venerdì 10 ottobre 2014
Samba n.21, 2015
Oggi si chiudono le consultazioni popolari (non vincolanti nella
scelta della scuola) sui brani che la Estação Primeira de Mangueira presenterà
alla "Disputa de samba" nel corso del carnevale 2015. Tra i quattro samba che
ancora si disputano un posto il samba n.15 di Renan Brandão e compagnia,
dedicato alle donne della Mangueira, è ancora oggi in testa con il 47% delle
preferenze.
Questo è link per ascoltare tutte le proposte e perfino per dare
la vostra indicazione di voto - Il samba n. 15 invece è nel post qui sopra.
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giovedì 2 ottobre 2014
Buon Compleanno Brigitte
Brigitte
Bardot ha fatto 80 anni. E già questo meriterebbe un post anche qui. Lo merita
a maggior ragione perchè pare che i musicisti brasiliani abbiano un vera fissa
per l’icona francese della femminilità. Inutile dire che il pezzo più noto è
una delle carrozze del puntualissimo trenino di fine d’anno di cui si è parlato
anche qui. Il trenino è stato assemblato dal gruppo belga Two Men Sound, mentre
il pezzo originale porta la firma di Miguel Gustavo, che a BB dedica in quegli
anni una seconda canzone, meno famosa, ma non meno degna di nota. Entrambe sono
cantate da Jorge Veiga cantante in grado di mixare ritmo e vis comica.
In Carta à Brigitte Bardot (Lettera a Brigitte Bardot, 1962), Miguel Gustavo immagina un sedicente
fazendeiro (che Jorge Veiga cita con il proprio nome) intento a scrivere una
proposta di matrimonio alla Bardot.
Tra le argomentazioni a supporto della sua offerta non manca di
enunciare una prestigiosa parentela con tale Pelè (che poi fa giusto rima con
caffé).
L’altra notissima canzone, sempre in
forma di marcia, attacca con un verso che dice già tutto. Brigitte Bardot,
Bardot. Brigitte beijou, beijou. Na fila do cinema todo mundo se afogou
Brigitte Bardot, Bardot. Brigitte
baciò, baciò. Nella fila del cinema tutti il mondo è affogato.
Leggo poi che sempre in quel periodo
(1963 per l’esattezza) Moreira da Silva e Ribeiro Cunha (autori della celebre
Na subida do morro) dedicano all’attice un samba de gafieira direttamente in
francese. Altro sinceremente non ho trovato e non riesco a condividere con voi.
In tempi più recenti l’icona Bardot
ispira altri due autori brasiliani ben noti a questo blog. Tom Zè ci ricorda
che l’invecchiamento di BB è solo l’avviso che anche i nostri sogni si stanno
sgretolando (dai, su, un po’ di allegria).
Per Zeca Baleiro “a saudade é uma colcha
velha que cobriu um dia numa noite fria nosso amor em brasa, a saudade é
brigitte bardot acenando com a mão num filme muito antigo” “la nostalgia è una
vecchia coperta che coprì in una notte fredda il nostro amore che bruciava, la
nostalgia è Brigitte Bardot che fa un cenno con la mano in un vecchio film”.
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martedì 30 settembre 2014
“Um Brasil Diferente” - Gabriele Mirabassi e Roberto Taufic
Um Brasil diferente è il titolo del nuovo progetto discografico del clarinettista Gabriele Mirabassi e del chitarrista Roberto Taufic, prodotto dall’etichetta salentina Dodicilune e distribuito in Italia e all’estero da IRD. Il disco sarà presentato mercoledì 8 ottobre (data dell’uscita ufficiale) con un concerto nel Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
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giovedì 11 settembre 2014
Stradivarius in Rio
Bach e Brazil. Johann Sebastian e Caetano Veloso, il barocco
e la bossanova, musica per meditare e musica per ballare… Bisogna saper osare
per accostare mondi così lontani, separati da un oceano geografico e 400 anni
di storia. Viktoria Mullova osa. La celebre violinista russa promette di
lasciare senza fiato chi assisterà al suo concerto cremonese il 27 settembre.
Bach nella prima parte da sola (dalla Partita n.1 in si minore), Veloso, Chico
Buarque, Antonio Carls Jobim e molti altri nella seconda insieme con l’ensemble
che vede suo marito Matthew Barley al violoncello, Paul Clarvis e Luis Guello
alle percussioni, Carioca Freitas alla chitarra. (…) “Per la parte brasileira
userò il mio Stradivari “Jules Falk” del 1723, precisa l’artista ecc. ecc.
