domenica 30 novembre 2008
Oggi, domenica piovosa scopriamo il ronca-ronca, impariamo a costruire una Cuica, ascoltiamo Deep Purple, Carlinhos da Cuíca e una splendida CéU.
Non pensiate che io conosca il mondo del samba. Quello che so e quello che riporto, l’ho giusto scovato su internet, spinto alla ricerca da qualche canzone che parla di samba. Come quella del post precedente, la bellissima “É Com Esse Que Eu Vou". Mettendosi a tradurre questi brani si finisce quasi sempre impigliati in riferimenti alle figure, ai personaggi, ai riti del samba che, ripeto, mi mancano quasi del tutto. Inutile aprire il dizionario per cercare espressioni come "ronca-ronca da cuíca", meglio affidarsi a google e meglio ancora a youtube.
Il ronca-ronca dovrebbe essere il russare: se ci penso anche in Veneto si dice “ronchesare” (“no gò mai dormio: el gà ronchesà tuta la note”). Quindi il ronca-ronca dovrebbe esprimere un certo tipo di suono continuo, un accompagnamento un po’ ossessivo, con propri ritmi e proprie variazioni. Le cose diventano più chiare con Cuíca, uno degli strumenti che rendono così ricca di suoni la musica brasiliana. L’abbiamo sentito in tantissime canzoni, un suono tipico che imita la forma di gemiti e singhiozzi e che fa subito brasile.
Riporto da wikipedia, in questa occasione esauriente: “nonostante da molti sia considerata uno strumento a percussione non lo è. Incastrata nella parte interna della pelle vi è un’asticella di bambù. Una mano stringe l’asta all’interno dello strumento con un panno umido, e il ritmo viene articolato dallo strusciare (frizione) del panno sull’asta di bambù. L’altra mano regge lo strumento e le sue dita esercitano una pressione sulla pelle. La differente stretta sull’asta e la pressione sulla pelle consentono di ottenere suoni alti o bassi, con un’estensione che arriva a due ottave”.
Come ogni strumento anche la Cuíca ha i suoi interpreti di riferimento che nel caso specifico scopro essere (non a caso) Carlinhos da Cuíca. Se a qualcuno venisse l’idea di imparare a suonare lo strumento, il sito di Carlinhos, Academia das Cuícas, potrebbe essere il primo passo per entrare.
Carlinhos da Cuíca no pagode da Tia Doca
Tra le curiosità quelle di una rudimendale, ma efficace Cuica, ottenuta da un banalissimo bicchiere di plastica (lo si vede nella foto e potete linkare qui per realizzarla a casa vostra occupando così il tempo di un pomeriggio piovoso) e quella di chi usa la Cuica per suonare perfino i Deep Purple.
Come per altri strumenti anche nel caso della Cuica qualche autore della MPB ha ben pensato di dedicarvi una canzone. In questo caso ci hanno pensato João Bosco e Aldir Blanc e la vale la pena di ascoltarla perchè l’interprete è la “carinhosa” CéU.
CéU - O Ronco da Cuíca
venerdì 28 novembre 2008
Proviamo a metterci un titolo (É com esse que eu vou).
Uno potrebbe essere mamma e figlio (e riallacciarsi così al post precedente). Elis accompagnata al piano dal marito Cesar Camargo Mariano (fantastici entrambi). Pedro Mariano, duettante con una Sandy (migliore di altre volte) in uno spettacolo TV del 2007.
Altro titolo potrebbe essere quanto mi piace 'sto pezzo. Oppure vorrei farvi entrare nel cuore questa canzone, com'è entrata nel mio. Oppure, visto che si va nel week end, voglio sambare fino a stramazzare al suolo. Oppure un samba per la gente e per la casta "gente pobre, gente rica, deputado, senador ". Oppure questa volta Caetano non è lui, ma un altro (il Pedro Caetano, autore di questo e tantissimi altri samba ). Oppure questo samba ha compiuto 60 anni. Oppure...
Qui, nel video integrale, le parole di Elis sul samba che precedono il brano (ma cosa stai fumando Elis?). Nel weekend ne parliamo, soprattutto di quel "ronca-ronca da cuíca" contenuto nel testo. Ora è tardi. Oppure...
Elis Regina - "É Com Esse Que Eu Vou" -Ensaio - MPB Especial
Sandy e Pedro Mariano - É com esse que eu vou
Altro titolo potrebbe essere quanto mi piace 'sto pezzo. Oppure vorrei farvi entrare nel cuore questa canzone, com'è entrata nel mio. Oppure, visto che si va nel week end, voglio sambare fino a stramazzare al suolo. Oppure un samba per la gente e per la casta "gente pobre, gente rica, deputado, senador ". Oppure questa volta Caetano non è lui, ma un altro (il Pedro Caetano, autore di questo e tantissimi altri samba ). Oppure questo samba ha compiuto 60 anni. Oppure...
