martedì 31 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
Barbara Casini e Monica Demuru in un omaggio a Chico Buarque
Davvero brave Barbara Casini e Monica Demuru che ho
ascoltato mardedì sera nel cortile di Palazzo Festati a Valdagno. Monica mi ha
davvero sorpreso, Barbara di cui ho anche qualche CD, la ascoltavo in questa
occasione per la terza volta, sempre confermando la sua qualità.
Emozionante sentire le parole di Chico recitate per una
volta in italiano e poi di nuovo ritrovate e rigustate in portoghese
nell’intreccio con le note. Spogliate della musica, quelle stesse parole colpiscono in altro modo e capisci
quanto la musica, mediando con la sua dolcezza e leggerezza, riesca a renderle
accettabili nella loro frequente crudezza, forza, violenza.
Qui l’articolo di Silvia Ferrari. (da cui deriva anche la foto).
Dopo una lettura del brano “Uma palavra”, l’omaggio a
Chico delle due splendide interpreti si è aperto con questo “Bom Conselho” (1972)
dove “il bersaglio di Buarque sono i modi di dire che postulano consenso
passivo. I proverbi, come Dormire non fa passare il dolore o Prendersela comoda non porta lontano sono inviti all’inerzia e al conformismo... ricette
pacificanti e tranquilizzanti, considerazioni standardizzate che nascondono un
interesse nel mantenimento dello status quo" (Menezes).
Bom conselho (Chico Buarque)
Ouça um bom conselho
Ouça um bom conselho
Ascolta un buon consiglio
Que eu lhe dou de graça
Che ti dò gratis
Inútil dormir que a dor não passa
Dormire non fa passare il dolore
Espere sentado
Attendi seduto
Ou você se cansa
Altrimenti ti stanchi
Está provado, quem espera nunca alcança
È certo, chi aspetta non ottiene nulla
Venha, meu amigo
Vieni, amico mio
Deixe esse regaço
Abbandona le sottane materne
Brinque com meu fogo
Gioca col mio fuoco
Venha se queimar
Vieni a bruciarti
Faça como eu digo
Fa come dico
Faça como eu faço
Fa come faccio
Aja duas vezes antes de pensar
Agisci due volte prima di pensare
Corro atrás do tempo
Corro dietro il tempo
Vim de não sei onde
Vengo da dove non so
Devagar é que não se vai longe
Prendersela comoda non porta lontano
Eu semeio o vento
Semino vento
Na minha cidade
Nella mia città
Vou pra rua e bebo a tempestade
Vado per la strada e bevo la tempesta
traduzione da mappesonore.altervista.org/
traduzione da mappesonore.altervista.org/
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monica demuru
mercoledì 25 luglio 2012
Luglio col bene che ti voglio
Bello questo Luglio, peccato che stia già per finire. Se avessi tempo o forse soltanto voglia di andare a correre metterei questo "Luglio" nelle cuffiette.
martedì 24 luglio 2012
I 10 dollari meglio spesi della vostra vita
Prezzo modico per il classico oggetto “mai più senza”.
Gadget indispensabile, indicato per le vacanze ormai
prossime, molto apprezzato dal target femminile.
Mi domando come questo video di culto, possa aver avuto
finora meno di 100 visualizzazioni. Certamente coscienza sporca contribuirà a
questa campagna a favore dell’igiene personale, ovunque e comunque. Sto già pensando ad un co-marketing con la Perrier.
lunedì 23 luglio 2012
"Le mille voci della ragazza di Ipanema"
Con questa compilation anche LaRepubblica.it ricorda la ragazza di Ipanema.
sabato 21 luglio 2012
Vai per Maria e scopri Mattia
“Ma sei andato a vedere Maria Gadù?”
Ti pare potessi perdermi colei che, la scorsa estate, ha portato al blog più di mille
contatti al giorno e a una vertiginosa scalata alla classifica dei blog musicali
più visti? Sarei stato quanto meno ingrato e irriconoscente.