Per leggere l’intero articolo ed intervista raccolta da
Giuseppina Manin procuratevi il Corriere di oggi (pag. 47). Per gustarvi un concerto procuratevi i biglietti www.museodelviolino.org/stradivarifestival/
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domenica 27 luglio 2014
Della serie “il vizietto” (ovvero ogni tanto... un tango): “Chau, non va mas” ovvero ciao, è finita.
Grande tango (l'ultimo composto
insieme dai fratelli Exposito), grande testo di Homero Exposito (di cui posto due splendide foto, qui e in fondo), con un inciso
magistralmente “rappato” da Roberto Goyeneche.
Come sempre nel testo, frasi che valgono una canzone: dal “Ciao, è finita, abbiamo consumato gli spari e il fucile” al finale “...senza avere un’altra pelle dove andare”. Del resto, da uno che si chiama Omero...
Come sempre nel testo, frasi che valgono una canzone: dal “Ciao, è finita, abbiamo consumato gli spari e il fucile” al finale “...senza avere un’altra pelle dove andare”. Del resto, da uno che si chiama Omero...
CHAU, NO VA MÁS / CIAO, È
FINITA
Homero Expósito e Virgilio
Expósito (1974)
http://www.sirenalatina.com/tangolao/tanghi-con-traduzione-a-fronte/
Chau, no va más
es la ley de la
vida devenir.
Chau, no va más,
ya gastamos las balas y el fusil.
Te enseñé cómo
tiembla la piel
cuando nace el amor y otra vez lo aprendí,
pero nadie vivió sin
matar,
sin cortar una flor,
perfumarse y seguir.
Ciao, è finita,
è una legge
della vita, divenire.
Ciao, è finita,
abbiamo consumato gli spari e il
fucile.
Ti ho insegnato come trema la pelle
quando nasce l’amore e anch’io l’ho
imparato nuovamente,
ma nessuno è vissuto senza uccidere,
senza tagliare un
fiore,
profumarsi e andare avanti.
Vivir es cambiar,
dale paso al
progreso que es fatal.
Chau, no va más,
simplemente la vida seguirá.
Ay qué
bronca sentir todavía el ayer
y dejarte partir sin llorar.
Si te pude comprar
un bebé,
acuñar otra vida y cantar.
Ay qué bronca saber
que me dejo robar
un
futuro que yo no perdí
pero nada regresa al ayer,
tenés que seguir.
Vivere è cambiare,
devi aprirti
al progresso, è fatale.
Ciao, è finita,
semplicemente la vita continuerà.
Ah
che rabbia sentire ancora l’ieri
e lasciarti partire senza piangere.
Avrei
potuto comperarti un bebè,
coniare un’altra vita e cantare.
Ah che rabbia
sapere
che mi lascio rubare
un futuro che non ho nemmeno perso,
ma niente
ritorna all’ieri,
dovrai continuare.
[Tomálo con calma, esto es
dialéctica pura.
Te volverá a pasar tantas veces en la vida,
yo decía, ¿te
acordás?
“Empezar a pintar todos los días
sobre el paisaje muerto del pasado
y
lograr, cada vez que necesite
nueva música, nueva, en nuevo piano.
Vos podés
elegir el piano,
crear la música de una nueva vida
y vivirla intensamente hasta
equivocarte otra vez,
y luego volver a empezar y volver a equivocarte,
pero
siempre vivir, vivir intensamente
porque, ¿sabés qué es vivir?”]
[Prendilo con calma, questo è
dialettica pura.
Ti succederà tante altre volte nella vita,
io dicevo,
ricordi?
“Cominciare a dipingere tutti i giorni
sul paesaggio morto del
passato,
e ottenere, ogni volta che sia necessario,
una nuova musica, nuova, in
un nuovo piano.
Tu puoi scegliere il piano,
creare la musica di una nuova
vita
e viverla intensamente fino a sbagliare ancora,
eppoi ricominciare e di
nuovo sbagliare,
ma sempre vivendo, vivendo intensamente
perché, sai cos’è
vivere?”]
Vivir es cambiar:
en cualquier
foto vieja lo verás.
Chau, no va más,
dale un tiro al pasado y empezá.