Qui, nel video integrale, le parole di Elis sul samba che precedono il brano (ma cosa stai fumando Elis?). Nel weekend ne parliamo, soprattutto di quel "ronca-ronca da cuíca" contenuto nel testo. Ora è tardi. Oppure...
Elis Regina - "É Com Esse Que Eu Vou" -Ensaio - MPB Especial
Sandy e Pedro Mariano - É com esse que eu vou
giovedì 27 novembre 2008
"Filho de peixe, peixinho è”
Pensate al destino di questa Maria Rita (Brandão) che canta per anni in tutta tranquillità finché si affaccia sulla scena musicale un’altra Maria Rita (Mariano) che ha però dalla sua il vantaggio di essere figlia niente meno che di Elis Regina e di Cesar Camargo Mariano. Immaginate sentirsi paragonare a una mamma, che non è nemmeno la propria, ed è invece la mamma dell’altra. A quel punto il minimo da fare era cambiarsi nome e, minimo per minimo, invertirli e diventare Rita Maria.
Prendo questo aneddoto da un articolo di Giangiacomo Gandolfi dedicato all’invasione di figli e nipoti della MPB, una forma di nepotismo che nemmeno le università italiane… Del resto, si ricorda nell’articolo, un detto brasiliano dice che i figli dei pesci fanno i pesci, anche se l’acquario brasiliano sembra davvero affollato. Maria Rita ha iniziato tardi, al contrario della mamma cantante fin da bambina, dedicandosi precedentemente al giornalismo, ha inciso tre dischi, l’ultimo nel 2007, è apparsa nuda sulla copertina di Bizz, rivista musicale deceduta lo scorso anno. Diverse foto e qualche video intervista la ritraggono con la mamma e con il fratello Pedro Mariano, nato due anni prima di lei, nel 1975, anche lui cantante, genere romanticone o romanticume come preferite.
Di Maria Rita abbiamo già ascoltato il brano Essa Mulher (presente nella sezione traduzioni) e sta per uscire il DVD dell'album Samba Meu. Per Pedro Mariano è invece il debutto sul palco di coscienzasporca. Nel video lo vediamo con il padre, quello sì un nome che conta nella musica brasiliana, per aver suonato, prodotto e arrangiato dischi davvero importanti, non solo per essere stato il secondo marito di Elis Regina. Ci sarà occasione per parlare anche del primo marito e del primo figlio di Elis quel João Marcelo Boscoli...
Cesar Camargo Mariano e Pedro Mariano "Acaso"
mercoledì 26 novembre 2008
La nuda verità
Come avrete notato ho cercato di aggiornare e aggiustare un po’ il blog inserendo, per esempio, l’elenco delle canzoni brasiliane di cui è presente una traduzione italiana (con tutti i limiti di qualsiasi traduzione). Con l’occasione ho inserito anche un contatore: non che ami la statistiche, ma qualche curiosità ce l’ho come tutti. Il contatore mi conferma il numero di persone che so frequentare abitualmente il blog a cui si aggiunge un discreto numero di persone che vi arrivano dai motori di ricerca, digitando parole che hanno più o meno a che fare con il brasile, da “vanessa da mata” a “vorrei vedere la casa di pato”. Non mi sorprende che alcune ricerche abbiano come chiave il sesso, se non altro perchè ho un post che titola “vallo a prendere in culo”, che 18 mesi dopo la sua pubblicazione risulto ancora al primo posto nella ricerca su google. Mi sorprende invece che il primo posto assoluto nella chiavi di ricerca riporti addirittura al lontanissimo secondo post pubblicato sul blog ormai 2 anni fa e che diverse persone siano così interessate a vedere Daria Bignardi nuda.
Così ho finalmente trovato il sottotitolo che mancava all’intestazione del blog.
martedì 25 novembre 2008
Giusto per Natale
Foto Marco Hermes.
Dal sito non ufficiale dei fans di “o rei” Roberto Carlos arriva proprio oggi la conferma dell’uscita di “A Musica de Tom Jobim”, CD che riunisce Caetano Veloso e Roberto Carlos: 16 tracce registrate dal vivo nel corso dello show dello scorso agosto nell’Auditorio Ibirapuera (Sao Paulo), uno dei tanti spettacoli dedicati nel corso dell’anno ai 50 anni della Bossa Nova.