Che dire allora del suo nuovo tour “Mais uma Pagina” e della
tappa al Teatro romano di Verona? Intanto le
apparenze: Maria mi è apparsa più alta e muscolare di quanto mi
aspettassi. Vista dalle gradinate bollenti, forse anche per il desiderio di un
tuffo in acqua, mi è appara come una sorta di Pellegrini con chitarra. Per quanto riguarda la parte musicale, molti pezzi li
ascoltavo per la prima volta, anche perché il disco, alla data del concerto (30
giugno), in Italia non era ancora ufficialmente uscito. Detto questo mi è
piaciuta “più dal vivo che dall’album”, convincente anche nella riproposta dei
recenti successi, mai dati per scontati. Legato alle cose del passato ho molto apprezzato
che nella setlist -come nell’album- fosse presente Amor de Indio di Beto Guedes e Marcio Borges, che a distanza di 34
anni rimane davvero un grande pezzo (nel prossimo post la traduzione). Di poche parole, anche se l’italiano lo pratica non male, è
sembrata un po’ intimidita da un contesto tanto suggestivo.
(foto da www.daringtodo.com)
Chi invece non si è risparmiato nemmeno a parole, risultando
assolutamente padrone della situazione, è stato quel Mattia Cigalini a cui
spettava il compito di aprire le serata (tutti gli appuntamenti in programma
prevedevano una doppia presenza)
accompagnando il caldo tramonto veronese in attesa dalla
star della serata.
Un’apertura jazz, con rilettura di successi pop, decisamente
lontana dal mondo di Maria Gadù
con il solo denominatore comune della giovane età dei due interpreti
oltre al fatto che anche i brani proposti da Mattia
appartengono ad un album progetto
non ancora pubblicato. Talmente giovani che, anche sommado i
loro anni, non riescono a raggiungere la mia età.
Sax, chitarra, basso e batteria che suonano il waka waka e Lady
Gaga. Forse per l’atmosfera, al calar della sera, ho trovato questa
Firework particolarmente
intrigante... e poi il brano di Katy Perry mi è sempre piaciuto.
L’audio qui è quello che è (poca cosa) assicuro che dal vivo
l’impatto è stato davvero notevole.
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venerdì 13 luglio 2012
Chissà perché l'11 luglio?
il mondiale delle partite video registrate e riviste fino
alla noia/nausea, felici possessori della tecnologia della moviola fino ad allora
esclusivo appannaggio del mitico Carlo Sassi. La ricorrenza mi sarebbe invero
sfuggita se non fossi incappato nel ricordo del solito Linus (dico solito per
la mia frequentazione radiofonica e in perenne ricordo del tratto corso insieme
lungo la ciclabile Riccione Cattolica...) che nella stessa puntata
celebra anche i 50 anni della canzone brasiliana più popolare al mondo, sembra
in assoluto seconda solo a Yesterday come numero di cover, quella Garota de
Ipanema esportata anche nella versione inglese di The Girl from Ipanema.
Ora l’anno è certamente quello e se avessi ascoltato tutta
la puntata vi saprei dire anche il perché di questa data, 11 luglio appunto,
che potrebbe corrispondere alla prima esecuzione o registrazione o uscita del
disco o registrazione alle Siae brasiliana ce ne fosse una. Tant’è. Prendo per
buone le parole di Linus e aggiungo due considerazioni personali. Da Garota di
Ipanema al mondiale di Spagna passano 20 anni. Da quel “Campioni, Campioni,
Campioni” ad oggi passano 30 anni, 10 di più. I calendari non mentono. Eppure
già al tempo di Pablito&Co, la canzone di deMoraes/Jobim mi sembrava un
classico lontanissimo nel tempo, mentre oggi sento il 3° mondiale italiano come
parte di un passato, certo non prossimo, ma non ancora remoto. Sarà perchè
l’intensità della prima parte delle nostre vite sembrano dilatare il tempo,
mentre la fretta degli anni centrali lo sembrano abbreviare. Insomma una
spiegazione ci sarà di certo.
Detto questo, se qualcuno avesse una sua versione preferita
di Garota de Ipanema la riporti nei commenti. Linus per l’occassione ha scelto
la versione di Lou Rawls ma le alternative non mancano di certo, comprese
quelle degli italiani, da Bruno Martino a Piero Pelù.
(grazie per la foto a gianzinho-culturabrasil.blogspot.com)
(grazie per la foto a gianzinho-culturabrasil.blogspot.com)
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