Si lo
nuestro no fue ni ganar ni perder,
fue tan solo la vida, nomás y el intento de
un casi bebé
debe siempre volverse a intentar.
Sé que es duro matar
por la
espalda el amor
sin tener otra piel donde ir,
pero dale, la vida está en
flor,
tenés que surgir.
Vivere è cambiare:
basta
una vecchia foto e lo vedrai.
Ciao, è finita,
dà un colpo di rivoltella
al passato e ricomincia.
La nostra storia non era cosa da vincere o
perdere,
era soltanto la vita, nient’altro e il tentativo di un quasi bebè
deve
essere sempre ritentato.
So che è duro uccidere l’amore
sparandogli alla
schiena
senza avere un’altra pelle dove andare,
ma dài, la vita è in
fiore,
devi risorgere.
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martedì 17 giugno 2014
Paz, carnaval, futebol.
è passato
qualche giorno dalla cerimonia d’apertura dei mondiali in Brasile, sinceramente
abbastanza noiosa. Nonostante i tentativi dei cronisti Sky (che oramai montano
qualsiasi scoreggia a tornado) nemmeno l’inno We are one m’ha suscitato particolari emozioni. Se qualcuno si
fosse domandato chi fosse la bionda che non era Jennifer Lopez (su chi fosse
Pitbull non c’erano dubbi) la risposta è Claudia Leitte, un po’ plasticosa ma
piacente, perfetta testimone di smalti e allunga ciglia nonchè di una vita spesa
tra Axé Music ed esercizi rassoda glutei. Torniamo indietro di qualche anno
(2009), ma sempre in un pezzo che parla anche di calcio. La filosofia? Paz,
carnaval, futebol,
não mata, não engorda e não faz mal.
Pace, carnevale e
calcio non uccidono, non fanno ingrassare, non fanno male. Pronti a saltare?
sabato 3 maggio 2014
Caetano Veloso, Abraçaço Tour 2014 (Padova 2 maggio 2014)
Una
delle mani con cui mi accingo a scrivere questo post (la destra per la
precisione) meno di 24 ore fa ha stretto la mano, seppur per pochi istanti,
del più grande artista dell’america latina, come sta scritto sulla locandina
di Abraçaço Tour 2014. (Son stato troppo enfatico?).
Davvero
in forma Caetano, nessun appannamento, qui suona un’altra primavera, mica
l’autunno del patriarca. Il finale, prima dei bis ovviamente, è questo. Una
canzone che quaranta e passa anni dopo suona fresca come l’uovo di giornata.
Certo oggi Caetano non può permettersi certe tutine... (ma il suono dei
registratori in compenso è migliorato di un bel po’). Il testo non è certo tra
i più complicati scritti da Caetano, ma questa semplice vicenda quotidiana, la
gabbia dorata e la voglia di avventura, al gusto di cipolla, cocacola e caffè
si fa ancora cantare. Con Caetano che, ad ampi gesti, invita il pubblico ad
andare via con lui.
Você
não entende nada
Tu
non capisci niente
(Caetano
Veloso)
Quando
eu chego em casa nada me consola
Quando arrivo a casa niente mi conforta
Você
está sempre aflita
Tu sei sempre tormentata
Lágrimas
nos olhos, de cortar cebola
Le lacrime agli occhi per aver tagliato le cipolle
Você
é tão bonita
Sei così bella
Você
traz a coca-cola eu tomo
Versi la Coca-cola, io bevo
Você
bota a mesa, eu como, eu como
Porti il dolce, io mangio
Porti il dolce, io mangio
Eu
como, eu como, eu como
Mangio, mangio, mangio, mangio
Você
não está entendendo
Non stai capendo
Quase
nada do que eu digo
quasi niente di quello che dico
Eu
quero ir-me embora
Voglio andarmene via
Eu
quero é dar o fora
Voglio uscire
E
quero que você venha comigo
Voglio che tu venga con me
E
quero que você venha comigo
Voglio che tu venga con me
Eu
me sento, eu fumo, eu como, eu não aguento
Mi siedo, fumo, mangio, non riesco a stare in piedi
Você
está tão curtida
Tu sei così abbronzata
Eu
quero tocar fogo neste apartamento
Voglio dar fuoco a questa casa
Você
não acredita
Tu non ci credi
Traz
meu café com Suita eu tomo
Porti il mio caffè con il Dietor, io bevo
Bota
a sobremesa eu como, eu como
Prepari la tavola, io mangio
Eu
como, eu como, eu como
Mangio, mangio, mangio, mangio
Você
tem que saber que eu quero correr mundo
Tu devi sapere che quello che voglio è girare il
mondo
Correr
perigo
correre pericoli
Eu
quero é ir-me embora
Voglio andarmene via
Eu
quero dar o fora
Voglio uscire
E
quero que você venha comigo
Voglio che tu venga con me,
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giovedì 9 gennaio 2014
Cuore di figli
Tantissimissimo tempo fa Sergio (che non so se, di tanto in
tanto, capiti ancora sul blog) mi aveva suggerito l’ascolto di Quando eu
quero falar com Deus di Gilberto Gil
(autore di grandi pezzi, proprio come questo) nell’interpretazione a cappella di Elis Regina. Faccio
di più: a quella della mamma aggiungo le due interpretazioni dei figli Maria
Rita prima e Pedro Mariano poi (accompagnato al piano da papà Cesar Camargo)
che condividono un dettaglio davvero particolare: entrambi alla fine del pezzo
scoppiano in lacrime, immagino proprio nel ricordo della mamma persa da bambini.