4 pezzi cantati insieme (Chega de Saudade, Garota de Ipanema, Tereza da Praia e Wave). Poi spettano a Caetano Por toda minha vida, Ela è Carioca, Inutil Paisagem, Meditaçao e O que tinha de ser.
A Roberto invece Eu sei que vou te amar (più la lettura del Soneto da Fidelidade di Vinicius) Insensatez, Ligia, Por Causa de Você e Samba do Avião. Prevista l’uscita di un DVD con la registrazione integrale dello spettacolo.
lunedì 24 novembre 2008
Le ragazze ci provano 3: "Menino das Laranjas"
Visto che l'abbiamo citata tra le prime canzoni che hanno fatto emergere il talento di Elis perchè non ascoltarla?
Della serie nuove voci e nuovi arrangiamenti: Mariana (in pantaloni) l'abbiamo ascoltata pochi post fa in Deixa o Verão dei Los Hermanos. Di Roberta Sá (bel vestitino) ho parlato circa un anno fa, miglior rivelazione femminile secondo i critici "paulisti".
Mariana Aydar e Roberta Sá - Menino das Laranjas
Della serie nuove voci e nuovi arrangiamenti: Mariana (in pantaloni) l'abbiamo ascoltata pochi post fa in Deixa o Verão dei Los Hermanos. Di Roberta Sá (bel vestitino) ho parlato circa un anno fa, miglior rivelazione femminile secondo i critici "paulisti".
Mariana Aydar e Roberta Sá - Menino das Laranjas
Gilberto Gil (Rolling Stone Brasil ottobre 2008).
Bei ritratti del brasiliano Daniel Klajmic, fotografo di moda ma non solo.
Sua infatti la copertina di "Todas as coisas e eu", disco di Gal Costa del 2004.
Sempre per RS, non molti mesi fa, aveva fotografato pure Caetano.
domenica 23 novembre 2008
Quale fu il primo grande successo di Elis?
Difficile dirlo parlando di una stella che incise il primo singolo, su 78 giri, a quindici anni e il primo album (“Viva a Brotolândia”) a sedici, anno 1961. Il genere potrebbe essere, mi si passi l’irriverente paragone, un genere alla Hanna Montana anni ’60 (oddio che ho detto!!!): canzonette per giovanissimi, cantate da ragazzine. Del resto il termine broto sta proprio per quello, per “bocciolo”, e con l’espressione brota ci si riveriva al fenomeno delle giovanissime cantanti, in voga allora come oggi (me la passate l’espressione “in voga”?).
Il reportorio non è ancora quella della MPB: vi si ascoltano, invece, cover di pezzi USA di successo , ritmi leggeri, pochi accenni di samba. Certo la personalità e lo stile di Elis evolvono velocemente, al ritmo di un album l’anno, fino al definitivo trasferimento da Porto Alegre a Rio, con un repertorio che si fa più adulto e più “brasiliano”, fino al grande successo del programma “O fino da bossa” da cui derivano tre splendidi album dal vivo, interpretati con Jair Rodriguez, che in questo periodo girano di continuo sul mio “giradischi”. Insomma il bocciolo è sbocciato.
In questi tre album , Elis sfoggia una voce calda, forse lontana da certi canoni bossanovistici del periodo, lontana anche dalla voce che ci rimandano le interpretazioni anni 70. Ma Elis, allora 20enne, esprime già quella forza interpretativa che ne hanno fatto un fenomeno e più tardi un mito.
Ma ecco che al solito, divagando, mi sono perso. Torno alla domanda. Quale fu il primo grande successo di Elis? Ce lo racconta lei stessa in questo video del 1973 (qui tutta l’intervista) dove ricorda come alcuni indicassero in Menino das Laranjas, scritta da Téo de Barros nel 1964, il suo primo successo. Altri lo attribuivano invece all’interpretazione di Arrastão di Edu Lobo e Vinícius de Moraes, brano con cui vinse il primo festival della Música Popular Brasileira della TV Excelsior. In realtà la grande attenzione di pubblico e critica arrivò con Preciso aprender a ser só, dei fratelli Marcos e Paulo Sérgio Valle, brano che Elis interpretava in uno show al “Little Club” di Rio de Janeiro e che incise sia in “Samba, eu canto assim” che in “Dois Na Bossa”, entrambi del 1965.
Il brano è bello, l’interpretazione magnifica, il video b/n affascinante. Le smorfiette di Elis irresistibili. Scommetto entrerà a far parte del vostro juke-box on line.
Siccome poi in queste settimane esce con Repubblica/L’espresso la Mina della TV aggiungo il mio contributo con la versione italiana interpretata dalla Mazzini nel 1968.
