
Io
sono del clan di Djavan
E tu
sei un fan di Donato
E
non ci interessa il trip cristiano
Di
Dilan Zimmerman
Ed
egli ancora direbbe altro
Ma
la canzone deve finire
Ed
io risposi:
Il
dio che tu senti è il dio dei santi
La
superficie iridescente di una bolla vuota
I
miei dei sono teste di bebè senza cuffia
Era
un momento senza paura e senza desiderio
Egli
mi ha dato un bacio sulla bocca
E io
ho cor risposto quel bacio
2 commenti:
Baci.
...e un "strucon"...
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