Una coincidenza che non mi lascia indifferente e a cui non avevo ancora fatto
caso.
La traduzione arriva da http://traducitaliait.wordpress.com/tag/gilberto-gil/
(che ringrazio)
Se voglio parlare con Dio
Se voglio parlare con Dio devo stare solo,
devo spegnere la luce, devo tacere la voce,
devo trovare la pace, devo sciogliere i nodi
delle scarpe, della cravatta, dei desideri, delle paure,
devo dimenticare la data, devo perdere i conti,
devo avere le mani vuote, avere l’anima e il corpo, nudi.
Se voglio parlare con Dio devo accettare il dolore,
devo mangiare il pane che il diavolo ha impastato,
devo diventare un cane, devo leccare il pavimento
dei palazzi, dei castelli suntuosi del mio sogno,
devo vedermi triste, devo credermi tenebroso
e nonostante l’immenso male rallegrare il mio cuore.
Se voglio parlare con Dio devo avventurarmi,
devo salire in cielo senza le corde per tenermi,
devo dire addio, voltare le spalle,
camminare deciso per la strada
Che quando finisce, finisce nel nulla
nulla, nulla, nulla, nulla
nulla, nulla, nulla, nulla
di quel che pensavo di trovare.
martedì 7 gennaio 2014
Mais un adeus: un classico che ancora mancava.
Cominciamo con il dire che la parola “adeus” suona
leggermente diversa dal nostro addio, diciamo più un arrivederci (che può anche
includere una separazione dolorosa, come nel caso della nostra canzone) che un
congedo definitivo. Insomma un goodbye portoghese. Non a caso Every time we
say goodbye di Cole Porter diventa Toda
vez que eu digo adeus (ascoltare
Cassia Eller per credere).
Continuo osservando che la lista delle canzoni
brasiliane che contengono la parola addio non è certo corta. C’è un Adeus di
Noel Rosa e un altro di Dorival Caymmi, per arrivare a Guilherme Arantes con la
bellissima Um dia, um adeus cantata
anche da Vanessa da Mata (Multishow ao Vivo 2009).
Ma è certamente Jobim quello che con gli Adeus ci
ha dato più dentro, cantando e sussurrando anche il Pra dizer adues, classico di Edu Lobo e Torquato Neto.
Ma veniamo a Mais um adeus (Toquinho e
Vinicius) che ha avuto una stupenda versione italiana, ancora una volta grazie a
Sergio Bardotti e all'interpretazione di Ornella Vanoni. La “versificazione” italiana è praticamente
perfetta, traducendo non solo le parole ma lo spirito della canzone, anche negli inevitabili cambiamenti (il gin si trasforma in whisky). Non dico
nulla di nuovo (lo dico solo per suggerire l’ascolto a chi non l’avesse ancora
fatto) parlando della capacità di presa di questo racconto della separazione, visto dai due punti di vista, quello di
lui e quello di lei, che danno vita ad un perfetto contrappunto musicale ed emotivo. Dalla musica al
testo, semplice e altissimo come tutte le cose più belle di Vinicius, il
passaggio per me al top è in quello “Spedisci anche i soldi per l’appartamento perchè
un pagamento non è come me aspettare non sa” che racconta come anche il lato
più prosaico di un amore possa diventare poesia.