Elis Regina - Preciso aprender a ser só
Mina _ So ( Preciso aprender a ser so )
Preciso aprender a ser só
Composição: Marcos Valle/Paulo Sergio Valle
Ah, se eu te pudesse fazer entender
Ah se potessi farti capire
Sem teu amor eu não posso viver
Che senza il tuo amore io non posso vivere
E sem nós dois o que resta sou eu
Che senza noi due, ciò che resta sono io
Eu assim tão só
E sono così sola
E eu preciso aprender a ser só
Che devo imparare ad essere sola
Poder dormir sem sentir teu calor
Poter dormire senza sentire il tuo calore
E ver que foi só um sonho e passou
E capire che è stato solo un sogno ed è passato
Ah, o amor quando é demais ao findar leva a paz
L’amore quando sta per finire toglie la pace
Me entreguei sem pensar
Mi sono trovata coinvolta, senza pensare
Que a saudade existe e se vem
Che la nostalgia esiste e quando arriva
É tão triste, vê
E così triste, guarda
Meus olhos choram a falta dos teus
I miei occhi piangono l’assenza dei tuoi
Esses olhos que foram tão meus
Quegli occhi che erano tutti per me
Por Deus entenda que assim eu não vivo
Capisci che così non è più vivere
Eu morro pensando no nosso amor
Che muoio pensando al nostro amore.
Il reportorio non è ancora quella della MPB: vi si ascoltano, invece, cover di pezzi USA di successo , ritmi leggeri, pochi accenni di samba. Certo la personalità e lo stile di Elis evolvono velocemente, al ritmo di un album l’anno, fino al definitivo trasferimento da Porto Alegre a Rio, con un repertorio che si fa più adulto e più “brasiliano”, fino al grande successo del programma “O fino da bossa” da cui derivano tre splendidi album dal vivo, interpretati con Jair Rodriguez, che in questo periodo girano di continuo sul mio “giradischi”. Insomma il bocciolo è sbocciato.
In questi tre album , Elis sfoggia una voce calda, forse lontana da certi canoni bossanovistici del periodo, lontana anche dalla voce che ci rimandano le interpretazioni anni 70. Ma Elis, allora 20enne, esprime già quella forza interpretativa che ne hanno fatto un fenomeno e più tardi un mito.
Ma ecco che al solito, divagando, mi sono perso. Torno alla domanda. Quale fu il primo grande successo di Elis? Ce lo racconta lei stessa in questo video del 1973 (qui tutta l’intervista) dove ricorda come alcuni indicassero in Menino das Laranjas, scritta da Téo de Barros nel 1964, il suo primo successo. Altri lo attribuivano invece all’interpretazione di Arrastão di Edu Lobo e Vinícius de Moraes, brano con cui vinse il primo festival della Música Popular Brasileira della TV Excelsior. In realtà la grande attenzione di pubblico e critica arrivò con Preciso aprender a ser só, dei fratelli Marcos e Paulo Sérgio Valle, brano che Elis interpretava in uno show al “Little Club” di Rio de Janeiro e che incise sia in “Samba, eu canto assim” che in “Dois Na Bossa”, entrambi del 1965.
Il brano è bello, l’interpretazione magnifica, il video b/n affascinante. Le smorfiette di Elis irresistibili. Scommetto entrerà a far parte del vostro juke-box on line.
Siccome poi in queste settimane esce con Repubblica/L’espresso la Mina della TV aggiungo il mio contributo con la versione italiana interpretata dalla Mazzini nel 1968.
Elis Regina - Preciso aprender a ser só
Mina _ So ( Preciso aprender a ser so )
Preciso aprender a ser só
Composição: Marcos Valle/Paulo Sergio Valle
Ah, se eu te pudesse fazer entender
Ah se potessi farti capire
Sem teu amor eu não posso viver
Che senza il tuo amore io non posso vivere
E sem nós dois o que resta sou eu
Che senza noi due, ciò che resta sono io
Eu assim tão só
E sono così sola
E eu preciso aprender a ser só
Che devo imparare ad essere sola
Poder dormir sem sentir teu calor
Poter dormire senza sentire il tuo calore
E ver que foi só um sonho e passou
E capire che è stato solo un sogno ed è passato
Ah, o amor quando é demais ao findar leva a paz
L’amore quando sta per finire toglie la pace
Me entreguei sem pensar
Mi sono trovata coinvolta, senza pensare
Que a saudade existe e se vem
Che la nostalgia esiste e quando arriva
É tão triste, vê
E così triste, guarda
Meus olhos choram a falta dos teus
I miei occhi piangono l’assenza dei tuoi
Esses olhos que foram tão meus
Quegli occhi che erano tutti per me
Por Deus entenda que assim eu não vivo
Capisci che così non è più vivere
Eu morro pensando no nosso amor
Che muoio pensando al nostro amore.
venerdì 21 novembre 2008
Kassab? È sposato? Ha figli?
Ricordate le elezioni amministrative brasiliane oggetto di un recente post?
A chi fosse rimasta qualche curiosità, consiglio di approfondire l’argomento su questo articolo di Francesco Giappichini che ben analizza risultati e prospettive di questa tornata elettorale. Mi ha in particolare colpito un aspetto della campagna elettorale, riportato nell'articolo, ovvero il tentativo di screditare il candidato conservatore Gilberto Kassab, riconfermato poi sindaco di San Paolo, attraverso uno spot che in qualche modo ne ventilava una possibile omosessualità, come se questo potesse essere un motivo per negargli il voto.
A chi fosse rimasta qualche curiosità, consiglio di approfondire l’argomento su questo articolo di Francesco Giappichini che ben analizza risultati e prospettive di questa tornata elettorale. Mi ha in particolare colpito un aspetto della campagna elettorale, riportato nell'articolo, ovvero il tentativo di screditare il candidato conservatore Gilberto Kassab, riconfermato poi sindaco di San Paolo, attraverso uno spot che in qualche modo ne ventilava una possibile omosessualità, come se questo potesse essere un motivo per negargli il voto.
giovedì 20 novembre 2008
Il vizietto 2 ("La ultima curda").
L’ho già fatto. Lo sto facendo. Lo farò ancora.
Come Tognazzi Ugo nel vizietto, ogni tanto mi concederò una scappatella nel tango.
Qui “L’ultima sbronza”, seduto di fronte a un bicchiere di rum a conversare con il bandoneon.
Memorabile Roberto Goyeneche con Nestor Marconi nel film “Sur” di Fernando Solanas (premiato per la regia al festival di Cannes 1988). Ho scelto però questa versione di Fito Paez, che trovo convincente. La traduzione dal solito libro curato da Paolo Collo e Ernesto Franco.
Testo: Cátulo Castello. Música: Aníbal Troilo.
Lastima, bandoneón, mi corazon
Che dolore, bandoneón, per il mio cuore
tu ronca maldición maleva...
la tua rauca maledizione di malavita…
Tu lágrima de ron me lleva
La tua lacrima di rum mi porta
hasta el hondo bajo fondo
nei profondi bassifondi
donde el barro se subleva.
dove il fango si ribella.
¡Ya sé, no me digás! ¡Tenés razón!
Lo so, no me lo dire. Hai ragione!
La vida es una herida absurda,
La vita è un’assurda ferita,
y es todo, todo tan fugaz
ed è tutto, tutto, così fugace,
que es una curda, ¡nada más! mi confesión.
nient’altro che una sbronza, niente più! la mia confessione…
Contame tu condena, decime tu fracaso,
Raccontami la tua condanna, dimmi del tuo fallimento.
¿no ves la pena que me ha herido?
non vedi il dolore che m’ha ferito?
Y hablame simplemente de aquel amor ausente
E parlami in modo semplice di quell’amore assente
tras un retazo del olvido.
dietro uno scampolo d’oblio,
¡Ya se que te hago daño ¡Ya sé que te lastimo!
Lo so che mi ferisce! So che ti faccio male
llorando mi sermón de vino!
piangendo la mia predica di vino!
Pero es el viejo amor que tiembla, bandoneón,
Ma è il vecchio amore che trema, bandoneon,
y busca en el licor que aturde,
e cerca un liquore che intontisce
la curda que al final termine la función
la sbronza che alla fine concluda lo spettacolo,
corriéndole un telón al corazón.
calando un sipario sul cuore.
Un poco de recuerdo y sinsabor
Un po’ di ricordo e d’amarezza
gotea tu rezongo lerdo.
stilla il tuo pigro rimprovero.
Marea tu licor y arrea la tropilla de la zurda
Ubriaca il tuo liquore e incita la mandria del cuore
al volcar la última curda.
nel versare l’ultima sbronza.
Cerrame el ventanal que quema el sol
Chiudi la vetrata che il sole brucia
su lento caracol de sueño,
la sua lenta spirale di sonno
¿no ves que vengo de un país que está de olvido,
non vedi che vengo da un paese fatto d’oblio,
siempre gris, tras el alcohol?...
sempre grigio, dietro l’alcool.