Nel versione portoghese Toquinho e Maria Medalha sono un superclassico (con una dedica speciale a Giorgia, che ha suggerito questo post) ma anche la versione con tutta la famiglia non è niente male. Un'idea per il prossimo Natale! Adeus, anzì a presto. Magari per
ascoltare un altro brano “idealmente” a due voci come Sinal Fechado di Paulinho da Viola, racconto stracciacuore di un
casuale incontro tra due ex amanti al semaforo rosso, che finisce con un inesorabile quanto frettoloso adeus allo scatto del verde.
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domenica 5 gennaio 2014
Elis, a musical.
La vita di Elis è diventata un musical, ma che impresa
trovare chi possa interpretare la nostra Pimentinha. A vedere questo estratto
dai casting c’è da rinunciare al progetto. Eppure nel video, occhi azzurri e
capelli crespi, c’è la nuova Elis (detta così è un po’ grossa e irrispettoso
verso il mito).
Laila Garin (che nel provino intona Maria Maria di Milton
Nascimento e Fernando Brandt) non ha colpe e immagino abbia diversi meriti:
chiunque sarebbe stata comunque ben lontana dal modello originale, ovviamente
irraggiungibile e non solo per qualità vocali. Avranno scelto, immagino, l’attrice con il
temperamento più vicino a quello della nostra Elis, quella più credibile, anche fisicamente, come si può vedere nella foto qui sotto, con il trucco di scena.
Da quello che
leggo lo spettacolo, scritto da Nelson Motta (una garanzia) e da Patricia Andrade e diretto da
Dennis Carvalho, piace ed emoziona. Da quello che vedo (qualche spezzone su
youtube) mi sembra un’ottima produzione con quel particolare sapore trash che
hanno tutti i musical, probabilmente inevitabile per catturare sponsor e
pubblico: se tutto questo serve comunque a far scoprire Elis a chi non l’avesse
conosciuta (se non altro per ragioni anagrafiche) ben venga il musical
attualmente in scena al teatro Casa Grande di Rio. A patto che, applaudita
Laila Garin, una volta a casa si torni ad ascoltare l’unica Elis di sempre.
Offro il mio modesto contributo partendo proprio dalla fine della storia, dalle
ultime apparizioni di Elis nello speciale di fine anno (1981) della
TV Record. E dico, in conclusione, la mia: Elis tu si che mi arrivi (e mi
spiace per i tanti incensati, seppur vivi, fenomeni vocali che al confronto nemmeno son
partiti). Le foto che precedono i due brani (Me deixas louca e O
trem azul) ritraggono Elis nei preparativi dietro le quinte e poi sul palco
della TV Record .
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sabato 4 gennaio 2014
Poema degli Occhi
Metto insieme più cose. Un tributo alla TV in b/n (visto che
ieri tutti i media hanno celebrato l’inizio delle trasmissioni Rai, il 3
gennaio –appunto- 1954). Un tributo a Patty Pravo che torna ancora una volta
sul blog con un classico brasiliano come Poema dos Olhos da Amada di Vinicius: e un tributo a Sergio Endrigo che, con
Bardotti, ha importato questo pezzo in Italia.
Un omaggio agli occhi in cui perdersi, mettendo per una
volta in secondo piano gli inflazionati tette e culi, addominali e bicipiti.
Infine l’anticipazione di un prossimo post dedicato al mio amato Ney Matogrosso
di cui è uscito nel 2013 il nuovo disco (siamo intorno al trentesimo, più o
meno).
Qui sotto la sua
interpretazione di Poema dos Olhos da Amada, inserita nel precedente Beijo
Bandido Ao Vivo, disco che potete ascoltare, traccia per traccia, sul suo sito.
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mercoledì 1 gennaio 2014
Adeus, ano velho! Feliz ano novo! Que tudo se realize no ano que vai nascer!
Adeus, ano velho! Feliz ano novo! Que tudo se realize no ano que vai nascer!
Muito dinheiro no bolso, Saúde pra dar e vender!
Para os solteiros, sorte no amor, nenhuma esperança perdida.
Para os casados, nenhuma briga, paz e sossego na vida.
Buon anno a tutti! Stefano
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