Come Tognazzi Ugo nel vizietto, ogni tanto mi concederò una scappatella nel tango.
Qui “L’ultima sbronza”, seduto di fronte a un bicchiere di rum a conversare con il bandoneon.
Memorabile Roberto Goyeneche con Nestor Marconi nel film “Sur” di Fernando Solanas (premiato per la regia al festival di Cannes 1988). Ho scelto però questa versione di Fito Paez, che trovo convincente. La traduzione dal solito libro curato da Paolo Collo e Ernesto Franco.
Testo: Cátulo Castello. Música: Aníbal Troilo.
Lastima, bandoneón, mi corazon
Che dolore, bandoneón, per il mio cuore
tu ronca maldición maleva...
la tua rauca maledizione di malavita…
Tu lágrima de ron me lleva
La tua lacrima di rum mi porta
hasta el hondo bajo fondo
nei profondi bassifondi
donde el barro se subleva.
dove il fango si ribella.
¡Ya sé, no me digás! ¡Tenés razón!
Lo so, no me lo dire. Hai ragione!
La vida es una herida absurda,
La vita è un’assurda ferita,
y es todo, todo tan fugaz
ed è tutto, tutto, così fugace,
que es una curda, ¡nada más! mi confesión.
nient’altro che una sbronza, niente più! la mia confessione…
Contame tu condena, decime tu fracaso,
Raccontami la tua condanna, dimmi del tuo fallimento.
¿no ves la pena que me ha herido?
non vedi il dolore che m’ha ferito?
Y hablame simplemente de aquel amor ausente
E parlami in modo semplice di quell’amore assente
tras un retazo del olvido.
dietro uno scampolo d’oblio,
¡Ya se que te hago daño ¡Ya sé que te lastimo!
Lo so che mi ferisce! So che ti faccio male
llorando mi sermón de vino!
piangendo la mia predica di vino!
Pero es el viejo amor que tiembla, bandoneón,
Ma è il vecchio amore che trema, bandoneon,
y busca en el licor que aturde,
e cerca un liquore che intontisce
la curda que al final termine la función
la sbronza che alla fine concluda lo spettacolo,
corriéndole un telón al corazón.
calando un sipario sul cuore.
Un poco de recuerdo y sinsabor
Un po’ di ricordo e d’amarezza
gotea tu rezongo lerdo.
stilla il tuo pigro rimprovero.
Marea tu licor y arrea la tropilla de la zurda
Ubriaca il tuo liquore e incita la mandria del cuore
al volcar la última curda.
nel versare l’ultima sbronza.
Cerrame el ventanal que quema el sol
Chiudi la vetrata che il sole brucia
su lento caracol de sueño,
la sua lenta spirale di sonno
¿no ves que vengo de un país que está de olvido,
non vedi che vengo da un paese fatto d’oblio,
siempre gris, tras el alcohol?...
sempre grigio, dietro l’alcool.
sabato 15 novembre 2008
Clara Nunes: Canto das três raças
Scherzosamente (ma aggiungo giustamente) larobi mi rimprovera di essermi dimenticato di Clara Nunes considerata una delle grandi, se non la più grande cantante del samba insieme a Beth Carvalho e Alcione. "Canto das três raças" (qui nella versione live del suo autore) è poi una vera icona del samba. Come Elis Regina anche Clara Nunes è mancata giovanissima, nemmeno quarantenne (dettaglio assurdo, per una complicazione dopo una operazione di vene varicose).
Nel 1980, tra l'altro, portò al successo Morena de Angola, uno dei tanti successi di Chico Buarque.
La resero famosa anche gli abiti bianchi e i gioielli colorati di origine africana, oltre che per la sua vocazione per il Candomblé.
Di qualche anno fa questo articolo di Ana Paula Torres.
Infine il link per chi fosse interessato al Quilombo di Palmares citato nel testo.
Nota tecnica: spero di risolvere il momentaneo blocco del post. Al momento sto postando "per vie traverse". Ciao e buona domenica a tutti.
Canto das três raças
Composição: Mauro Duarte e Paulo César Pinheiro
Ninguém ouviu
Nessuno ha sentito
Um soluçar de dor
Un singhiozzo di dolore
No canto do Brasil
Nel canto del Brasile
Um lamento triste
Un lamento triste
Sempre ecoou
Ha sempre risuonato
Desde que o índio guerreiro
Da quando il guerriero indio
Foi pro cativeiro
Fu fatto prigioniero
E de lá cantou
E dalla prigionia cantava
Negro entoou
Lo schiavo intonò
Um canto de revolta pelos ares
Nell’aria un canto di rivolta
No Quilombo dos Palmares
Nel Quilombo dos Palmares
Onde se refugiou
Dove trovò rifugio
Fora a luta dos Inconfidentes
Era stata la lotta degli Inconfidentes
Pela quebra das correntes
Per rompere le catene
Nada adiantou
Niente avanzò
E de guerra em paz
E di guerra in pace
De paz em guerra
Di pace in guerra
Todo o povo dessa terra
Tutto il popolo di questa terra
Quando pode cantar
Quando può cantare
Canta de dor
Canta il dolore
ô, ô, ô, ô, ô, ô
ô, ô, ô, ô, ô, ô
E ecoa noite e dia
E risuona giorno e notte
É ensurdecedor
assordante
Ai, mas que agonia
Oh, ma che agonia
O canto do trabalhador
Il canto di chi lavora
Esse canto que devia
Questo canto che doveva
Ser um canto de alegria
Essere un canto di allegria
Soa apenas
Suona invece
Como um soluçar de dor
Con un sospiro di dolore
Questo è un post di servizio ma anche no...
Devo effettuare una prova tecnica per vedere se il blog funziona ancora. Devo trovare una cosa qualsiasi da raccontare giusto per metter giù due righe e provare ad allegare una foto. Bene. Lula è stato in Italia ha incontrato un po' di gente e anche un po' di calciatori brasiliani, guarda caso quelli che giocano nel Milan. Non dico niente di nuovo perchè l'avrete notato tutti. Dico allora un'altra cosa: qual'era il ruolo meno ambito da un calciatore brasiliano. Fin a qualche anno fa certamente il portiere, visto che non se ne trovava nemmeno uno degno della porta della nazionale. Adesso basta dire che non solo il primo (Donieber Alexander Marangon detto Doni), non solo il secondo (Julio Sergio Bertagnoli) ma perfino il terzo portiere (Guilherme De Morais Gusmao Artur) della Roma sono brasiliani ...
domenica 9 novembre 2008
"Non è che adesso ti metti a parlare anche di politica brasiliana?" Niente paura, lo faccio solo perchè c’è di mezzo Chico ...
Chissà che carinerie potrebbe riservare Berlusconi alla giovanissima Manuela D'Ávila (nella foto) candidata del partito comunista alle recenti elezioni per la prefeitura municipal (in pratica la carica di sindaco) della città di Porto Alegre, 1,6 milioni di abitanti.
Porto Alegre ce la ricordiamo per essere stata sede di un importante Forum Sociale, per essere la città di Ronaldinho, ma soprattutto (almeno qui) per essere la città dov’è nata Elis Regina. Un post che parla quindi di cronaca politica? Non proprio: per questo vi rimando comunque all’analisi di questa importate tornata elettorale, vero e proprio test politico a due anni dall’elezione del nuovo presidente, visto che nel 2010 il buon Lula (oggi all’80% dei consensi!) dovrà per forza di cose lasciare l’incarico.
La vera ragione del post è il fatto che Chico Buarque abbia dato sostegno pubblico all’altra candidata sindaco della sinistra, Maria do Rosario, esponente del PT, il partito di Lula per capirci. Maria ha avuto la meglio su Manuela ma al ballottaggio con il sindaco uscente, il centrista José Fogaça, non ce l’ha fatta. Per le donne in politica non è mai facile, anche se giovani, carine e preparate. Curiosità da campagna elettorale: negli spot di Maria do Rosario la stella rossa del PT diventava un grande aquilone per sollevare la voglia di "mudança" ovvero cambiamento (eh sì, sempre quella) nei cieli di Porto Alegre sulle note di un jingle sambista. Insomma un po’ di musica riusciamo a sentirla anche qui.
sabato 8 novembre 2008
Quattro secondi
In un post di qualche tempo fa, mi ero chiesto se Chico Buarque e Carlinhos Brown, tra cui intercorre il rapporto di suocero e genero e una certa distanza musicale, si fossero mai trovati a far qualcosa insieme. Quattro secondi di Chico che "salta" a fare il Carlinhos è al momento la sola risposta che ho trovato (uncia sì, ma sorprendente).
Carlinhos Brown e Chico Buarque
Festival d'Estate (Salvador 2002)
Carlinhos Brown e Chico Buarque
Festival d'Estate (Salvador 2002)
domenica 2 novembre 2008
Deixa o Verão: questo divano è ancora comodo.
Mentre qui sono arrivate le prime piogge d’autunno (beh oggi, in verità, c'è il sole!) nell’altro emisfero è il momento di uscire di casa. Eppure si starebbe ancora bene sul divano e l’estate potrebbe aspettare un altro po’. Recupero il pezzo dei Los Hermanos (dall’album “Ventura” del 2003) mentre pre-ascolto il disco solista di Marcelo Camelo. Si tratta di una cover interpretata da Mariana Aydar, un po’ più fighetta dell’originale, piacevolmente pigra anche se personalmente preferisco la versione (fortemente consigliata) più tirata con Adriana Calcanhotto sul palco.
mariana aydar - deixa o verao
Deixa o Verão
(Rodrigo Amarante)
Deixa eu decidir se é cedo ou tarde
Lasciami decidere se è presto o tardi
Espere eu considerar
aspetta fin che non ho preso una decisione
Ver se eu vou assim chique à vontade
dai un occhio se così sono abbastanza chic
Igual ao tom do lugar
in sintonia con il tono del posto
Enquanto eu penso você sugeriu
Mentre ci penso, tu suggeriscimi
Um bom motivo pra tudo atrasar
un buon motivo per ritardare ogni cosa
E ainda é cedo pra lá
È ancora presto la fuori
Chegando às 6 tá bom demais
aspettare fino alle 6 dovrebbe andar bene
Deixa o verão pra mais tarde...
lascia che l’estate aspetti
Deixa, deixa o verão
Lascia, lascia l’estate
Deixa o verão pra mais tarde
Lascia l’estate per dopo
Não tou muito a fim de novidade
Non sono nello spirito giusto per le novità
Fila ou banco do bar
fila o sedia del bar (?)
Considere toda a hostilidade
Pensa a tutta l’ostilità
Que há da porta pra lá
Che ci aspetta al di là della porta
Enquanto eu fujo você inventou
Mentre io scappo tu prova ad inventarti
Qualquer desculpa pra gente ficar
una serie di scuse per rimanere
E assim a gente não sai
e fare in modo di non uscire
Esse sofá ta bom demais
questo divano sembra ancora comodo
deixa o verão pra mais tarde...
lascia che l’estate aspetti...
Uhh.. Ah, ah, aaaah
E eu digo cá entre nós
Lo dico, e che rimanga tra noi,
Deixa o verão pra mais tarde...
Lascia che l’estate aspetti...
mariana aydar - deixa o verao
Deixa o Verão
(Rodrigo Amarante)
Deixa eu decidir se é cedo ou tarde
Lasciami decidere se è presto o tardi
Espere eu considerar
aspetta fin che non ho preso una decisione
Ver se eu vou assim chique à vontade
dai un occhio se così sono abbastanza chic
Igual ao tom do lugar
in sintonia con il tono del posto
Enquanto eu penso você sugeriu
Mentre ci penso, tu suggeriscimi
Um bom motivo pra tudo atrasar
un buon motivo per ritardare ogni cosa
E ainda é cedo pra lá
È ancora presto la fuori
Chegando às 6 tá bom demais
aspettare fino alle 6 dovrebbe andar bene
Deixa o verão pra mais tarde...
lascia che l’estate aspetti
Deixa, deixa o verão
Lascia, lascia l’estate
Deixa o verão pra mais tarde
Lascia l’estate per dopo
Não tou muito a fim de novidade
Non sono nello spirito giusto per le novità
Fila ou banco do bar
fila o sedia del bar (?)
Considere toda a hostilidade
Pensa a tutta l’ostilità
Que há da porta pra lá
Che ci aspetta al di là della porta
Enquanto eu fujo você inventou
Mentre io scappo tu prova ad inventarti
Qualquer desculpa pra gente ficar
una serie di scuse per rimanere
E assim a gente não sai
e fare in modo di non uscire
Esse sofá ta bom demais
questo divano sembra ancora comodo
deixa o verão pra mais tarde...
lascia che l’estate aspetti...
Uhh.. Ah, ah, aaaah
E eu digo cá entre nós
Lo dico, e che rimanga tra noi,
Deixa o verão pra mais tarde...
Lascia che l’estate aspetti...
sabato 1 novembre 2008
Scarlettina, Concitina.
Avevo visto Scarlett-Concita De Gregorio alle invasioni barbariche dalla nostra cara Daria e l’avevo trovata eroticamente irresistibile quanto politicamente inutile e saputella. Che bisogno c’era di un’altra esponente di quella sinistra letteraria, perfetto fertilizzante dei successi berlusconiani? Dopo le reazioni di Feltri e La Russa mi sono ricreduto. L’idea (consapevole o meno che sia) della fascinosa ragazza di sinistra che non te la dà e ti fa venire il sangue al cervello può avere un suo fondamento. Datemi del sessista, ma io di pancia per non dir altro, la vedo così.
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